Anche Bonn frena sull'Uem
La Bundesbank: forse necessario rinviare la scadenza del '99 Anche Bonn frena sull'Uem La Bundesbank: forse necessario rinviare la scadenza del '99 Tietmeyer: per il treno dell'Unione meglio fare tardi che non deragliare BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Aumentano i dubbi tedeschi sulla possibilità di osservare il calendario di Maastricht, e per la prima volta anche la Bundesbank ammette che potrebbe essere necessario un rinvio dell'Unione economico-monetaria rispetto alla scadenza del '99. E' stato il suo presidente Hans Tietmeyer, ieri, a segnare una svolta densa di significato: «Il treno dell'Unione, una volta messo in moto, non può deragliare. Se necessario, un rinvio può essere meno problematico di un successivo deragliamento», ha detto, nonostante il commissario europeo YvesThibault de Silguy ammonisse: «Un rinvio equivarrebbe al fallimento». La banca d'emissione tedesca ha spesso sottolineato l'importanza dei criteri di convergenza, il cui rispetto è necessario per aderire all'Uem; ma è la prima volta che parla apertamente di rinvio: finora, Tietmeyer aveva considerato il rispetto del calendario uno strumento indispensabile per rafforzare la disciplina econòmica dei singoli Paesi. Segno che le speranze di rimettere ordine nelle finanze pubbliche dei Quindici, Germania compresa, impallidiscono anche a1 Francoforte? Di certo, l'autorevole presa di posizione di Tietmeyer si accompagna a quella, altrettanto significativa, del ministro dell'Economia Guenter Rexrodt: «Il notevole significato politicò dell'Unione monetaria non può voler dire che per ragioni di stato la realizzeremo a tutti costi, lasciando da parte la ragione economica». Anche questa è una «prima»: un rappresentante del governo federale non aveva mai fatto una distinzione tanto netta fra le «ragioni» dell'Uem, privilegiando quelle economiche. Il coro dei dubbi tedeschi continua con le parole del presidente degli industriali, Hans-Olaf Henkel, secondo il quale quando si parla di Unione monetaria la scala delle priorità vede al primo posto la stabilità, al secondo il numero di Paesi che potranno aderirvi e soltanto al terzo la data. Nessun problema neanche per l'industria, dunque, se si dovesse decidere per un rinvio. Una decisione sarà presa soltanto in base ai risultati del '97, ma i margini si fanno sempre più stretti. Nel frattempo, le autorità comunitarie starebbero pensando a un nuovo Sme con margini di fluttuazione segreti: l'ipotesi, emersa alla recente riunione dell'Istituto monetario europeo di Francoforte, prevederebbe una gamma di fluttuazione ufficiale piuttosto ampia, e margini di fluttuazione più ristretti che resterebbero tuttavia segreti per non fa¬ vorire speculazioni. Secondo lo schema, i Paesi più lontani dal rispetto dei parametri di Maastricht conserverebbero bande di fluttuazione allargate al 15%; i Paesi «a metà strada» potrebbero adottare, segretamente, bande di fluttuazione del 7%; i Paesi più vicini, bande del 2%. Con il sistema di margini segreti, la futura Banca europea non avrebbe l'obbligo di intervenire a sostengo delle valute non allineate alla moneta europea: quest'onore spetterebbe ai singoli Paesi. Emanuele Novazk» ll presidente della Bundesbank Hans Tietmeyer
Persone citate: Guenter Rexrodt, Hans Tietmeyer, Tietmeyer
Luoghi citati: Bonn, Francoforte, Germania
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