Lo sgarbo di Rigoberta Menchù al Pupa
Lo sgarbo di Rigoberta Menchù al Pupa Lo sgarbo di Rigoberta Menchù al Pupa // Nobelper la pace non va al colloquio con Giovanni Paolo II L'eroina dei diritti degli indios voleva un'udienza privata Non l'ha ottenuta, da qui la sua ripicca In Venezuela indulto per 150 carcerati stati buoni, accompagnato da dieci persone. A questo punto deve essere maturata la decisione di non presentarsi per nulla alla Nunziatura. Già all'arrivo, durante la cerimonia alla Presidenza, Rigoberta Menchù aveva osservato: «Vedete quante mani stringe il Papa! Ma non ce n'è nessuna di un indio». Prima di lasciare il Centro America Papa Wojtyla ha ricevuto due petizioni piuttosto inusuali. Entrambe chiedevano l'intervento del Pontefice in una materia molto delicata, quella della santità. I vescovi del Guatemala hanno deposto nelle mani del «Gerarca supremo della Chiesa», come è chiamato qui, una prima lista di 77 fra sacerdoti e catechisti morti durante la guerra civile, in genere per mano dell'esercito, con la richiesta ufficiale che costoro, «ùnmolati violentemente» perché difendevano la giustizia evangelica, siano qualificati ufficialmente «martiri»; una definizione utile ad aprire la via degli altari in forma più rapida dell'usuale. L'altra petizione riguarda la beatificazione di mons. Oscar Arnulfo Romero, assassinato nel 1980 da un commando di destra mentre celebrava messa. E' firmata da decine, forse centinaia di migliaia di persone (a San Salvador si diceva: un milione), e il Pontefice l'ha ricevuto dopo essersi immerso in preghiera, come ultima tappa del suo blitz di una giornata a El Salvador, sulla tomba del vescovo, nella cripta della basilica, non ancora restaurata dopo il terremoto. Romero è diventato la «bandiera» della Chiesa «povera»; accusato di essere molto conservatore, quando fu scelto come vescovo, assunse via via posizioni sempre più critiche verso il governo e l'establishment militare, fino alla sua morte. Quando fu ucciso, si brindò alla sua morte; e ancora la sua figura è vista con sospetto dalla destra. La petizione popolare renderà anche per lui più agevole il riconoscimento del martirio; il portavoce papale ha dichiarato che comunque la sua figura è prioritaria, in un elenco di possibili candidati agli altari. Prima di partire per Caracas Papa Wojtyla ha incontrato brevemente, in Nunziatura, dopo la messa privata Rigoberta Menchù, la teologa india insignita del Premio Nobel; suo padre è uno delle centinaia di catechisti uccisi nella guerra. E subito dopo è volato verso Caracas, per una visita di due giorni. E' stato preceduto dalla notizia di un indulto presidenziale verso centoquarantasette detenuti, sollecitato dalla Chiesa locale e da lui stesso; e il suo primo appuntamento, non a caso, è stato un carcere. Non a caso perché la situazione giudiziaria della patria di Simon Bolivar è disastrosa. A Caracas la visita del Papa è cominciata in mezzo a misure di sicurezza strettissime: le proteste studentesche di questi giorni e lo stato di agitazione di centinaia di migliaia di dipendenti pubblici fanno temere qualche clamoroso atto dimostrativo. Marco Tosarti
Persone citate: Giovanni Paolo Ii, Oscar Arnulfo Romero, Papa Wojtyla, Rigoberta Menchù, Romero, Simon Bolivar
Luoghi citati: Caracas, Centro America, El Salvador, Guatemala, San Salvador, Venezuela
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