Il tesoro sepolto due volte di Franco Pantarelli

Il tesoro sepolto due volte LA STORIA Il tesoro sepolto due volte MNEW YORK AX Rittgers, un ex avvocato di 65 anni che ora vive in Florida, ha trovato per caso sulla riva di un torrente il tesoro che avrebbe potuto cambiare la sua vita e renderlo un uomo ricco e felice. L'ha gettato via di proposito, spiegando agli amici e ai familiari increduli che «era l'unica decisione giusta da prendere». Quando Max inciampa nel suo strano destino, si sono appena verificati due drammi che lo hanno gettato a terra: suo figlio Mark, di poco più di 20 anni, è morto in un incidente stradale e sua moglie Jenny, la compagna di tutta la vita, lo ha lasciato. E' disperato, la tentazione di «lasciarsi andare» è fortissima, ma alla fine si fa convincere dall'altro suo figlio Peter a raggiungerlo nel South Dakota per trascorrere qualche tempo con lui. Il duro inverno dei «Great Plains» è agli sgoccioli, sull'immensa prateria si sta distendendo la nuova primavera e Max passa le giornate in passeggiate e lunghe escursioni in canoa sul fiume Cheyenne, in compagnia del suo cane Ben. E' proprio durante una di queste escursioni alla confluenza fra il Cheyenne e il Belle Fourche River, che il suo cane, correndo e scavando il terreno, trova una targa di piombo e la porta al padrone. Max la pulisce dal terriccio e vede un'iscrizione: «A Miotte Le 7 de Marse 1743». Un cimelio storico, piantato in quel luogo 33 anni prima che gli Stati Uniti nascessero. Lo porta a casa, lo mostra al figlio, comincia a indagare per capire a chi possa essere appartenuto e scopre che se non è un biglietto vincente della lotteria è qualcosa che gli somiglia molto. A piantare quella targa, infatti, potrebbe essere stato Pierre Gaultier de Varenne, «signore della Vérendrye», che per conto del governo francese esplorò quella zona alla ricerca del «passaggio a Nord-Ovest» verso il Pacifico. La sua spedizione è passata alla storia come il «Vèrendrye Party». Max prosegue nella sua indagine, mostrala targa ad alcuni studiosi dell'epoca della Fontiera e scopre che non solo è autentica, ma costituisce anche la più vecchia testimonianza del cammino compiuto da Vèrendrye. L'unico altro reperto conosciuto è infatti una targa simile a quella, datata 30 marzo 1743 (quindi collocata 23 giorni dopo) e trovata, nel 1913, nei pressi di Pierre, la capitale del South Dakota circa 200 miglia più a Est. Il nuovo ritrovamento, dunque, consente anche di correggere la storia perché dimostra che il «Vèrendrye Party» si spinse molto più a Ovest di quanto si era supposto finora. Ma oltre a queste Max fa anche altre scoperte, una delle quali molto importante per lui: il contatto fra il «Vèrendrye Party» e gli indiani Mandan, che all'epoca vivevano in quella regione, fu estremamente violento e tragicamente simile a tanti altri. All'ospitalità ricevuta dai Mandan - che al contrario dei nomadi Sioux venuti dopo di loro erano sedentari e vivevano di agricoltura in insediamenti stabili - Pierre Gaultier de Varenne rispose come gli Franco Pantarelli CONTINUA A PAG. 2 PRIMA COLONNA

Luoghi citati: Florida, Pierre, South Dakota, Stati Uniti