Londra, 2 morti sotto le macerie di Fabio Galvano

Londra, 2 morti sotto le macerie Belfast rivive gli anni bui, soldati con mitra e giubbotto antiproiettile pattugliano le vie Londra, 2 morti sotto le macerie L'Ira: «Colpa vostra, vi avevamo avvertito» LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Dopo la bomba di Londra, che non ha fatto soltanto feriti ma ha anche ucciso un uomo ritrovato sotto le macerie quasi 24 ore dopo l'esplosione (un altro è disperso e si dispera di trovarlo vivo), Belfast è ripiombata nelle ore buie della paura. Da ieri le strade della capitale nordirlandese sono nuovamente presidiate dalle truppe inglesi, che in assetto da guerriglia urbana si affiancano alle locali forze di polizia, mitra spianati e giubbotti antiproiettile. Sono immagini che l'Ulster sperava di avere dimenticato, come le giacche nere dei lealisti protestanti - un gesto di sfida dopo il colpo di testa dell'Ira - che si sono riviste nelle vie della città. Ma anche Londra, mentre sul piano politico s'avvia il pingpong delle recriminazioni e si assiste a un disperato quanto per ora futile tentativo di riannodare il filo di una pace durata 17 mesi, ripiomba nel regno degli incubi: da ieri la City è nuovamente stretta nell'«anello d'acciaio», con posti di blocco e agenti in giubbotto antiproiettile, creato per proteggerla dopo l'esplosione dell'ottobre 1993. Conta, oltre alle vittime, i danni, che sono ingenti; e allo stato d'assedio si aggiunge lo scherno dell'Ira, che ieri ha rivendicato l'attentato: vi avevamo avvertiti, dicono i repubblicani irlandesi, ma voi siete stati troppo lenti a sgomberare la zona. Il bilancio dell'esplosione - una bomba da almeno 500 chili, di fattura casalinga - è di un morto e oltre cento feriti. Uno di questi, Zaoui Berregaz di 55 armi, è «in condizioni critiche» e sta lottando con la morte. Suo figlio Farid, di 17 anni, ha subito ieri un se¬ condo intervento chirurgico. Altre due vittime, un uomo e una donna, hanno gravi ferite al viso. Tuttora in ospedale è una quinta persona: tutti gli altri sono stati dimessi. Ma le ferite sono anche altre. Quando l'alba ha rischiarato l'Isola dei Cani, il vecchio quartiere popolare attorno al porto di Londra ricostruito negli ultimi anni e rilanciato come centro finanziario e residenziale, è apparso un panorama di macerie che i riflettori dei mezzi di soccorso, durante la notte, avevano solo sfiorato. L'auto-bomba, piazzata in un parcheggio sotterraneo o sotto il lungo viadotto della metropolitana sopraelevata presso la stazione di South Quay, ha gravemente leso 12 edifici. Di questi almeno cinque, svuotati dallo spostamento d'aria, dovranno essere abbattuti. Migliaia di finestre sono andate in frantumi. Le prime stime parlano di danni per 220 miliardi di lire; ma sono, si dice, «stime per difetto». Le ambulanze facevano ancora la spola quando la polizia, pronta a dire di «non avere mai abbassato la guardia», cingeva d'assedio il cuore di Londra. I «rincresciosi ferimenti», precisa l'Ira, si sarebbero potuti evi¬ tare se l'apparato di sicurezza fosse intervenuto con maggiore tempestività sulla base «degli avvertimenti chiari e precisi» ricevuti. E' vero, ammette Scotland Yard: sei telefonate sono state ricevute, a Londra e in Irlanda, a partire da quasi un'ora prima dell'esplosione. Ma il messaggio in codice - ha precisato ieri il capo della polizia, sir Paul Condon era impreciso in merito alla posizione esatta dell'ordigno e all'ora della prevista esplosione. E' andata, comunque, relativamente bene: i grandi uffici della zona, compreso il grattacielo di Canary Wharf che è il più alto d'Europa, si erano svuotati da poco e migliaia di persone erano ancora nelle vie o nei pub circostanti. Poteva diventare una strage. Per tutta la giornata gli specialisti di Scotland Yard hanno passato al setaccio le macerie, alla ricerca di indizi oltre che di eventuali vittime imprigionate in quella scena di guerra. Ma ormai la bomba dei Docklands è alle spalle e ci si domanda se altre seguiranno, se la guerriglia che in 25 anni ha ucciso 3200 persone abbia ucciso anche i sogni di pace. Fabio Galvano Un anello d'acciaio di esercito e polizia stringe la City Gravi due dei feriti Colpiti 12 palazzi (5 da demolire) I danni superano i 200 miliardi A destra, immagini di distruzione e di feriti [fgotoansareuterj

Persone citate: Paul Condon