«Quel tratto era da chiudere» E battaglia sulla sicurezza

Ma la Polstrada: «Non sono stati rispettati i limiti di velocità» Ma la Polstrada: «Non sono stati rispettati i limiti di velocità» «Quel tratto era da chiudere» E' battaglia sulla sicurezza ROMA. La polemica arriva puntuale, dopo ogni incidente provocato dalla nebbia. E' successo dopo quello avvenuto sulla Torino-Milano il 17 gennaio, ed è successo ieri, poche ore dopo la strage di Vicenza. Polemiche, proposte, scontri. Come quello andato in onda sul Tg3 tra l'ingegner Enrico De Vita, esperto di problemi di sicurezza stradale, e Giulio Coccia, dell'Associazione società concessionarie autostrade. Il primo ha denunciato «la responsabilità dei gestori di traffico stradale, che dovrebbero chiudere le autostrade o dare indicazioni ben precise sui banchi di nebbia, non sulla nebbia generica. Sono i banchi la causa di questi incidenti». Ma non è tutto: De Vita ha messo sotto accusa il «legislatore, che s'è accontentato di far mettere migliaia di cartelli con scritto "in caso di nebbia, 50 chilometri all'ora"». Coccia ha risposto che si, «la questione dei cartelli è una cosa discutibile», ma ha sostenuto che purtroppo «la nebbia a banchi non è prevedibile: se così fosse, avremmo chiuso in quel tratto l'autostrada. E comunque non possiamo chiuderle senza l'ordinanza del prefetto». Ecco, la domanda che tutti si pongono è se non si debbano chiudere, certi tratti di autostrada. La Società Autostrade spiega che la polizia e le stesse società concessionarie devono informare le prefetture, segnalando il pericolo. Ma ieri nessuna segnalazione è arrivata. Il ministro dell'Interno Rinaldo Coronas ha ritenuto che ci fossero gli estremi per inviare il direttore centrale della polizia stradale, Felice Tombolini, a coordinare il lavoro di emergenza e poi di ricostruzione della dinamica del disastro. E Tombolini ha dichiarato: «Se qualcuno avesse rispettato i limiti di velocità questo incidente non sarebbe accaduto». Nuovo misure di sicurezza sono state chieste dall'onorevole Stefania Fuscagni, del cdu: «E' necessario che non solo la Società autostrade adotti nuove misure di sicurezza anche a livello preventivo, ma che lo stesso ministero dei Lavori pubblici attui, per la sua parte di competenza, gli interventi necessari, sulla base anche delle esperienze adottate all'estero. Non è più possibile considerare la nebbia ed altre avversità atmosferiche come "fatalità nei confronti delle quali non è possibile fare niente"». Drastico, l'onorevole Paolo Galletti, responsabile dei Trasporti della federazione dei Verdi: «Il ripetersi di un tragico maxitampona- mento sulla A-4 dimostra che le società che hanno in concessione la gestione delle autostrade non ne garantiscono la sicurezza. Le concessioni devono essere revocate. I tratti pericolosi, dove non possono circolare neanche i mezzi di soccorso in caso di incidenti, devono essere chiusi al traffico». Il sindacato unitario dei lavoratori di Polizia, attraverso il suo segretario Claudio Giardullo, chiede «una presenza più evidente degli uomini della polizia stradale, che convincerebbe gli automobilisti più imprudenti a comportamenti più rispettosi del codice». Il Siulp lamenta «la scarsità numerica degli uomini della stradale: solo 10 mila rispetto ai 13 mila previsti nell'89, peraltro troppo spesso impegnati a proteggere "uomini più o meno importanti"», e propone l'aumento del controllo video nei tratti a rischio di nebbia, e il ravvicinamento delle colonnine di soccorso a 500 metri. Ma che cosa possono fare gli automobilisti per salvarsi la vita in autostrada? Roberto Brigata, responsabile del Cis-Viaggiare informati, settore Rai, risponde che «in caso di nebbia, la prima cosa è contenere la velocità al minimo. Una visibilità di 50 metri, cioè zero visibilità, dovrebbe da sola bastare a far rallentare la gente, mentre so che invece moltissimi procedevano a velocità molto elevate. Comunque, in caso di nebbia così fitta, sarebbe meglio non mettersi proprio in autostrada». In ogni caso, quelli del Cis hanno subito diffuso messaggi che invitavano la gente a non imboccare la A4. Più òhe un messaggio, è stata una preghiera, anche perché con il passare delle ore, la nebbia ha ricominciato a calare. Ma mettiamo il caso di chi deve assolutamente mettersi in viaggio con la nebbia. Che cosa deve fare? «Innanzitutto - risponde Brigata può telefonare allo 06/4477 dell'Ari, e chiedere informazioni. Oppure chiamare la Polizia stradale, che ha sempre la situazione sotto controllo. Inoltre ci sono le sale radio delle autostrade». E poi, quali altri consigli si possono dare? «Osservare la segnaletica, soprattutto gli "occhi di gatto" che permettono di regolare la velocità. Evitare l'uso degli abbaglianti, un errore che molti fanno. E usare anche i tergicristallo: la nebbia è una condensa, ma nessuno ci pensa mai, a pulire il vetro». Brunella Giovar® 9 FEBBRAIO 1993 9 MORTI, 97 FERITI Irò Santhià e Carisio 17 GENNAIO 1996 4 MORTI, 100 FERITI tra Chivasso e Brandizzo 23 DICEMBRE 1989 6 MORTI tra Bergamo e Brescia 25 GENNAIO 1989 8 MORTI nei pressi di Grumello del Monte AUTOSTRADA TORINO-MILANO AUTOSTRADA MILANO-VENEZIA AUTOSTRADA DEL SOLE FEBBRAI01985 MORTI, 20 FE pressi di Parma FEBBRAIO 1989 3 MORTI una serie di incidenti Emilia Romagna 12 GENNAIO 1992 7 MORTI, 100 FERITI tra Formo e Piacenza 8 FEBBRAIO 1993 5 MORTI, 100 FERITI tra Parma e Piacenza AUTOSTRADA A 14 M