Germania il voto ai bambini di Emanuele Novazio

Dibattito aperto, c'è chi vuole abbassare l'età a dodici anni Dibattito aperto, c'è chi vuole abbassare l'età a dodici anni Germania, il volo ai bambini «Vivono la politica quanto gli adulti» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Mamma e papà voteranno in nome dei figli? I genitori tedeschi esprimeranno nel segreto dell'urna le preferenze politiche di bambini e adolescenti, in caso di elezioni nazionali e locali? La proposta, avanzata da alcuni gruppi civici vicini alla sinistra, infiamma un dibattito già riscaldato dalla recente decisione della Bassa Sassonia un Land popoloso e benestante - di abbassare a sedici anni la soglia di voto alle consultazioni locali. Una svolta, ma soltanto l'inizio - forse - di una riforma alla quale si avvia un Paese diviso sul destino elettorale di quindici milioni di minorenni: una massa di voti capace di allettare e di fare paura, un nuovo potenziale partito in grado di modificare la bilancia politica del Paese. Il «modello famiglia» prevede, in realtà, che sia proprio la famiglia a trarre un immediato e consistente vantaggio: «Lo Stato si disinteressa dei problemi di una coppia con quattro figli? Forse lo fa perché quella coppia ha soltanto la possibilità di esprimere una coppia di voti», garantisce uno dei teorici del neonato movimento, Hans Hattenhauer. «Se avesse la possibilità di esprimere sei voti, le cose cambierebbero e di certo migliorerebbero, per tanti nuclei famigliari tedeschi». Anche da un punto di vista giuridico, argomentano i sostenitori della riforma elettorale più radicale mai proposta in Germania, non ci sarebbero ostacoli: «La partecipazione al voto e una forma di "capacità giuridica" ed è una qualità del diritto fondamentale. Ma ogni individuo è "giuri¬ dicamente capace" fin dalla nascita», sostiene Hattenhauer. Dove manca il diritto personale di voto, dunque - ed è il caso dei minori di diciotto o di sedici anni - bisogna intervenire attraverso la delega: affidando ai genitori la scheda elettorale dei figli. La tesi dei movimenti civici ha - per molti osservatori - soprattutto il sapore della provocazione. Di certo, però, pone in risalto un problema profondamente avvertito, nella società tedesca che si avvia al Duemila: una partecipazione più articolata e più forte, meglio garantita, dei giovani alla vita politica attiva e ài momenti - sostanziali e formali - che la qualificano. Perché - argomentano anche coloro che, al «modello famiglia» preferirebbero l'abbassamento dell'«età elettorale» - le indagini dimostrano che, fra la popolazione adulta abilitata al voto e quella giovanile che ancora ne è esclusa, non esistono differenze di sostanza per quanto riguarda la disposizione generale nei confronti della politica. In apparenza, almeno: il 35% dei giovani tedeschi di età compresa fra i tredici e i quattordici anni si dichiara «molto interessato alla politica»: la stessa percentuale rilevata nella fascia di età 18-35 anni. Il 30% si dice «interessato», e di nuovo le percentuali vanno d'accordo. Un altro 35% confessa il proprio «disinteresse per tutto quanto è politico»: ancora una volta, sovrapponendosi quasi esattamente alla fascia di età superiore. Tali analogie autorizzano l'estensione del voto a minorenni sempre più giovani, sostiene un coro di esperti sempre più diffuso e tonante: dall'Università di Bielefeld, il professor Klaus Hurrelmann propone la soglia dei dodici anni, l'età alla quale si può cominciare a parlare, con proprietà, di «giovani adulti». Il ministro della Giustizia della Bassa Sassonia, Heidrun AlmMerk, scende addirittura ai sette anni nel caso di elezioni locali, attestandosi sui quattordici per il voto al «Bundestag». Altri oscillano fra i sedici anni - già approvati dal Parlamento regionale di Hannover - e i quindici, fra i quattordici e i diciassette, trovando conforto nelle recenti conclusioni della «Commissione giovani» del Bundestag, e nel rapporto di un gruppo di esperti presentato ai deputati federali: l'età elettorale di diciotto anni non è più conforme ai tempi, è giuridicamente e socialmente sbagliato escludere da scelte politiche decisive ragazzi e ragazze «a tutti gli effetti paragonabili ai maggiorenni». Meglio la strada dell'età del resto, sostengono i precursori della Bassa Sassonia, piuttosto che quella della «delega famigliare», incapace di garantire e difendere il reale pensiero dei figli. Emanuele Novazio

Persone citate: Hans Hattenhauer, Land

Luoghi citati: Bassa Sassonia, Germania