HA SCELTO L'ABITO SBAGLIATO

HÀ3CELTO HÀ3CELTO L'ABITO SBAGLIATO MAI, nella sua ventennale carriera di allenatore, Giovanni Trapattoni era stato spinto a dimettersi. Sino cose che macchiano il curriculum e fanno male più al cuore che al portafoglio. Secondo noi, ha sbagliato due volte: prima, nel fuggire da Monaco di Baviera subito dopo aver gettato le fondamenta; secondo, nell'essersi appropriato di quelle idee (il tecnico taumaturgo, il tecnico che «porta» punti) che sempre, fin da giocatore, aveva fermamente combattuto. Il nome non basta. Il nome non paga. Ci vuole la società. Ci vogliono i giocatori. Cellino non gli ha dato né l'una né gli altri (Dely Valdes, erede di Weah al Paris Sg, era pedina fondamentale). Il Trap formica, il Trap tutto d'un pezzo, arrivò, se non ricordiamo male, a promettere - addirittura - la zona Uefa, inebriato (forse) dall'accoglienza allora ricevuta e dalla pubblicità spalmata sugli autobus cittadini (Trap facci sognare). Un abbaglio clamoroso. U suo Cagliari non aveva un gioco anche perché, probabilmente, molti titolari gli giocavano contro. Ha fallito più nello spogliatoio che alla lavagna. Adesso gufi e pipistrelli diranno che è buono solo per le grandi squadre, visto che, imbattibile o quasi alla guida delle Ferrari (di una volta), è andato fuori strada non appena gli hanno fornito un'utilitaria. Calma, calma. Ha pensato che fosse sufficiente il carisma a trasformare ronzini in purosangue. Ha peccato di superficialità, di presunzione. Ha fatto peggio di Tabarez (otto punti in meno), ma bollito non è, e neppure portatore di un calcio vecchio. Si è solo scelto panni non suoi, dimentico di quello che aveva sempre predicato: sono i giocatori a fare grandi le squadre e non viceversa. Giocatori che, da ieri, non hanno più alibi. Irò. be.]

Persone citate: Cellino, Giovanni Trapattoni, Tabarez, Valdes, Weah

Luoghi citati: Cagliari, Monaco Di Baviera