SANREMO Il Festival delle lacrime

Molte canzoni tristi. Al Bano da solo sfodererà acuti; Federico Salvatore sull'amore omosessuale; amore romantico per Giorgia Prime anticipazioni sui brani in gara, a dieci giorni dall'inizio: quest'anno manca il vincitore annunciato REMO // Festival delle lacrime MILANO DAL NOSTRO INVIATO E' la prima volta che, a dieci giorni dal Festival, manca ancora il nome del vincitore annunciato. Dell'allegro giochino che riempiva le vigilie nei beffeggianti Anni Ottanta sono in pochi a sentire la nostalgia, ma gli scommettitori più accaniti parlano di Spagna - una delle rivelazioni dello scorso anno - e di Amedeo Minghi: sentite le canzoni, sono previsioni senza apparente fondatezza logica; dietro l'angolo poi ci saranno a decidere tutto le famigerate giurie demoscopiche di cui è stata mutata l'alchimia: nelle due serate cruciali della manifestazione (la seconda e la terza) padroni delle votazioni "non saranno più infatti sol amente ragazzi fra i 14 e i 25 anni. La loro rappresentanza è stata ridotta al 56 per cento contro il 44% di «adulti» dai 25 ai 44. Sanremo si aggiusta, perché il vincitore sia davvero ecumenico come il Festival, perché sia coronato il sogno di Baudo che vuole rappresentare il Paese intero ed ogni generazione. Pippo ha cominciato ad inondare la tv con i «prossimamente», al braccio delle due vallette Sabrina e Valeria, ed è come se tutto fosse già cominciato. Il nome vittorioso da sparare non c'è, un concetto però trionfa: sarà il Festival della lacrima, da asciugare in silenzio nel buio del tinello; sarà il Festival dell'emozione improvvisa (non sempre a sfondo artistico), che farà sobbalzare almeno una volta per sera/ facendo perdonare la piattezza generale. Un nome prima di tutti: Al Bano, che torna a cantare da solo a Sanremo per la prima volta dal 1974. Sono passati 22 anni, e lui può sfoderare finalmente la voce, che aveva occultato e abbassato con galanteria per la moglie Romina con cui faceva coppia: per starle dietro, non poteva che interpretare «Nostalgia canaglia» o «Felicità/ è un bicchiere di vino con un panino». «E' la vita mia» è invece un'amplissima melodia con virtuosismi e acuti, costruita abilmente su un impianto apparentemente spoglio: il testo poi, è una specie di amara «My Way» nostrana, una sorta di bilancio della vita, con spezzoni di frasi («... n mio pensiero se ne va/ seguendo un volo che già sa») che non potranno non ricordare le recenti, terribili esperienze della famiglia .Carrisi. Una botta al cuore, un nodo in gola, sono assicurati: anche se non è quello il tasto che vuol premere Al Bano, piuttosto alla ricerca di una conferma artistica come interprete. Seconda botta spettacolare dell'astuto Pippo, arriva a Sanremo la oltremodo esplicita storia di un uomo che confessa finalmente alla mamma la propria omosessualità. E' una «Signor Tenente» dei gay e già tiene sve glie le coscienze politicizzate dell'Arcigay, che hanno promes so per l'occasione una manifestazione davanti all'Ariston; il brano è stato messo su da un altro volpone assai in gamba, quel Bigazzi che ha costruito il sue cesso di Masini con i suoi dere litti: s'intitola «Sulla porta» e Fe derico Salvatore - scoperto da Costanzo, meglio noto come «L'uomo di Azz» - la canta con piglio attorale, ricordando a tratti l'Aznavour più efferato degli Anni Sessanta. Il testo costruisce nei dettagli la rivelazione alla genitrice, non risparmiando le prime esperienza dell'adolescenza con un compagno di scuola; esterna rapporti non idilliaci con la madre, parla del padre come di «Quel povero leone che scappò come un coniglio/ davanti al mostro del tuo amore arrugginito». Ci sarà da discutere anche qui ad oltranza, dentro e fuori il teatro. Dentro e fuori la televisione. Quasi tutto il resto è amore romantico, amore tenero, amore romanzesco, amore metaforico come in «Letti», testo di Renato Zero, bella melodia cantata dall'autore Umberto Bindi con i New Trolls. Nella qualità media, che è ben lungi dal suscitare entusiasmo, spicca una straordinaria Ornella Vanoni, cantautrice sofferta di un «Bello amore/ Amore bello che nessuno può negare»; con la consueta professionalità facile, la vincitrice del '95 Giorgia canta «Strano il mio destino/ Che mi porta qui/ a un passo dal tuo cuore»: anche lei, come Al Bano, si è appoggiata a Maurizio Fabrizio, prolifico autore che sta dietro pure al redivivo Riccardo Fogli, eroe romantico di una canzone tutta costruita sugli archi che s'intitola «Romanzo». Si dice sempre che Sanremo rappresenti gli umori italiani: se è vero anche questa volta, sappiate che il popolo non ha nessuna voglia di ridere. Non c'è una canzone allegra una a pagarla un miliardo, e quel poco che si discosta dal tema amoroso parla: a) di due tipi infelici che fanno amicizia, attraverso «Soli al bar» di Aleandro Baldi/Guerzoni; b) dei grassi che si sentono leggeri dentro, attraverso «L'elefante e la farfalla» di Michele Zarrillo; c) di un musicista ottimista, attraverso «Il ragazzo con la chitarra» di Luca Barbarossa. E non ci si illuda di ridere nemmeno con Elio e Le Storie Tese: il dissacrante gruppo milanese usa sì una musica allegrissima, fra operetta e marcetta e musical, ma solo per cantare tutti i mah italiani in un'infilata intelligente di calembours: «Parcheggi abusivi, applausi abusivi, villette abusive, abusi sessuali abusivi..:». Marinella Venegoni Molte canzoni tristi. Al Bano da solo sfodererà acuti; Federico Salvatore sull'amore omosessuale; amore romantico per Giorgia Pippo ha cominciato a inondare la tv con gli spot SARANNO FAMOSE ALBANO // silenzio è fatto per pregare Forte un dolore sale [a farmi male LUCABARBAROSSA La mia chitarra è come'un fucile Da puntare contro chi fa finta [di non capire FEDERICO SALVATORE Mammà san qui con le valigie [sulla porta E in macchina c'è un uomo die [mi sta ad aspettare BINDI/NEW TROLLS Letti di avvenimenti di battaglie voglie e doglie Letti che sanno tutto ormai RICCARDO FOGLI Vivremo sottoterra tra le fiamme [e il gelo Ma il nostro posto sarà [comunque il cielo Qui accanto Giorgia, vincitrice l'anno scorso. Alla sua destra Al Bano: torna a cantare da solo al Festival per la prima volta dal 1974 A sinistra Valeria Mazza, sopra Sabrina Ferilli, le due dame che accompagneranno Pippo Baudo (a destra) nella conduzione del Festival di Sanremo, edizione 1996, una settimana di dirette tv

Luoghi citati: Milano, Sanremo, Spagna