la TREGUA un film per rinascere di Primo Levi

un film per rinascere Incontro con Francesco Rosi e gli attori che porteranno nei cinema il celebre romanzo scritto da Primo Levi TREGUA un film per rinascere ROMA. Era dal 1987 che Francesco Rosi aveva in mente di realizzare un film dal libro di Primo Levi «La tregua», ma solo ieri pomeriggio, attorniato dagli attori e dai produttori della pellicola, il regista di «Salvatore Giuliano» e «Cadaveri eccellenti», ha potuto finalmente dare l'annuncio ufficiale: le riprese avranno inizio a metà marzo in Ucraina e dureranno tredici settimane. Il tempo di raccontare per immagini la storia del ritorno, a casa e alla vita, di un gruppo di prigionieri ebrei scampati ai campi di concentramento. «Ritengo l'argomento del libro attualissimo - dice Rosi -: basta guardare la situazione dell'ex Jugoslavia per capire come sia contemporanea la convinzione che il mondo viva ormai di tregue e non di pace». Una lunga chiacchierata telefonica con Primo Levi, nove anni fa, poco prima della sua tragica scomparsa, è stata fra i passi iniziali del lungo cammino di realizzazione del film: «Ci trovammo subito d'accordo sull'impostazione. Levi mi disse ctìe aveva scritto il libro per divertirsi e per divertire il lettore. In quelle pagine c'è il racconto della gioia di esistere, del recupero della speranza, dell'accanimento dell'uomo che vuole vivere a tutti costi, anche se sa di trovarsi davanti a un mondo fatto di guerre. Dell'idea del film Levi fu molto contento, ma aggiunse che la notizia lo raggiungeva in un momento particolarmente buio della sua esistenza. Capii le sue parole solo dopo, quando l'I 1 aprile dell'87, ebbi la drammatica notizia del suicidio». Ma la passione e la voglia di trasformare «La tregua» in film non hanno abbandonato Francesco Rosi. Il primo trattamento scritto insieme con Tonino Guerra è stato tradotto e proposto in vari Paesi, poi è arrivato l'interessamento di Martin Scorsese e il primo incontro con il produttore Leo Pescarolo che oggi realizza il progetto insieme con Guido De Laurehtiis, con 0 Consorzio dei produttori cinematografici indipendenti, con la Rai (che offre 3 miliardi in cambio di sette anni di diritti per sette passaggi in tv) e con sostegni francesi, svizzeri, tedeschi. «La tregua», costo complessi- vo 18 miliardi di lire, sarà un grande film internazionale, paesaggi sconfinati e folle di comparse, girato in presa diretta in inglese da attori italiani, ma anche polacchi, russi, ucraini. Il ruolo del protagonista, cioè Levi stesso, è stato affidato all'attore italo-americano John Turturro, il direttore della fotografia è Pasqualino De Santis e, la sceneggiatura porta le firme di Sandro Petraglia e Stefano Rulli. Rosi ha presentato il cast spiegando la parte di ognuno: «Massimo Ghini, che deve perdere molti chili, è Cesare, un personaggio buffo e solare, capace, nella vita, di adattarsi a quasi tutto; Roberto Citran è un violinista: quando riavrà tra le mani il suo strumento ricomincerà finalmente a intravedere la speranza; Andy Luotto è un marinaio siciliano nelle cui vene scorre sangue ebreo; Stefano Dionisi è un ragazzo che ha perso tutta'la sua famiglia, 33 persone. E' colmo di dolore, non si arrende, non perdona e attraverso di lui Levi spiega come, per ricostruirei sia necessario l'amore e non l'odio». La sceneggiatura, spiega Petraglia, è stata scritta «nel rispetto dello spirito del libro anche se è stato necessario inventare qualcosa. Levi aveva spiegato che quei mesi, trascorsi nel viaggio da Auschwitz a Torino, furono come una lunga, assurda vacanza, i più felici della sua vita. Speriamo di aver reso questo significato e ci auguriamo di poter lavorare sempre su testi come "La tregua": pieni di incontri, fatti, personaggi». Una trama che, come sottolinea il regista, alterna alla descrizione della sofferenza, del dolore, dell'inaccettabilità di quello che è accaduto, «punte di ironia e momenti di comicità». Dice Rosi: «Sono stato a Auschwitz e a Birkenau, ne ho tratto l'immagine concreta della follia nazista, della volontà di annullamento del popolo ebreo, ma anche dei gitani, degli omosessuali, dei malati, degli handicappati. E l'annullamento voleva essere totale perché dello sterminio sono state distrutte le prove, bruciati i registri con i nomi delle vittime. Levi ha più volte spiegato che non desiderava la vendetta per tutto questo, ma solo la giustizia perché chi ha commesso il crimine deve pagare. Non ho voluto raccontare ancora una volta gli orrori dell'Olocausto, ho scelto "La tregua" e non "Se questo è un uomo", per parlare della, capacità dell'individuo di rinascere dalle sue stesse ceneri. Ma non bisogna dimenticare e vorrei che anche questo film servisse a ricordare». Fulvia Caprera fi' la storia del ritorno a casa e alla vita di un gruppo di ebrei scampati ai lager. Il regista: «Parlai del mio progetto allo scrittore poco prima che morisse, ne fu molto felice. L'argomento è attualissimo, basta guardare l'ex Jugoslavia» Un cast tutto maschile: Luotto, Dionisi e Ghini che deve dimagrire Francesco Rosi, era dal 1987 the pensava di girare «La tregua» le riprese cominceranno a metà marzo in Ucraina John Turturro protagonista de «La tregua» e a destra. Primo Levi l'autore dei libro Massimo Ghini sarà Cesare, un uomo buffo e solare

Luoghi citati: Jugoslavia, Roma, Torino, Ucraina