RUSSIA «Il male oscuo dell'Accademia»

RUSSIA L'Accademia delle scienze annuncia la bancarotta: muore un simbolo del potere sovietico le cui origini risalgono a Pietro il Grande RUSSIA // male oscuro delPAcmdemh MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Non era mai accaduto dai tempi di Pietro il Grande. Né durante la Rivoluzione d'Ottobre, né durante laguerra civile che lacerò il Paese, né durante la «grande guerra patriottica», come qui chiamano ancora la seconda guerra mondiale. Perfino nei tempi più duri, più drammatici, quando le truppe tedesche erano alle porte di Mosca, l'Accademia delle Scienze continuò a lavorare, a ricevere i finanziamenti necessari, a produrre ricerca, cultura. Adesso siamo alla crisi, al crack più completo, al disastro della scienza russa ex sovietica. I dati sono presto detti: dal primo febbraio la casa editrice dell'Accademia, «Nauka» (700 persone) è stata chiusa (ufficialmente ferie obbligate); 150 pubblicazioni scientifiche periodiche sono state sospese. Dal primo gennaio nemmeno il Presidium dell'Accademia riceve più lo stipendio; 450 istituti sono paralizzati completamente dalla mancanza di fondi, decine di migliaia di ricercatori sono costretti a ruotare, i pollici e a cercarsi altre occupazioni. Succede che nell'ultimo trimestre dell'anno scorso l'Accademia ha ricevuto dallo Stato meno di un terzo delle assegnazioni previste dal budget. A dicembre non è arrivato un copeco, a gennaio ancora un terzo delle somme previste, che non bastano neppure a coprire gli stipendi dei ricercatori: I pochi denari che arrivano vengono dirottati a istituti di ricerca dove non è possibile interrompere 0 funzionamento delle apparecchiature più delicate e pericolose, dove esistono reattori nucleari etc. Dei cento miliardi di rubli previsti a bilancio, il governo ha fatto sapere che non potrà destinarne più della metà, e non potrà, comunque coprire i debiti pregressi degl'istituti. E, dietro le crude cifre, si nasconde ima realtà se possibile perfino più drammatica («una tragedia nazionale», l'ha definita lo stesso presidente dell'Accademia, Jurij Osipov): infatti il bilancio dell'Accademia delle Scienze è tradizionalmente coperto per il 60% da assegnazioni statali, mentre il restante 40% veniva finanziato da contratti con imprese, centri di ricerca stranieri, assegnazioni delle istituzioni scientifiche internazionali. Si chiude. Al 271° anno di vita la più prestigiosa istituzione scientifica della Russia boccheggia al limitare dell'asfissia. Ci sono state, nelle ùltime settimane, almeno tre drammatiche riunioni del Presidium: per fare i conti e presentarli al governo. Ma senza risultato. Eltsin si spaventa se scioperano i minatori, e promette due miliardi di dollari per pagare gli stipendi arretrati, ma uno sciopero degli scienziati lascerebbe il tempo che trova. Sono finiti i tempi in cui essere accademico di Russia (sovietica) era uno dei titoli più onorifici, prestigiosi. «Non c'è più il culto dell'istruzione, della cultura, della scienza. Un tempo c'erano, ma adesso dove sono, in Russia?». Jurij Osipov pronunciava sommessamente queste parole lo scorso dicembre, in un'intervista alla Literaturnaja Gazeta. Il fatto è che il prestigio è sceso insieme ai risparmi e agli stipendi. Il titolo di «accademico» vale un milione di rubli (210 dollari), la gran parte degli accademici porta a casa, mensilmente, tra un milione e mezzo e due milioni di rubli (quando riceve lo stipendio, naturalmente). Logico che chi può se ne va. Vale per i più giovani, che emigrano in Occidente per guadagnare trenta volte meglio. Non vale per i capi scuola, per i grandi detentori della tradizione scientifica sovietica. Ma è un fatto che migliaia di ricercatori, sia nelle scienze naturali che in quelle umanistiche, hanno già fatto le valigie da tempo. Appunto una «tragedia nazionale». Colpisce però che gli stessi vertici dell'Accademia preferiscano tacere. E' un altro segnale grave, rivelatore di una reale perdita d'influenza sociale. L'Accademia delle Scienze vantava una eccezionale tradizione d'indipendenza rispetto al potere politico. Anche durante il regime sovietico, sebbene condizionata e costretta a venire a patti con il potere totalitario^ la comunità scientifica era riuscita a difen¬ dere sostanziali bastioni di autonomia della ricerca. Non solo: l'Accademia delle Scienze rimase l'unica istituzione in assoluto a poter eleggere i propri organi dirigenti a scrutinio segreto e a poter decidere - sempre attraverso una complessa procedura di votazioni a scrutinio segreto - della cooptazione di nuovi membri al suo interno. Furono spesso battaglie furibonde, condotte nel segreto dei corridoi del potere. E molte di quelle battaglia furono perdute dagli scienziati. Ma il potere aveva bisogno di loro e sapeva di non poter spezzare quelle regole del gioco. L'accademico Andrej Sacharov, gettato nell'esilio di C-orkij, non perdette mai il suo titolo: l'Accademia non lo permise. Ma ora, quando in apparenza tutte le libertà sono state garantite, i chierici tacciono, mentre la cattedrale in cui officiavano i loro riti di conoscenza affonda. Giuliette Chiesa Esauriti i fondi: niente stipendi, chiuse le riviste, paralizzatigli istituti Rischio di chiusura dopo 27lami; è già incominciata la fuga di cervelli

Persone citate: Andrej Sacharov, Eltsin, Giuliette Chiesa, Jurij Osipov, Nauka

Luoghi citati: Mosca, Russia