«Niente soldi per La Fenice»

«Niente soldi per La Fenice» L'Herald Tribune: «Senza piani di ricostruzione, congeliamo i contributi» «Niente soldi per La Fenice» MENTRE in Italia si moltiplicano le iniziative per la raccolta di fondi per la ricostruzione della Fenice, dagli Stati Uniti arriva un segnale opposto. Gli americani non si fidano, vogliono certezze sul futuro del teatro distrutto dalle fiamme: «Mandate contributi a lavori cominciati», è il consiglio. Se ne fa portavoce 1'«Herald Tribune* di ieri, dicendo - a proposito dell'incendio - che si è trattato assai più di «follia umana», che di disgrazia o incidente: indubbiamente - denuncia il giornale - c'è stata incuria, e probabilmente una serie di errori. Non si può al momento considerare provato nessuno degli elementi messi in evidenza dall'«He- rald Tribune». Ma è certo che quel che dice il giornale americano non è lontano dall'effettivo sviluppo dei fatti e rivela duramente, ancora una volta, una «storia italiana» di cui avremmo fatto volentieri a meno. Da parte nostra dobbiamo sottolineare, anche per averlo seguito di persona, il formidabile lavoro dei Vigili del Fuoco, di cui spesso ci si dimentica, e di parecchi volontari; il vero miracolo l'hanno fatto loro, ed è questo: in una notte di vento, in pieno dedalo antico, infiammabilissimo, l'incendio non si è diffuso nemmeno a distanze minime d'un paio di metri dal rogo. C'è di più. L'«Herald Tribune» precisa i costi della ricostruzione, finora prevedibili in duecento miliardi; i contributi governativi, finora di circa venti; le assicurazioni, per circa venticinque. Contributi volontari e prestiti fioccano già da diverse parti: parecchi ogni giorno. Però - ecco il punto - il giornale raccomanda che i soldi non vengano consegnati se prima i progetti di ricostruzione non siano definitivamente approvati; in pratica solo all'inizio dei lavori. Confermiamo che questo è il punto di vista di parecchie associazioni, tra cui Save Venice di New York e di parecchi aderenti di Italia Nostra di Venezia. Viceversa si sa che sta per essere costruita una grande tenda nella zona di arrivo in città, a poca distanza dai garage: una vasta «tensostruttura» sostitutiva, di alto costo, entro cui potrà continuare la stagione teatrale, in maniera anche da non dover rimborsare i biglietti già venduti. Ebbene i contribuenti stranieri non vogliono che i loro soldi finiscano nella tensostruttura: devono andare «al teatro» - e nemmeno devono andare, secondo alcuni, a quell'ente lottizzato, burocratico, parassitario che è ora la Fenice, secondo la loro opinione. A noi basterebbe che la tensostruttura durasse un anno, e che l'anno dopo comincino i lavori di ricostruzione. Paolo Barbaro

Persone citate: Paolo Barbaro, Venice

Luoghi citati: Italia, New York, Stati Uniti, Venezia