«Baudo dittatore alla Rai» di Franco Pantarelli

Il New York Times: è lui a comandare Il quotidiano lo presenta agli americani: ormai è più invadente dei politici «Baudo, dittatore alla Rai» Il New York Times: è lui a comandare NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Chi è la personalità italiana che in tv è «più invadente dei politici, perfino più del Papa»? La risposta è ovvia: Pippo Baudo. Ma da ieri questa nozione è in possesso anche dei lettori del New York Times che attraverso un divertente articolo della corrispondente da Roma, Celestine Bohlen, spiega il fenomeno di «SuperPippo» (lo chiama proprio così) e del «Baudismo». Vagando per i canali, dice la Bohlen, «un occasionale spettatore potrebbe concludere che la tv italiana è tutta un grande e sgargiante show e che il suo punto di riferimento è quasi sempre Pippo Baudo». Per almeno tre volte la settimana è lui a tenere banco, con «maratone di due, a volte tre ore di concorsi, canzoni e giochi, cosparsi di chiacchiere banali con donne dalle lunghe gambe e dai seni ben mostrati, la cui presenza alla tv è ormai prevedibile come quella di Mister Baudo». Il suo grande momento di gloria, aggiunge la Celestine, arriverà comunque alla fine di questo mese, quando Pippo Baudo sarà il «maestro di cerimonie» di Sanremo, «il bisnonno degli spettacoli italiani» che raccoglie davanti ai televisori un abitante su tre, «più di qualsiasi altro programma con l'eccezione delle partite di calcio». Data la sua evidente fedeltà alla «scuola» anglosassone, «i fatti separati dalle opinioni», non si capisce bene se la signora Bohlen sia contenta o seccata del fatto di trovarsi sempre la faccia di Pippo Baudo ogni volta che le capita di passare la serata al televisore. Però racconta che «recentemente lui è diventato più di una presenza»: è diventato il «centro di un teso dibattito sulla pesante dieta a base di varietà» che i tre canali della Rai propinano ai telespettatori. Alcuni, riferisce la corrispondente, sostengono che si sta producendo una «monocultura di lustrini, luci scintillanti e facce sorridenti». E cita Minoli, secondo il quale «una Rai che trasmette spettacoli dalle 7.30 alle 11.30 tre volte alla settimana finisce per perdere la sua identità e la sua legittimazione nell'opinione dei telespettatori». Come si difende Baudo? «Con una parola: rating», dice l'americana a Roma. «Ogni punto di share in più significa 50 miliardi di lire, spiega, e infatti sotto la sua guida la Rai è uscita dalla posizione difensiva che aveva assunto negli anni '80 nei confronti della Fininvest di Berlusconi». Ma è proprio questo, insiste la Bohlen, che i critici rimproverano a Baudo. Le trasmissioni della Fininvest sono state a lungo bollate come sottocultura, e l'idea che la Rai stia vincendo la battaglia dello share proprio su quel terreno non è un bel vedere. E qui cita Michele Santoro, che accusa la Rai di essere diventata «un complemento culturale della Fininvest». Baudo tuttavia, dice sempre la Bohlen, «non ha tempo» per quelli come Santoro, e li liquida con un «se un ristorante non è capace di fare buoni piatti non può pretendere che gli altri ristoranti chiudano, o facciano anche loro cattivi piatti. Quello che vendo io è del buon cibo e la gente viene da me perché trova ciò che preferisce». Franco Pantarelli Il presentatore: altre star passano più ore in video ma conta la professionalità

Luoghi citati: New York, Roma, Sanremo