Le ARMATE di WOJTYLA

LA STAMPA Focolarini, Comunione e Liberazione, Opus Dei: l'autorità della Chiesa e il radicalismo religioso Le ARMATE I «nuovi movimenti» nell'analisi d'un cattolico inglese: il vero «esercito» controia modernità il LLA fine del secondo mil1 lennio Roma non è molto \ diversa, agli occhi di un fi pellegrino straniero, dalla AAJ grande città imperiale dei primi secoli dopo la nascita di Cristo. Allora pullulava di santoni, profeti, taumaturgi, sacerdoti orientali, culti esoterici, comunità clandestine, riti catacombali. Oggi la città appartiene a una sola Chiesa, quella fondata.da Pietro, ma è pur sempre il luogo spirituale in cui si danno convegno e hanno il loro quartier generale i nuovi movimenti religiosi del pianeta cattolico: i Legionari di Cristo, Opus Dei, Catechumenate, Focolare, Comunione e Liberazione. Questi nuovi venuti hanno occupato le venerabili basiliche della cristianità, s'insediano nelle case generalizie degli ordini tradizionali, celebrano riti antichi con uno stile moderno, fanno un proselitismo aggressivo, proclamano la presenza di Cristo nella società, formano l'avanguardia marciarne di un nuova spiritualità, sono l'Armata del Papa. Hanno caratteri diversi. Alcuni, come Opus Dei, sono elitari, altri, come Focolare e Catechumenate, popolari. Sono ecclesiastici come i Legionari di Cristo (2500 sacerdoti), laici come Focolare, «prelature personali» come Opus Dei. Hanno una spiccata sensibilità per il mondo della cultura, come Comunione e Liberazione, o manifestano disprezzo per gli intellettuali come Focolare. Ma sono al tempo stesso molto simili. Il primo carattere comune è l'esistenza di un fondatore carismatico, oggetto di una sorta di culto della personalità. Focolare, il più antico, fu fondato durante la guerra da una giovane trentina, Chiara Lubich. Opus Dei deve la sua esistenza a un sacerdote spagnolo, Josemaria Escriva. Comunione e Liberazione fu fondato tra la fine degli Anni Cinquanta e l'inizio degli Anni Sessanta da un prete milanese, Don Giussani, allora insegnante di religione in un liceo della città. Catechumenate è opera di un pittore spagnolo, Kiko Arguello. Assistito da una ex suora, Carmen Hernandez. Per i loro seguaci essi sono piccoli pontefici, ammirati, venerati, adulati. Il secondo carattere comune è rappresentato da una singolare combinazione tra il rigore religioso della loro dottrina e la modernità degli strumenti con cui diffondono la loro presenza nel mondo. Come altri gruppi integralisti, soprattutto nei Paesi musulmani, i movimenti combinano un forte conservatorismo religioso con strategie e tecniche spregiudicate nel campo della comunicazione e delle relazioni pubbliche, La loro «chiesa» è spesso uno stadio, un palazzo dei congressi, una fiera o un enorme spazio naturale coperto da microfoni, telecamere, altoparlanti, schermi giganteschi. Sono queste le sedi in cui si svolgono i meeting di Rimini (Comunione e Liberazione), i Genfest (Focolare), i giorni mondiali della gioventù o i grandi raduni internazionali, come quello organizzato da Catechumenate à Denver, nell'agosto del 1993, in occasione del viaggio papale. Il terzo carattere comune è rappresentato da un proselitismo aggressivo e suadente. Come le sette protestanti alcuni di questi movimenti s'insinuano nella vita privata del catecumeno, lo blandiscono, lo sottopongono a una sorta di «bombardamento amoroso», gli insegnano un linguaggio esoterico, lo strappano alla sua vita personale, lo addestrano alle virtù dell'obbedienza e al culto della personalità, finiscono per esercitare sulla sua persona un controllo totale. Coloro che vogliono rompere i loro legami con il movimento a cui appartengono si trovano per molti aspetti nella condizione del cittadino sovietico che «sceglieva la libertà». Come l'Urss, anche i nuovi movimenti religiosi sono «totalitari». Il confronto tra la Roma imperiale e quella di Giovanni Paolo II non è mio. E' nel libro recente di un cattolico inglese, Brian Urquhart, che s'intitola The Pape's Armada (Londra, Bantam Press). Urquhart è stato «focolarino» per nove anni ed è uscito dal movimento nel 1976 con uno strappo che ha fortemente segnato la sua vita. Ritornato alla pratica della fede cattolica, ha cercato di ricostruire la sua esperienza e di gettare uno sguardo d'insieme sul ruolo dei nuovi movimenti religiosi nell'ambito della Chiesa Romana. Il punto di partenza, per comprendere la loro importanza, è l'elezione al Papato del cardinal Wojtyla nel 1978. Giovanni Paolo II ha un programma: riaffermare nella Chiesa il principio di autorità e di disciplina, estenderne l'influenza nel mondo, proclamare la perennità dei dogmi e della dottrina. Dopo la «rivoluzione culturale» del Vaticano n la Chiesa, nella filosofia politica e religiosa del papa polacco, ha bisogno di ordine e obbedienza. L'uomo che aveva entusiasticamente partecipato ai lavori del Concilio, si appresta a sopprimere alcuni dei suoi effetti e a riprendere in mano con fermezza il governo delle istituzioni ecclesiastiche. Ma una parte dell'episcopato e alcuni dei grandi ordini religiosi della tradizione cattolica gli appaiono incapaci di battersi con la necessaria energia. Qualcuno è troppo «a sinistra», gli altri sono troppo burocratizzati e hanno ormai una mentalità secolare, se non addiritI tura cripto-modernista. Come ar¬ civescovo di Cracovia, tuttavia, Wojtyla ha apprezzato e sostenuto nella sua diocesi l'opera di Focolare, Catechumenate, Comunione e Liberazione. Nella strategia del Papa i movimenti che si sono costituiti negli anni precedenti diventano gh' ordini religiosi di una nuova cristianità. Un vescovo che apprezza la loro opera, Paul-Josef Cordes, li confronta ai grandi ordini - francescani, domenicani - che si costituirono durante il tredicesimo secolo. Ma non tutti i vescovi sono d'accordo. Secondo Urquhart il cardinal Martini, arcivescovo di Milano, ha bruscamente frenato l'espansione e il proselitismo di Catechumenate nella diocesi milanese. Altri brontolano e danno segno di malumore. Sono irritati dall'aggressività dei movimenti, dalle loro tecniche di conversione e di espansione, dalla loro pretesa di scavalcare i vescovi e di appellarsi direttamente all'autorità del Papa. Secondo Urquhart, un gesuita, Giovanni Caprile, direttore di Civiltà Cattolica, avrebbe detto con franchezza: «La questione dei neocatechumeni verrà risolta dalla morte del papa». Il libro suggerisce una considerazione. Come il protestantesimo, l'ebraismo e l'Islam, anche la Chiesa cattolica è afflitta da correnti di radicalismo religioso. Le sette sono diverse perché riflettono le diverse condizioni politiche, economiche e sociali delle società in cui sono nate. Ma il dato comune è rappresentato dal rifiuto della modernità, dall'estremo tentativo d'impedire che la Chiesa e la fede si adattino pragmaticamente alla realtà delle società industriali e postindustriali. Giovanni Paolo II ha chiamato alle armi il proprio esercito proprio perché le strutture tradizionali, soprattutto dopo il Concilio Vaticano, gh apparivano contaminate e compromesse dalle seduzioni della modernità. Ma fra le sette cattoliche e quelle delle altre grandi confessioni religiose, vi è una profonda differenza. Mentre il protestantesimo, l'Islam e l'ebraismo sono privi di una forte direzione unitaria, la Chiesa cattolica resta una istituzione gerarchica e autoritaria. Mentre il protestantesimo, in particolare, è un'ameba che il peccato originale di Lutero condanna a scindersi e a spezzarsi, il cattolicesimo romano riesce a preservare il capitale della propria unità. Anziché lasciare che ciascuno se ne vada per la sua strada, Roma, nei limiti del possibile, preferisce accettare le stravaganze spirituali delle sue frange, farne il miglior uso possibile e accomodarle in una stanza della casa comune. Il tempo, prima o dopo, sistema tutto. Come i francescani nel '200 anche i nuovi movimenti religiosi finiranno per rientrare neU'ordine, conformarsi alla disciplina dei vescovi, accettare di buon grado quella combinazione di spiritualità e burocrazia che è la ricetta vincente della Chiesa cattolica. Come Francesco anche i fondatori carismatici dei nuovi movimenti verranno beatificati, santificati o, se preferite, «nomenklaturizzati». Cosi facendo, occorre riconoscerlo, la Chiesa cattolica, a differenza delle altre grandi confessioni religiose, riesce a controllare i propri «radicali». In tempi d'integralismo, non è poco. I «nuovi movimenti» nell'analisi d'un cattolico inglese: il vero «esercito» controia modernità L'atteggiamento del Papa nei loro confronti, un «capolavoro politico» di culto della personalità. Focolare, il più antico, fu fondato durante la guerra da una giovane trentina, Chiara Lubich. Opus Dei deve la sua esistenza a un sacerdote spagnolo, Josemaria Escriva. Comunione e Liberazione fu fondato tra la fine degli Anni Cinquanta e l'inizio degli Anni Sessanta da un prete casione del viaggio papale. Il terzo carattere comune è rappresentato da un proselitismo aggressivo e suadente. Come le sette protestanti alcuni di questi movimenti s'insinuano nella vita privata del catecumeno, lo blandiscono, lo sottopongono a una sorta di «bombardamento amoroso», gli insegnano un linguaggio esoterico, lo strappano alla sua vita personale, mada (Londra, Bantam Press). Urquhart è stato «focolarino» per nove anni ed è uscito dal movimento nel 1976 con uno strappo che ha fortemente segnato la sua vita. Ritornato alla pratica della fede cattolica, ha cercato di ricostruire la sua esperienza e di gettare uno sguardo d'insieme sul ruolo dei nuovi movimenti religiosi nell'ambito della Chiesa Romana. Il punto re in mano con fermezza il governo delle istituzioni ecclesiastiche. Ma una parte dell'episcopato e alcuni dei grandi ordini religiosi della tradizione cattolica gli appaiono incapaci di battersi con la necessaria energia. Qualcuno è troppo «a sinistra», gli altri sono troppo burocratizzati e hanno ormai una mentalità secolare, se non addiritI tura cripto-modernista. Come ar¬ razione. Come il protestantesimo, l'ebraismo e l'Islam, anche la Chiesa cattolica è afflitta da correnti di radicalismo religioso. Le sette sono diverse perché riflettono le diverse condizioni politiche, economiche e sociali delle società in cui sono nate. Ma il dato comune è rappresentato dal rifiuto della modernità, la Chiesa cattolica, a differenza delle altre grandi confessioni religiose, riesce a controllare i propri «radicali». In tempi d'integralismo, non è poco. Sotto, il Papa presenzia a una manifestazione della Futi Un meeting di Comunione e Liberazione

Luoghi citati: Cracovia, Londra, Milano, Rimini, Roma, Urss