Fuga di notizie su Dell'Utri Assolti Mentana e Pamparana

Fuga di notizie su DelPUtri Assolti Mentana e Pomparono Il Tg3 anticipò la richiesta d'arresto del giudice Fuga di notizie su DelPUtri Assolti Mentana e Pomparono MOLANO. E' finita con il proscioglimento la vicenda di Enrico Mentana, direttore del Tg5, e Andrea Pamparana, caporedattore della stessa testata. Erano accusati entrambi di favoreggiamento e, solo Pamparana, di rivelazione di segreto d'ufficio. Il gip, Anna Introini, li ha assolti dal primo reato «perché il fatto non sussiste»; per il secondo a Pamparana è stato riconosciuto di «non aver commesso il fatto». L'unico reato rimasto in piedi era la «pubblicazione di notizie coperte da segreto», ma è risolvibile con un oblazione (250 mila lire) che i giornalisti hanno pagato. La vicenda risale alla primavera del 1994, quando la procura aveva chiesto alla stessa Introini l'emissione di sei ordini di custodia cautelare per Marcello Dell'Utri, all'epoca presidente di Publitalia, e altri cinque tra manager e collaboratori del gruppo Fininvest. Il Tg5 diede la notizia di questa richiesta di arresto, con tanto di nomi e cognomi, prima ancora che il gip si pronunciasse. La richiesta della procura venne poi respinta e tra le motivazioni del giudice Introini c'era anche il fatto che la necessità di custodia cautelare, per evitare pericoli di fuga o inquinamento delle prove, era stata in qualche modo vanificata dalla pubblicità data alla notizia. Ieri, a rappresentare l'accusa durante l'udienza preliminare, c'era il procuratore aggiunto Gerardo D'Ambrosio. «Bisognava fare chiarezza - ha spiegato su quale dei due interessi era preminente, se quello del diritto all'informazione o quello della tutela dell'indagine. Per me era quello della giustizia, ma il giudice, decidendo così, è stato evidentemente di parere diverso». Adesso D'Ambrosio aspetta le motivazioni della sentenza prima di decidere se presentare appello. Intanto ha spiegato uno dei motivi che lo hanno spinto a chiedere il giudizio per i due giornalisti: «Avevo fatto presente a Pamparana che, se per caso avesse avuto la notizia da un suo collega, non poteva invocare il segreto professionale. Lui lo ha fatto, e quindi la sua fonte era un pubblico ufficiale. Un cronista come lui non poteva ignorare che la notizia sulle richieste di arresto avrebbe potuto compromettere l'inchiesta», [r.m.]