«Vi spiego che cos'era il super-partito di Tonino»
Intanto Salamone e Ronfigli sollevano il conflitto di competenza con Bergamo BL RACCONTO DELL'EX SEGRETARIA «Vi spiego che cos'era il super-partito di Tonino» MILANO IDE: «Eccomi qua, sono .Alice Livraga». E (simpaticamente) fa la finta offesa contro chi, sui giornali, l'ha definita segretaria e basta, lei che può vantare un curriculum a dir poco invidiabile: ex capo ufficio stampa in Mondadori, ex collaboratrice di Leonardo Mondadori, Emilio Fossati, Corrado Passera, Franco Tato, tutti i manager che hanno guidato la Mondadori negli ultimi anni. Per due mesi Alice Livraga è stata segretaria e pierre, organizzatrice e telefonista del movimento che non c'è ma che si riconosce in un leader naturale: Antonio Di Pietro. Toccava a lei, con la sua voce sempre allegra, tenere i rapporti con l'esterno, fare da filtro tra il portavoce Elio Veltri («E dagli con 'sta storia del portavoce, l'avete inventata voi giornalisti...», protesta al telefonino Veltri) e il professor Di Pietro. Toccava a lei smistare i fax prò Tonino decine e decine: «Tieni duro, non mollare, vai avanti» - che arrivavano in quelle poche stanze di una cascina appena ristrutturata alla periferia di Milano dove il movimento che non c'è aveva la sua sede e da dove, a dar retta a molti, sarebbe partita la discesa in campo del politico Di Pietro. Due mesi di lavoro: organizzare dal nulla un piccolo quartier generale, un po' segretaria, un po' pubbliche relazioni e un po' tutto fare... Fino al fermi tutti di quindici giorni fa, la lettera di Di Pietro ai giornali: non entro in politica finché non si sono risolte le mie pendenze giudiziarie a Brescia. Tutto rinviato a non si sa quando: sfuma il debutto del movimento che non c'è, si allontana l'ingresso in politica di Di Pietro e nella sede nuova di zecca alla periferia di Milano non c'è più bisogno dell'Alice tuttofare che adesso («Da sole 48 ore», precisa) è approdata in tutt'altra avventura, sempre a metà tra organizzazione e rapporti con la stampa, un po' segretaria e un po' pierre di Dolce & Gabbana, i ragazzi prodigio della moda italiana, i nuovi punti di riferimento del fashion tricolore. Peccato. Eh sì, peccato, ma niente rimpianti. Il lavoro, prima di tutto, teorizza da perfetta professionista: «Ovvio, se Di Pietro avesse manifestato una certezza sulla sua destinazione futura avrei fatto scelte diverse...», confessa senza tradire emozioni. «Per carattere sono una persona proiettata nel futuro», spiega. Assicura: «L'addio è stato morbido, non me ne sono andata sbattendo la porta». Rivela: «Di Pietro lo sapeva, non c'è stato bisogno di aggiungere altro». Certo, Di Pietro è Di Pietro: «Una persona molto esigente, molto stimolante, un fulmine nel fare e nel volere che si facessero le cose, rigoroso, rigorosissimo - sospira - quel rigore che non gli ha permesso di scegliere adesso di diventare un politico». Ma se l'incontro è stato un caso («Conoscevo l'architetto che ha ristrutturato la cascina, mi ha segnalato a Di Pietro», spiega Alice), diffìcile immaginare una nuova collaborazione in futuro, chissà, se Di Pietro cambiasse idea? Risposta decisa: «Non posso cambiare la mia vita in continuazio- ne...». Donna pragmatica, l'Alice Livraga, un marito sposato tanti anni fa («Ero bambina») e un figlio ormai grande, un passato al fianco di tanti manager famosi, un futuro che poteva essere da angelo custode dell'uomo più amato dagli italiani, un presente nel mondo scintillante della moda. Senza rimpianti. Nemmeno per Elio Veltri che di smobilitazione proprio non ne vuol sentir parlare. Ironizza: «Non pensavo che uno dei più importanti problemi della politica italiana fossero le due stanze di una cascina alla periferia di Milano e non immaginavo che con una segretaria si potessero vincere le elezioni e, senza, perderle». Lui, Veltri, assicura d'aver sentito Di Pietro «tranquillo e sereno» ed è pronto a scommettere su un futuro diverso da quello che in tanti, in queste ore, immaginano per l'ex magistrato simbolo: «Calma, nessuno ha smobilitato niente». I fax, insiste, continuano ad arrivare, a decine, come un tempo. E a chi immaginava che l'addio di Alice Livraga fosse il segno della resa, ecco il benservito di Elio, il portavoce: «Assumerò una nuova segretaria che risponda al telefono, anzi, dò a tutti una notizia: l'ho già mezza trovata». Armando Zeni Così l'avvocato-nemico dell'ex pm non potrà più essere sentito in veste di testimone nel processo E anche la procura di Roma avrebbe chiesto ai magistrati notizie sull'attività del Sisde L'ex pm simbolo di Mani pulite Antonio Di Pietro. Sotto, il magistrato Fabio Salamone che guida l'inchiesta bresciana
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