Mostra a Parigi «Il teatrino barocco del Paraguay» di M. Vali.
Mostra a Parigi Il teatrino barocco del Paraguay Mostra a Parigi EPARIGI DAMO abituati a pensare a un Barocco sudamericano franante e coloniale, dorato, recitato e fiammeggiante: martiri avviluppati come colonne tortili ed esasperata pasticceria lignea di orpelli in superfetazione. L'interesse della scenografica mostra sul Baroque du Paraguay, aperta fino a fine febbraio alla Galleria della Seita, consiste invece nel mostrarci un bestiario di Santi molto più sobri. Madonne dallo sguardo di legno, sant'Ignazi contegnosi e chiusi nella loro modestia missionaria, Ecce Homini vulnerati e remissivi, agganciati alla loro colonnachiesa come pacifici ruminanti destinati al macello. Tutto trascritto in uno stile pudico e sobrio (Berini e le sue estasi sono lontane e rimosse) lagrime di glicerina e gestualità un po' assopite nel piombo di una religiosità sommessa e senza enfasi. A parte il teatrino della crudeltà del martirio di Sant'Erasmo (ovvero Sant'Elmo, quello delle fiammelle magnetiche dei marinai) a cui burberi aguzzini torcono le budella come se si trattasse d'un gomitolo di filo d'avvolgere all'arcolaio. Tutto questo è il risultato del cosiddetto stile hispanoguaram, importato dagli insinuanti missionari gesuiti, che trapiantarono nel Rio della Piata i rigidi precetti anti-riforma del Concilio di Trento. E che insegnavano arte e precetti non tanto come potenziamento della creatività popolare, ma come rimedio contro l'ubriachezza e l'inattività, madre dei vizi. Si tratta dunque di diligenti copie senz'anima, di un'arte celebrativa che veniva da Roma o Vienna. Anche se esaltandosi Philippe Sollers vede in alcune di queste Madonne dei capolavori degni della Pietà di Michelangelo. Ma è divertente: mentre nel suo celebrativo saggio Sollers, sulla scia di Voltaire e Chateaubriand, esalta questo unicum dì Eutopia, di Paese della Felicità, un altro studioso, come Ticio Escobar, torna a dirci quanto la dittatura gesuitica abbia soffocato e spento la vitalità popolare dei guarani segregati nelle Reducciones. [m. vali.]
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