le armi disperdono 810 mila di Grozny

le armi disperdono 810 mila di Grozny I soldati russi sparano e lanciano lacrimogeni, poi la gente se ne va sui bus mandati dal governo le armi disperdono 810 mila di Grozny Sciolto il sit-in separatista, altri 4 morti (un dodicenne) MOSCA. Soldati e agenti di polizia hanno disperso ieri i manifestanti che da sei giorni sostavano nella piazza di Grozny. I militari hanno sparato e lanciato candelotti lacrimogeni: secondo fonti non confermate ci sarebbero stati quattro morti, che vanno ad aggiungersi ai tre dei giorni scorsi. La Itar-Tass riferisce che alle 14,30 (ora di Mosca) altri 300 manifestanti erano riusciti a forzare i cordoni delle forze di sicurezza e si erano uniti alla manifestazione per chiedere il ritiro delle truppe federali dalla Cecenia. Le forze dell'ordine avevano sparato diversi colpi ma senza riuscire a fermarli. Una donna e un bambino sarebbero caduti in questa fase dei disordini. Secondo l'indipendente Interfax, subito dopo c'è stato l'intervento per sgombrare la piazza che ora è totalmente deserta. La maggior parte dei manifestanti è stata sospinta verso la vicina piazza del mercato e, secondo alcuni testimoni oculari, da un edificio sono partiti alcuni spari contro le forze dell'ordine. Pare che fra le forze dell'ordine ci siano stati almeno due feriti: un soldato delle truppe Omon (ministero dell'interno) e un agente della polizia di Grozny. Tra la folla che presidiava la piazza antistante quello che resta del palazzo presidenziale sarebbero stati uccisi un uomo e una donna, e altre 13 persone sarebbero rimaste ferite. Secondo le informazioni diffuse dal ministero russo dell'interno, poco dopo il grosso dei dimostranti ha abbandonato la piazza con gli autobus messi a disposizione dalle autorità militari russe. L'edificio diroccato della presidenza, che per molto tempo è stato un simbolo della resistenza cecena e la cui conquista è costata centinaia di morti russi e ceceni, è di nuovo deserto, tappezzato però da immagini del leader separatista Giokhar Dudaev e da bandiere secessioniste. E' stata sbaraccata pezzo a pezzo la «cittadina» di tende con tanto di vie intitolate ai capi della lotta indipendentista eretta in questi giorni dai 10 mila ceceni che hanno partecipato alla manifestazione. Molti i momenti di forte tensione, in questi sette giorni: l'altroieri lo scoppio accidentale di un ordigno che ha ucciso un poliziotto e due manifestanti, ieri gli spari (in aria) delle forze fedeche volevano scoraggiare chi tentava di raggiungere la piazza della protesta. [Ansa]

Persone citate: Dudaev, Omon

Luoghi citati: Cecenia, Grozny, Mosca