Roma: folla per il comico toscano che riprende la tournée Torna il ciclone BENIGNI

Roma: folla per il comico toscano che riprende la tournée Roma: folla per il comico toscano che riprende la tournée BENIGNI ROMA. «Sono per il semiturno col doppio presidenzialismo alla francese; per l'uninominale secca, per il ripristino della donna media e per una politica moderna che va da Crispi a Buttiglione. E poi sono qui per costringervi a votare per un certo partito politico: basta con questa storia che ognuno vota per chi gli pare, è finito il tempo delle pere». Il ciclone Benigni è appena atterrato in un albergo del centro di Roma, in mezzo a una folla di fotografi e operatori televisivi («Arri vando mi sono chiesto: "Ma chi dovrà mai venire in questo hotel?"») e già si destreggia alla grande davanti a una mitragliata di domande sulla politica. La Mussolini? «E' chiaro che il suo è un nome d'arte: si sa che nella realtà si chiama De Gasperi. Ha cambiato nome per rivalersi contro il padre». Fini? «Bisogna finarsi di lui? Non è vero che è di destra. Anzi: io so che è un Rosa Luxembourghiano, ho fatto il '68 con lui, da allora l'ho perso di vista, ma a, pensarci bene, mi ero accorto fin da quei tempi che non era poi tanto di sinistra». D'Alema? «Che volete farmi dire? Che Massimo ha fatto qualcosa di male? Piuttosto mi dovete torturare. Il fatto è che noi il compromesso democratico non l'abbiamo ancora compreso. Lui ha ima strategia d'ingegneria politica su cui possiamo esprimere un'opinione con l'istinto e con l'emozione: con l'istinto ci viene da dire "Madonna bona", ma le intuizioni storiche nascono sempre da grandi errori, come quando Colombo confuse l'America con le Indie». Berlusconi? «Non è vero che sia giù di morale, è sempre "l'unto del Signore"». Le intercettazioni telefoniche? «Rallegrano lo spirito e l'ani¬ ma perché dimostrano che la gente è curiosa, viva, e nutre amore verso il prossimo». Insomma, un fuoco di fila. Uno spettacolo per presentare il suo spettacolo, lo show trionfale che, dòpo aver debuttato il 2 agosto a Sirolo e aver raccolto, nell'arco di 60 repliche in stadi e palasport di tutta la penisola, quasi un milione di spettatori, va in scena nella capitale dal 15 febbraio fino alla fine di marzo. Per ospitarlo è stata installata un'apposita tenda a Piazzale Godio: «Fra il Tribunale e la Rai - spiega Benignacelo -, tra la galera e la televisione e soprattutto vicino ai magistrati, per fa», vedere che prendiamo le tangenti alla luce del sole perché noi siamo per la libertà di tangente». La tenda può contenere da 2700 a 3300 posti, ma, avverte 10 showman, «è fatta in un modo per cui può restringersi e allargarsi a seconda di quanta gente c'è: anche se vengono solo nove spettatori c'è 11 pienone». Lo show, ovviamente, terrà conto del clima politico mutato rispetto all'epoca del debutto estivo: «La struttura è stata costruita per restare la stessa, ma gli stucchi Interni vengono continuamente rimaneggiati: ho tagliato alcune cose per aggiungerne altre, lo spettacolo si è arricchito giorno per giorno. Certo, è più difficile far ridere sulla politica di oggi». Una difficoltà ampiamente superata: non c'è argomento su cui il toscanaccio non abbia pronto lo sberleffo. Dal caso Pacciani («Io lo conosco, Pacciani è una personcina perbene...») al licenziamento di Curzi: «Sono stato io: non poteva andarsene da solo, ci voleva qualcuno che lo mandasse via». Dal giudizio sul caso Grillo: «Naturalmente ha ragione la Rai che ha fatto un'azione esemplare, finalmente ha mostrato una sua linea gotica. E' un ente serio..», a quello su Vittorio Cecchi Gori: «E' un po' come la Rai, una persona che da degli esempi... E' talmente facile fare satira su di lui, è calamitante, ogni suo intervento è quasi un pezzo da antologia». E ce n'è anche per la Carré da cui Benigni tornerebbe ospite con gioia. Avanti a ruota libera, insomma. Per il Benignacelo non esistono barriere. E neanche confini, visto che in aprile lo attende lo sbarco in America: andrà a promuovere l'uscita del «Mostro» i cui diritti, insieme a quelli di «Johnny Stecchino», sono già stati acquistati dalla Disney. E valuterà anche il progetto di un lavoro in coppia con Jim Carrey. Ci vorrà tempo, invece, per vederlo di nuovo sul grande schermo: «La tournée mi ha vituperato il corpo e l'anima», spiega e per scrivere il nuovo film ci vuole calma. e pronto lo sbarco in America La Disney compra i diritti del «Mostro» e di «Johnny Stecchino» Presto anche un film in coppia con Jim Carrey SPETTAC Mercoledì 7 Pfebbr-, prende la tournée NI GIANFRANCO«E' una personcinne, un gramscianoAbbiamo fatto il '6e da allora l'ho vista. A dire la veallora che mi sonoche in fondo non èdi sinistra». nziamento di o: non poteva i voleva quale via». Dal giu«Naturalmeni che ha fatto e, finalmente a linea gotica. quello su Vit' un po' come che da degli facile fare saamitante, ogni si un pezzo da anche per la ni tornerebbe anti a ruota liil Benignacelo NUe pronto lo sbarco in America La Disney compra i diritti del «Mostro» e di «Johnny Stecchino» Presto anche un film in coppia con Jim Carrey non esistono barriere. E neanche confini, visto che in aprile lo attende lo sbarco in America: andrà a promuovere l'uscita del «Mostro» i cui diritti, insieme a quelli di «Johnny Stecchino», sono già stati acquistati dalla Disney. E valuterà anche il progetto di un lavoro in coppia con Jim Carrey. Ci vorrà tempo, invece, per vederlo di nuovo sul grande schermo: «La tournée mi ha vituperato il corpo e l'anima», spiega e per scrivere il nuovo film ci vuole calma. ANM«Sdedim0 atanpre1 mRntutr-tad ; ; : Roberto Benigni e sotto Jim Carrey che ora è l'attore comico più pagato degli Stati Uniti