«Gli squali dilaniavano i corpi» di Franco Pantarelli

«Gli squali dilaniavano i corpi» «Gli squali dilaniavano i corpi» // drammatico racconto dei soccorritori NEW YORK NOSTRO SERVIZIO La maggior parte dei passeggeri sono annegati dentro il Boeing 757. L'aereo, dicono i soccorritori che sono arrivati per primi sul luogo della sciagura, 13 miglia al largo di Puerta Piata, sulla costa settentrionale della Repubblica Dominicana, si è inabissato pochi minuti dopo avere toccato l'acqua e il tempo per preparare la fuga è stato pochissimo. Cosi, la maggior parte dei 176 passeggeri e dei 13 membri dell'equipaggio sono rimasti intrappolati dentro il velivolo e sono stati investiti dall'acqua che entrava dalle crepe apertesi subito dopo l'impatto. Molti di loro sono ancora lì. Fino al pomeriggio di ieri soltanto 59 corpi erano stati recuperati ed erano quelli di coloro che in qualche modo erano riusciti a saltare fuori dall'aereo prima che venisse inghiottito dal mare. Forse l'avevano considerata una fortuna, forse quando hanno visto l'aereo con dentro tutti gli altri scomparire sott'acqua avevano coltivato la speranza di salvarsi, ma la loro sorte è stata ugualmente tragica. Quella zona, infatti, è infestata dagli squali, che hanno riservato a quei possibili superstiti una fine orribile. «Era una scena traumatica», ha detto il tenente Scott Buttrick, pilota della Guardia Costiera americana che con il suo aereo ha raggiunto per primo il punto del disastro. Sotto i suoi occhi, in uno specchio d'acqua di circa due miglia quadrate, galleggiavano pezzi di aereo, cuscini, salvagente, canotti, detriti di ogni tipo, e fra loro i corpi senza vita di molti passeggeri, attorno ai quali si vedevano le pinne degli squali, impegnati nel tragico banchetto, che descrivevano continui cerchi concentrici. Era appena l'alba e la visibilità non era ancora molto buona, ha spiegato il tenente Buttrick, così lui. ha messo in azione il dispositivo per vedere anche al buio, sperando di individuare qualcuno che desse ancora segni di vita. Niente, i corpi erano tutti immobili, i canotti erano tutti vuoti e l'unica cosa in movimento erano gli squali. Più tardi sono arrivati gli elicotteri e poi le imbarcazioni subito partite dalla costa dominicana, cui se ne sono aggiunte altre della Florida, delle Bahamas, di Portorico. Il loro compito, ormai, poteva essere solo quello di recuperare i corpi e di cercare di trovare la «scatola nera» dell'aereo, attraverso la quale si spera di capire cosa sia accaduto esattamente, visto che il pilota, quando subito dopo il decollo ha deciso di tornare repentinamente indietro senza tuttavia riuscire a evitare la caduta, non ha segnalato per radio nessuna situazione d'emergenza. Ma anche quell'operazio- ne si è rivelata difficilissima. I soccorritori, infatti, non potevano gettarsi in acqua per non rischiare di fare la stessa fine di quelli cui quei poveri corpi straziati erano appartenuti fino a poco prima e hanno dovuto organizzare la «raccolta» dei corpi tenendo i piedi ben piantati nelle loro imbarcazioni. E questo ha reso le operazioni di recupero estremamente lente. Oltre tutto, sebbene ieri a Puerta Piata e nella vicina Cabarate Beach, considerata «la capitale del mondo» dei windsurf, ci fosse il sole e la temperatura fosse quella gioiosamente calda dei Caraibi, al largo la situazione era diversa. C'erano onde alte 7-8 metri, sull'intera zona incombevano grigi nuvoloni e gli scrosci di pioggia erano continui. Un inferno, insomma, senza contare che a frenare l'ardore dei soccorritori c'era anche l'assoluta mancanza di speranza di trovare qualcuno ancora vivo. Erano in grandissima maggioranza tedeschi, i passeggeri. Avevano cercato di sfuggire al gelo che in questi giorni attanaglia l'Europa con una vacanza ai Caraibi, paradiso degli amanti del nuoto, della vela, del windsurf e della pesca subacquea. Alcuni avevano portato anche i bambini. A bordo, stando alla lista dell'agenzia di viaggi, ce n'erano almeno quattro, i cui corpi fino a ieri pomeriggio non erano stati trovati. Nella lista ci sono anche i nomi di due deputati polacchi, Marek Wielgus e Zbigniew Gorzelanczyk, ma nessuno era ancora in grado di dire se essi fossero effettivamente a bordo. 159 corpi recuperati sono stati portati a Puerta Piata, dove è stato organizzato un obitorio di fortuna. Resteranno lì finché non saranno identificati. Risulta che molti loro parenti, che ieri sono rimasti a lungo ad aspettare notizie negli aeroporti di Francoforte e Berlino, dove l'aereo era destinato, stanno già organizzando la propria venuta nella Repubblica Dominicana, per identificarli e per disporre il loro trasporto in patria. L'aeroporto di Puerta Piata, in seguito al boom turistico di questi ultimi anni, si è trasformato in uno scalo dal traffico intensissimo. Sono decine di migliaia i turisti che ogni anno vi arrivano, dagli Stati Uniti e dall'Europa. Franco Pantarelli

Persone citate: Marek Wielgus, Puerta, Scott Buttrick, Zbigniew Gorzelanczyk

Luoghi citati: Bahamas, Berlino, Europa, Florida, Francoforte, New York, Stati Uniti