Ifil cede ad Accor il 25% di Sifalberghi di Ugo Bertone

Ifil cede ad Accor il 25% di Sifalberghi Ifil cede ad Accor il 25% di Sifalberghi TORINO. L'Ifìl ha ceduto il 25 per cento della Sifalberghi alla Gemeaz Cusin, società italiana controllata dal gruppo Accor del quale Ifil è azionista. «La cessione - dice un comunicato dell'Ifil - è coerente con la strategia di avviare con i partner operativi iniziative al fine di poterle poi congiuntamente valorizzare». La partecipazione di Ifil in Sifalberghi ammonta ora al 25 per cento. Sifalberghi, joint venture avviata pariteticamente nel 1988 da Ifil e da Accor, gestisce oggi oltre 2900 camere con un volume d'affari complessivo che, a fine 1996, si prevede arrivi a superare la somma di 115 miliardi di lire. Il presidente dell'Ifil Umberto Agnelli, commentando la notizia della cessione da parte della finanziaria della fa¬ miglia Agnelli del 25 per cento della Sifalberghi al gruppo Accor, ha rilevato che è interesse della finanziaria rimanere nel settore turistico alberghiero. «Abbiamo cominciato con Accor - ha detto Agnelli - l'iniziativa Sifalberghi ed è nostra strategia accompagnare queste aziende in settori in cui vediamo potenzialità di sviluppo, dopodiché vadano avanti con le loro gambe». Accor controllerà così il 75 per cento della Sifalberghi, perché il 25 per cento che ha acquisito dall'Ifil si aggiunge al 50 per cento già in suo possesso. Il gruppo Ifil ha una quota del 2 per cento del gruppo alberghiero Accor e insieme a questo controlla la catena di hotel francesi «Formule 1» (della quale ha il 31 per cento). E anche l'Italia partecipa alla grande danza delle alleanze, vecchie e nuove, in un quadro in movimento. Il prologo era stata la cessione della Ciga alla Itt Sheraton, poi il rientro dell'Aga Khan in Costa Smeralda. Adesso la corsa accelera. Proprio giovedì sera, a Roma, Franco Caltagirone, neo proprietario di Situr, la società da cui dipende la Valtur, si è incontrato con Serge Trigano, leader del Club Mediterranée, il secondo socio di Valtur. Era il primo contatto dopo l'acquisto, a sorpresa a fine gennaio, del gruppo da parte della Gedit di Caltagirone (assieme al San Paolo). E l'intesa italo-francese pare poter funzionare. Già s'avverte, del resto, la pressione sul Mediterraneo dei potenti tour operatore inglesi e tedeschi. Già ben solida, invece, è l'accoppiata Accor-Ifil, cementata ieri dall'ascesa del gruppo francese nella Sifalberghi, la società che controlla le iniziative italia¬ ne del gruppo. La gestione già era nelle mani di Accor. Ifil, dal canto suo, è tra i primi azionisti di Accor. «Noi rimaniamo interessati al settore» ha subito sottolineato Umberto Agnelli. Ifil, del resto, è anche il primo azionista del Club Mediterranée (più del 13% del capitale). Il turismo, assieme all'annientare, è il secondo caposaldo parigino della diversificazione degli investimenti del gruppo Agnelli. «Forse perché - commentano al Club Med, splendida sede proprio davanti alla Borsa - la gente può fare sacrifici. Ma non nel cibo e nelle vacanze...». Gli analisti sono d'accordo. «Il mercato è ripartito - spiega Alex Kyriakidis dell'Arthur Andersen - nel '94. Prima c'era stata la guerra del Golfo, poi un periodo di stagnazione legato alla recessione e ai tassi di interesse elevati. Quella degli alberghi è un'industria ciclica, e oggi potrebbe iniziare un ciclo positi¬ vo...». Adesso, dopo due anni di ripresa, il settore ridesta gli interessi della grande finanza perché è maturo per dare, nel breve periodo, risultati economici più che interessanti. «Credo - continua l'esperto di Arthur Andersen - che gli alberghi europei possano interessare gli investitori. Chi? Europei, certamente, ma anche asiatici ed americani». Già, all'inizio degli Anni Settanta la prima grande offensiva nel turismo venne condotta dalle compagnie aeree. Ora, quasi tutte hanno passato la mano. Ma al loro posto si affollano i grandi in arrivo dall'America e, soprattutto, dall'Asia, la terra tra l'altro più promettente per i nuovi investimenti. E i finanzieri pronti a staccare assegni da miliardi (di dollari) non mancano: i banchieri cinesi di Hong Kong della New World, già proprietari della catena Ramada; i thailandesi di Dusit Sindhorn, compratori della catena tedesca Kempinsky (già Ugo Bertone

Persone citate: Aga Khan, Agnelli, Alex Kyriakidis, Arthur Andersen, Serge Trigano, Umberto Agnelli

Luoghi citati: America, Asia, Caltagirone, Hong Kong, Italia, Roma, San Paolo, Torino