L'IMPOSSIBILE CENCELLI di Filippo Ceccarelli

«Vi spiego che cos'era il super-partito di Tonino» PAGINA L'IMPOSSIBILE CENCELLI tizione era infatti molto più facile. Adesso, evidentissimamente, c'è da tener conto anche dei nuovi poteri concorrenti. Dei medici, perciò, e dei pazienti, degli avvocati e dei magistrati, dei generali e dei pacifisti, degli imprenditori e dei sindacalisti, di Bankitalia e delle Pp Ss, dei cattolici e dei massoni. Dietro a queste entità generiche, che nell'abituale «toto-ministri» inesorabilmente si materializzano sotto forma di esperti più o meno mascherati, i partiti spifferano nomi su nomi e seguitano a mettere il cappello sui più improbabili professori senza rendersi conto di trasmettere in questo modo tutta la loro rassegnatissima decadenza. Hanno un bel dire i post democristiani, da Casini a Buttiglione passando per Ma¬ stella, che di questo passo sarà un tecnico a stabilire chi è tecnico e chi no. E' già successo, in realtà, con Amato, Ciampi e Dini. Al di là delle singole competenze - e della loro probabile lottizzazione in sede di governo - il punto di svolta sta nel fatto che mai come in questa crisi la politica dimostra di aver smarrito, insieme con il suo primato, anche il suo remoto incantesimo. In altre parole, non serve più, anzi se ne può fare volentieri a meno: con il che rafforzando il (legittimo) pregiudizio secondo cui ogni possibile novità positiva, ogni possibile risanamento è incompatibile con le dinamiche che per quarantanni hanno regolato la vita pubblica. Non se n'esce: troppa politica ieri, troppa poca oggi. Tra questi due estremi finisce per estendersi giorno dopo giorno quella specie di terra di tutti e di nessuno abitata da tecnici, spesso ad alto tasso di ambizione e mobilità. Che siano del Polo, poi, o dell'Ulivo, che rappresentino i poteri forti o quelli deboli, è quasi del tutto secondario. Decisiva sembra piuttosto la loro estraneità ai giochi della politica; di buon auspicio solo la loro preparazione. Sarà interessante vedere cosa succederà quando anche i tecnici di oggi diventeranno o verranno vissuti come quelli che per calcolo astuto o per estrema risorsa di sopravvivenza gli hanno lasciato le poltrone. Perché sì, la lotta contro la vecchia politica che tutto e tutti voleva dominare ad ogni costo è stata senz'altro giusta, ma una pace costruita sulle pure competenze, là pace dei tecnici in via di mortificante «cencellizzazione», sa di deserto. E forse non è nemmeno una pace. Filippo Ceccarelli

Persone citate: Buttiglione, Casini, Ciampi, Dini