Londra, un giornale per la Repubblica di Fabio Galvano
Londra, un giornale per la Repubblica REALI INGLESI E' la prima volta. Buckingham Palace commenta: questa è una società libera Londra, un giornale per la Repubblica Campagna antimonarchica delVIndependent on Sunday LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La monarchia è in crisi; e in Inghilterra nasce il primo giornale nazionale repubblicano. Anzi, si converte. Perché a sventolare la bandiera di una Gran Bretagna presidenziale sarà l'Independent on Sunday, versione domenicale dell'Independent, con una diffusione di circa 300 mila copie. Non da oggi, come intendeva in origine Peter Wilby, dal maggio scorso direttore del giornale dopo esserne stato a lungo vicedirettore: la bomba dell'Ira gli sottrae infatti le pagine necessarie. Da domenica prossima, forse; o quella seguente. Ma ormai il dado è tratto. Wilby non pretende che la regina debba fare fagotto, ma sostiene che alla sua morte o alla sua abdicazione l'Inghilterra debba dire basta. Denunciando le «liti pubbliche» dei ram¬ polli reali, afferma che i tempi sono maturi per un cambiamento. E', in un Paese così tradizionalista, una notizia che fa epoca. Mai prima d'ora un giornale a larga diffusione si era apertamente schierato contro i Windsor: neppure il Guardian, quando poco più di un anno fa aveva affrontato il malessere monarchico con un'inchiesta da cui risultava il crescente disamoramento della popolazione per quello che è da secoli un simbolo riverito e quasi sempre amato. Da Buckingham Palace, finora, non ci sono commenti; se non l'osservazione che «in una società libera ci si può aspettare l'espressione di opinioni repubblicane attraverso i media, come d'altronde accade già da tempo». Tutti - compresa la regina - attendono evidentemente di leggere l'Independent on Sunday, destinato a una tiratura record e a una notorietà che nessuno scoop giornalistico gli era mai valsa. Ci sono due motivi, secondo Peter Wilby, per la sua decisione. Il primo è il comportamento di taluni membri della famiglia reale. E non sono necessari, a questo proposito, voli di fantasia. Carlo, Diana, Camilla, Fergie, Andrea forniscono ormai da anni quotidiano materiale di scherno e dileggio, occupando le cronache rosa molto più di quanto avesse fatto, a suo tempo, la «scandalosa» Margaret. Il secondo motivo è l'uso che i governi fanno della monarchia «per minare, di fatto, la libertà»; per «distruggere tutte le fonti di potere che non sono in grado di controllare», quali le autorità locali, il Parlamento, il sistema giudiziario. «Dobbiamo ripensare a come siamo governati e la monarchia impedisce tale ripensamento. Se voglia¬ mo crescere, quindi, dobbiamo eliminare la monarchia». «Sono sempre stato repubblicano - afferma Wilby, annunciando la pubblicazione di un sondaggio che rivela una spiccata ostilità popolare verso la Corona - ma fino ad oggi non sono mai stato sicuro se ci fossero motivi sufficientemente validi per abolire la monarchia. Ora ci sono: basta guardare ciò che accade». «Non abbiamo nulla di perso- naie contro la regina - aggiunge a margine della grande svolta editoriale - e riteniamo che la Repubblica debba essere introdotta soltanto dopo la sua morte o quando decida di abdicare». Ma poi diventa pungente: «Lei e le sue famiglie sono un'anomalia». Ci vorranno forse anche vent'anni prima che l'Inghilterra si trovi davanti a quella scelta; ma l'Independent on Sunday non ha fretta. La sua, ha precisato il direttore, non sarà una campagna a tempo pieno, ma un'idea di fondo che non dovrà avere alcun effetto sull'obbiettività giornalistica della testata, come dimostra lo slittamento di fronte all'attentato dell'Ira, né sulla libera opinione di chi vi scrive. «Ci limiteremo - afferma Wilby - a incoraggiare il dibattito repubblicano». Fabio Galvano La regina Elisabetta: l'ultimo atto della crisi dei Windsor è la nascita del primo giornale antimonarchico
Persone citate: Elisabetta, Peter Wilby, Wilby, Windsor
Luoghi citati: Gran Bretagna, Inghilterra, Londra
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