Il malcostume nell'università italiana e la dignità del Padre Nostro

77 malcostume nell'università italiana e la dignità del Padre Nostro AL GIORNALE 77 malcostume nell'università italiana e la dignità del Padre Nostro Ci serve un ministro sopra le parti Immaginiamo cosa accadrebbe se, dovendosi costituire una commissione parlamentare antimafia, venisse scelto a presiederla proprio un capo mafioso, argomentando che «trattasi di esperto della materia». Il boss prescelto si troverebbe ad operare in palese conflitto di interessi e, certo, approfitterebbe della ghiotta opportunità per favorire la sua cosca. Fantapolitica? Non esattamente. Mutatis mutandis, è proprio quanto succede nel ministero che ha la delega per l'Università. Ormai da 50 anni, ogni volta che c'è da formare un nuovo governo, quella delega viene affidata ad un professore universitario «suggerito» dalla stessa corporazione. Questo succede a causa di forti pressioni esercitate da universitari presenti in Parlamento, ma anche a causa di un diffuso, inconfessato ed ingiustificato complesso di inferiorità che la politica ed il giornalismo hanno nei confronti dell'accademia. Anche la cronaca giudiziaria ha evidenziato come negli ultimi 15 anni le università italiane siano diventate dominio di malcostume e illeciti. In queste condizioni, un nuovo ministro espressione ancora una volta della complicità accademica è quanto meno inopportuno. Dottor Maccanico, chi pensa lei di indicare come ministro per l'Università? Se davvero la sua sensibilità democratica è così spiccata come dicono i più, si faccia carico anche di un supplemento di responsabilità. La questione formativa è essenziale per la democrazia, come pure per lo sviluppo. Si sforzi di entrare personalmente nel merito. Ne ha titolo. Scelga fra i non universitari il suo uomo (o donna) per l'Università. Coordinamento Professori Associati Università di Genova La fuga «fantasma» del Dalai Lama Vorrei portare la mia testimonianza riguardo la questione avanzata da autorevoli personalità circa il vuoto ed il genocidio della cultura che avanzano nel nostro Paese. Ho acquistato recentemente il libro «India - Un milione di rivolte» di V. S. Naipaul nell'edizione Oscar Mondadori - Scrittori del Novecento, pubblicato nel gennaio '96; nel retro del libro, dove viene esposta la biografia dell'autore, è indicato il luogo e la data di nascita (Trinidad 1932) ed il luogo e la data di morte (Londra 1.985). A me risulta che V. S. Naipaul (uno dei più grandi scrittori in lingua inglese e candidato nel '95 al premio Nobel) sia tuttora vivente ed in buona salute. Altro imperdonabile errore l'ho riscontrato sfogliando una copia de 17 Giornale dell'8 settembre 1995, dove, a proposito di un articolo sulla situazione attuale del Tibet, ho letto che Tenzin Gyatso, il Dalai Lama, capo spirituale dei tibetani e premio Nobel per la pace, risiede a Lhasa, capitale del Tibet; penso che tutti sappiano che il Dalai Lama è fuggito dal Tibet nel 1959 in seguito all'invasione armata da parte dei cinesi e si è rifugiato in India, dove risiede tuttora. Ritengo inammissibili certe «leggerezze» (che non sono certo errori di stampa) compiute da chi ci trasmette cultura attraverso i libri o informazione attraverso quotidiani nazionali di grande tiratura. Giorgio Perrot, Ivrea (Torino) La traduzione è cristallina Per quanto attiene alla proposta della Cei di cambiare in alcune parti la traduzione italiana del «Padre Nostro», concordo pienamente con Lorenzo Mondo: «La traduzione che conosciamo ricalca con assoluta dignità, con cri- stallina aderenza di lessico e immagini, il latino di San Girolamo. Per questo, e per la forza suggestiva che nasce da una pronuncia secolare, c'è da augurarsi che non sia toccata». (La Stampa del 4 febbraio). Le espressioni in discussione sono: «sia santificato il tuo nome», «dacci oggi il nostro pane quotidiano», «rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiano ai nostri debitori», «non indurci in tentazione», a) Gli chiediamo che sia santificato il Suo nome da ogni creatura, ma con amore di fratelli per i fratelli nostri e perché Egli solo può illuminare le menti e sensibilizzare le coscienze; b) Invochiamo da Lui quel pane mate- riale che è, però, anche velo allegorico del pane spirituale: (in significato aperto, Gli chiediamo il cibo che mantiene la vita del corpo, strumento e ministro della vita dello spirito, perché - come la manna nel deserto per gli ebrei può trattarsi di qualunque cibo); c) Gli chiediamo di rimettere a noi i nostri debiti come noi li rimet¬ tiamo ai nostri debitori, perché non dobbiamo pregare col risentimento o il rancore nel cuore per le offese che ci hanno fatto i nostri simili: (per esemplificare concretamente, non bisogna fare come il servo della parabola che, perdonato dal padrone del suo debito di diecimila talenti, non perdona al compagno quanto gli deve, e cioè solamente cento denari cfr. Matteo XVIII, 23-35); d) Gli chiediamo di non indurci in tentazione, cioè Lo preghiamo affinché impedisca allo spirito del male di insidiare la nostra debolezza. Vale a dire: «Non permettere, o Signore, che siamo indotti in tentazione»; e, poiché non è sempre possibile, Gli chiediamo che ci aiuti con la Sua grazia a non acconsentirvi, supplicandola con le parole: «liberaci dal male», comprendendo che il vero male, il male dei mah, è senza dubbio il peccato. Arduino Grulli, Torino Sai Babà, movimento non una setta D movimento legato a Sri Sathya Sai Babà non può essere definito una setta perché non prevede alcuna forma di conversione o di abiura verso il proprio credo religioso; esso è assolutamente apolitico e aconfessionale e non prevede che vengano praticati riti di nessun tipo da parte di coloro che entrano a farne parte. Il messaggio portato avanti dal movimento in pieno accordo con quanto insegnato da Babà è «Ama tutti, Servi tutti», infatti il servizio sociale disinteressato senza distinzione di credo, casta o razza è il fulcro attorno al quale ruotano tufte le attività del movimento. Per esempio in India Babà ha fatto costruire ospedali gratuiti e liberi a tutti, sta lanciando un grandioso progetto che prevede la potabilizzazione delle acque di 2 fiumi e la trivellazione di svariate centinaia di pozzi per alleviare i problemi idrici della popolazione. Ha fatto costruire scuole di ogni ordine e grado gratuite e aperte a tutti. Se fare ciò significa essere setta allora vi sono sette ben più grosse e radicate. Infine per quanto riguarda il messaggio relativo alla moralità e comportamenti sessuali basta leggere ciò che dice Babà in proposito e da cui si può evincere che egli scongiura di praticare la monogamia essendo l'adulterio uno dei comportamenti più immondi dell'uomo; inoltre sottolinea più volte come comportamenti sessuali che non siano improntati a una più che rigida condotta morale sono fuorviami dalla strada spirituale e di conseguenza da considerare negativi. Carlo Marchi, Biella Pendolari, molte idee e tanti disagi Rilanciare la questione Piemonte nelle ferrovie ritengo sia essenziale anche perché centri come Cuneo non hanno tuttora collega menti con Milano e neanche con Bologna, e che città come Novara e Vercelli o come la valle del Lago d'Òrta non siano decentemente messe a nuovo e non solo miglio rando i tempi di percorrenza ma attuando una ristrutturazione che è già avvenuta; un esempio la Bologna-Brennero, città importanti come Casale Monferrato non dispongono di collegamenti diretti nei confronti di Milano ma solo con Torino, sono escluse Piacenza e Bologna ma anche il Triveneto, andrebbero migliorati molti treni e la istituzione di relazioni veloci «Ir» trasversali che colleghino Torino e Milano via Biella, oppure via Casale-Asti. Come pendolare di idee ne ho tante, ma finora malgrado esista «amico treno» i disagi sono rimasti: la richiesta è che con il nuovo orario estivo venga rilanciata anche la provincia alluvionata istituendo un diretto che colleghi Cuneo con Alba e Piacenza-Parma. Spero sia possibile e che vi sia maggior trasparenza e nel attuare sempre la politica dei due pesi e delle due misure. Ursula M., Novara