A Londra ritorna il terrore dell'Ira di Fabio Galvano

Una telefonata annuncia: inglesi attenti, la tregua è finita. Un'ora dopo l'esplosione nei docks Una telefonata annuncia: inglesi attenti, la tregua è finita. Un'ora dopo l'esplosione nei docks A Londra ritoma il terrore dell'Ira Bomba nel quartiere degli affari e dei giornali, 100 feriti cordato le garanzie offerte dal Sinn Fein. All'organizzazione politica dei cattolici irlandesi e ai leader dell'Ira Major ha chiesto «un'immediata condanna dell'accaduto». La conferma, insomma, che responsabile sia soltanto un gruppo ribelle: un modo per capire quale sia la matrice esatta del ritorno alla violenza. Da Belfast i lealisti protestanti denunciano naturalmente l'Ira per la fine della tregua e invitano il governo di Londra a replicare con fermezza. I moderati cercano invece, come Londra, di capire se il filo della speranza può essere riannodato. Per mesi il sentiero della pace era stato bloccato dall'insistenza britannica che prima di partecipare a un negoziato multilaterale l'Ira avrebbe dovuto rinunciare al suo arsenale militare. La soluzione era parsa venire due mesi fa, in occasione della visita di Clinton che aveva acceso tante speranze: si era optato per un «doppio binario», cioè l'apertura del negoziato mentre una commissione internazionale guidata dal senatore americano George Mitchell avrebbe cercato una soluzione al problema delle armi. Ma neppure quell'escamotage era riuscito; e il mese scorso Major, adottando un'ipotesi caldeggiata dagli unionisti, aveva proposto elezioni in vista del negoziato; elezioni che, secondo i repubblicani, avrebbero ricalcato tragiche soluzioni del passato. La scorsa settimana il ministro degli Esteri irlandese Dick Spring aveva fatto una controproposta: l'apertura immediata di un negoziato come quello che ha portato la pace in Bosnia. Ma era stata Londra, questa volta, a dire di no. L'impasse era grave, anche se molti dei protagonisti ancora speravano di poterla superare. Proprio ieri il primo ministro irlandese John Bruton (che in serata ha completato l'unanimità della condanna denunciando «senza riserve» l'atto terroristico mentre il presidente americano Clinton esprimeva a Major la sua «profonda preoccupazione»), aveva ipotizzato l'apertura del negoziato entro la fine di febbraio. Ma l'annuncio dell'Ira e l'esplosione di Londra rimettono tutto in discussione. Fabio Galvano I primi soccorsi ai feriti e una squadra di pompieri vicino al Canary Wharf (FOTO ANSA] BUCKINGHAM (i X\ PALACE j , ^ tONDÒN* «' / ! i~ tONDÒN BRIDGE // •torre di hondra

Persone citate: Clinton, Dick Spring, George Mitchell, Ira Bomba, Ira Major, John Bruton

Luoghi citati: Belfast, Londra