Boriila sfida sui prezzi di Ugo Bertone

Lo sconto sarà del 12%, ma spariscono i regali promozionali Boriila, sfida sui prezzi Lo sconto sarà del 12%, ma spariscono i regali promozionali Pasta e biscotti costeranno meno MILANO. Alla guerra, alla guerra dei prezzi. La Balilla lancia ufficialmente il guanto della sfida al mercato dell'alimentare: i prezzi di una buona parte di una scuderia decisiva del «made in Italy» scenderanno del 12% a partire dal 19 febbraio prossimo. Ma la sfida supera assai lo scenario della pasta, spiega Edwin Artzt, il neo direttore esecutivo del gruppo (3300 miliardi di fatturato e 60 di utili nel '95 con 7380 dipendenti). «Ci sfidano da anni - spiega - i soli discount controllano 1' 11 % della pasta. Tre anni fa il divario tra noi e gli altri era dell'I 1%, ora è salito al 24%. Troppo, è saltato il rapporto qualità/prezzo...». «Okay - continua - le cose stanno così: noi ridurremo i prezzi del 12% sui prodotti, ovvero pasta, crackers, biscotti e merendine, che rappresentano il 70% delle vendite». E poi? «E poi elimineremo tutti i regali promozionali e le raccolte punti. Certo, le promozioni in corso verranno portate a termine. Ma solo quelle, anche perché l'89% dei nostri clienti preferisce un calo dei prezzi alle promozioni...». Ma ce la farà la Barilla a ridurre davvero i prezzi? «Il calo - replica Artzt sarà complessivamente dell'8% sul totale del nostro giro d'affari. E dopo ci sarà un 5% di aumenti in costo del lavoro e materie prime... Ma». Ma? «Il risparmio sulle promozioni sarà del 7%. E sia chiaro: solo un 20% dei nostri clienti ci segue per raggiungere i punti sufficienti...». E il restante? «Ce la faremo - ringhia Artzt - e badate bene: guadagneremo sulla distribuzione, sui prezzi di produzione, sulle promozioni. Siamo e saremo leader in Italia e fuori: il consumatore ci capirà». I tre Barilla, Guido, Luca e Palo, lo guardano quasi con affetto. Sono stati loro a chiamare in Barilla questo campione del «largo consumo», l'uomo capace di far decollare la Procter and Gamble da una crisi difficile e delicata e, a 65 anni (e cinque figli), febee di replicare in Italia la sua ricetta da pensionato di lusso. L'hanno fatto, i tre Barilla, un anno abbondante dopo la morte di papà Pietro, un anno in cui il co¬ losso di Parma si è sentito un bersaglio di indiscrezioni velenose. Perché questa scelta? «E' proprio papà che ci ha insegnato a non dare risposte provinciali». Guido Barilla lancia un'occhiata ai fratelli, Paolo e Luca, poi continua cosi: «Aspettatevi di tutto, ragazzi, per due o tre anni. Colpi bassi, falsità. Questo ci ha detto un amico di papà dopo la sua scomparsa. Noi abbiamo sorrìso, poi abbiamo affrontato la realtà. Certo, aveva ragione lui: dopo la morte di papà non abbiamo mai pensato di vendere o di separarci». Nessun contatto con NesUé? «Mai - è la risposta -. L'ultima volta ci siamo incontrati nel '90 e c'era ancora mio padre. Andremo in Borsa? Signori, io vi posso dire solo due cose: la prima, questa è una famiglia unita, ben decisa a guidare la Barilla finché Dio vorrà. La seconda? Se un giorno, per fornire all'azienda i mezzi necessari, ci vorrà la Borsa, noi ci andremo. Prima no». Ma come sarà la Barilla del Duemila? «Mi auguro che sia molto più internazionale» aggiunge Guido. Intanto in Italia protestano concorrenti, distributori. A bassa voce, anche i sindacati dei lavoratori (si profila il turno domenicale). Ma Artzt va avanti tranquillo: «Ragazzi - chiùde - io guardo solò ai consumatori. Loro guarderanno a me». Ugo Bertone Guido Barilla

Luoghi citati: Italia, Milano, Parma