«Hanno ragione c'è molto da fare»

«Hanno ragione, c'è molto do fare» «Hanno ragione, c'è molto do fare» // mea culpa di direttori e soprintendenti Paolo Venturoli, il direttore dell'Armeria Reale, subito non vuole nemmeno ascoltare dal cronista le critiche mosse al suo museo. «Che cosa dite? Ma se quei signori del Tei erano così gentili quando sono venuti da me!». Vuole chiudere il discorso. Poi, spinto dalla curiosità, accetta di esaminare i fatti: «Ah, sono questi i giudizi sull'Armeria Reale? E allora? Sarà anche vero, ma non mi pare poi così drammatico!». Non ha altro da dire? «No, dichiarazioni non ne rilascio, in passato ci sono cascato troppe volte e me ne sono pentito. Se avrò da dire qualcosa lo dirò ai signori del Touring». Annamaria Donadoni, Soprintendente del Museo Egizio, ha un altro atteggiamento: «Io sono la prima ad ammettere che c'è mol¬ to da fare. Bisogna ripensare il museo ex novo. Il Tei rileva che dove si è potuto ristrutturare le cose sono funzionali e gradevoli. Ci sono già dei piani, ma ci vogliono i mezzi. A me manca anche il personale, è il punto più critico. Ho 8 funzionari, su 16 richiesti a Roma. Non accetto però la critica sulle nostre guide divulgative: sono tre, non sono "bigini", ma bellissimi volumi. Non facciamo visite guidate? Non è vero, le facciamo ogni tanto, con l'associazione Amici del Museo. Chi vuole di più paghi quelle dell'Ente Turismo. Quanto alla carenza di pannelli esplicativi, non voglio riempire il Museo con fughe di insegne. Io stessa, quando vado in un museo, non leggo le didascalie più lunghe di 10 linee. Mi stufano. Comunque arricchiremo la divulgazione del Museo con fogli plastificati, in prestito all'inizio di ogni sala». Anche le leggi creano ostacoli. Lo ricorda l'architetto Franco Ormezzano, che ribatte alle critiche su Palazzo Reale: «E' una reggia. Non è modificabile con tutte le uscite di sicurezza che le norme prescrivono e che impongono la visita a gruppi. I custodi non fanno bene la guida? Non parlano le lingue? Il loro inquadramento non lo prevede. Sono custodi, non guide. Suppliremo con videocassette, distribuite alla cassa, che a giorni sarà rinnovata». «Il Touring ha ragione» sospira Francesco Geminat, responsabile del Patrimonio dell'Ordine Mauriziano, padrone della Palazzina di Stupinigi. «E' vero, la nostra accoglienza non è all'altezza. Ma organizzeremo corsi per guide e per chi cura la manutenzione». «L'impiego flessibile del personale e la sua abnegazione sono importanti» ricorda Amedeo Peyron, presidente del Museo dell'Automobile. «Sono il segreto del nostro successo. Con 10 persone serviamo bene 10 mila metri quadri». E' un coro che il Museo di Rivoli, pur essendo «promosso» dal Tei, interrompe con qualche riserva rivolta all'indagine. «Ringraziamo per i giudizi lusinghieri - dice Massimo Melotti, respon- sabile della comunicazione del Museo - ma abbiamo qualche j dubbio sulle vaie lutazioni del Touring, quando scrive che a Torino "la comunicazione di ottime e numerose iniziative" rimane a ivello locale. Non è il caso nostro, nemmeno di altri musei, si informi meglio». Anche l'attribuzione di voti crea qualche perplessità. L'ipercriticato Museo Egizio otiene «5 e mezzo». Ha solo mezzo punto in meno rispetto ai musei promossi. Incongruenze? «Non so dice Aldo Auchsio, direttore del Museo della Montagna - ma le nostre mostre e i nostri cantieri meritavano di più». [m. hip.] j ie Annamaria Donadoni soprintendente del Museo Egizio

Persone citate: Aldo Auchsio, Amedeo Peyron, Annamaria Donadoni, Franco Ormezzano, Massimo Melotti, Paolo Venturoli

Luoghi citati: Rivoli, Roma, Torino