«In sei nomi l'assassino di Marisa»

«In sei nomi l'assassino di Marisa» «In sei nomi l'assassino di Marisa» COMO. «Tra quei fiori probabilmente ci sono anche quelli dell'omicida», dice un carabiniere, indicando i mazzi deposti sulla bara di Marisa Fontanella, la commessa di Erba uccisa con una coltellata mercoledì, a pochi passi da casa sua. Oggi si svolgeranno i funerali, alla chiesa Santa Marta di Erba. Intanto le indagini si stringono attorno a coloro che conoscevano molto bene la commessa della boutique «Replay» di piazza San Fedele a Como. Sul taccuino degli inquirenti ci sono sei nomi, uomini che ieri sono stati interrogati dal magistrato: il fidanzato Ivan Lissi; Luca Ballabio, figlio del proprietario della boutique dove lavorava Marisa; due poliziotti e due commessi di un negozio di Como. Top secret sul contenuto degli interrogatori. Il magistrato tace, altrettanto fanno i carabinieri. Per fare il punto sulle indagini, il pubblico ministero Nessi usa un'immagine sportiva: «Abbiamo perso lo sprint iniziale, anche perché sul luogo del delitto non abbiamo trovato elementi utili in grado di indirizzare verso la pista precisa le indagini. A questo punto diventa una sorta di maratona, una "gara" di resistenza, nella speranza che l'omicida possa compiere un passo falso». [f. m.] per ora puntano sulla figura di lui, un alto funzionario della Bundesbank, che partecipava a convegni e teneva conferenze in giro per il mondo sull'informatica bancaria. Delitto passionale, forse. La moglie di Hans è stata interrogata e ha un alibi di ferro: turno di notte nella farmacia. Pure i figli avrebbero l'alibi. Oppure, potrebbe trattarsi di qualcos'altro, legato al lavoro che faceva lui, ai suoi segreti. Hans Otto Detmering viveva in Germania, a Konigstein, in una grande villa con la moglie Helsa Schuch, 58 anni, farmacista, e i figli Holger e Heike, di 25 e 27. Cinque anni fa aveva conosciuto Clorinda Cecchetti duran¬ te una vacanza. Lei era una donna dolce e un po' timida. Donna di preghiera e di chiesa. Viveva in paese, a Penna San Giovanni, accudendo la mamma malata. Famiglia ricca, lo zio sindaco e il fratello avvocato. Si conobbero in montagna, lei e quel signore dai modi così per bene. Fu subito una gran passione. Hans chiese dopo poco tempo il divorzio alla moglie, ma lei glielo negò. In quel periodo, racconta l'avvocato Nazareno Cecchetti, arrivarono le prime telefonate minatorie a casa di Clorinda. «Alcune ancora poco tempo fa», ripetono le amiche. «Lei ci diceva che non le capiva, perché erano in tedesco. Il tono era minac¬ cioso, cattivo». Hans scese due volte giù in paese, per conoscere la mamma e i familiari Disse che per ora la moglie non gli concedeva il divorzio, anche se a Konigstein nella grande villa vivevano come separati. Solo negli ultimi tempi le cose dovevano essersi accelerate. E proprio pochi giorni fa le due donne avevano litigato al telefono. E adesso Clorinda e Hans avevano deciso di comprare un attico, a Merano, dove ci venivano spesso, anche d'estate. E sabato erano scesi all'hotel Conte di Merano. Tre stelle, nel centro della città, una camera matrimoniale su via delle Corse, a due passi dalla piazza del Com- DELITTO DB COMO

Persone citate: Cecchetti, Ivan Lissi, Luca Ballabio, Marisa Fontanella, Nazareno Cecchetti

Luoghi citati: Como, Erba, Germania, Merano, Penna San Giovanni