TRE SOCIOLOGI FRA PAROLE E TABU'

Politici, gente senza cultura; Mancini, ex sindaco e indagato TRE SOCIOLOGI FRA PAROLE E TABU' SABINO ACOUAVIVA Evitiamo i paralleli Meglio non fare paralleli tra Paesi diversi. Un linguaggio va giudicato a seconda del contesto in cui viene usato, e in Italia è certo più frequente di quanto non avvenga negli Stati Uniti l'impiego di un lessico spregiudicato. C'è una parola che mi sembra orribile e che, proprio in questi giorni, ha fatto la sua comparsa sulle pagine dei quotidiani: «inciucio». Sono convinto che non apparirebbe mai sulle colonne di un giornale severo come ad esempio il New York Times. Ma, detto questo, non mi pare neppure che stia avanzando una nuova forma di maleducazione o, al contrario, di bigottismo. Per il momento, noi continuiamo a fare ancora un uso «leggero» per una lunga serie di parole che in America sarebbero messe al bando. LUCASERIANNf Siamo flessibili con le minoranze Io credo che in Italia siamo abbastanza flessibili nell'ambito del linguaggio. Quando ci sono dei gruppi e delle minoranze che si sentono offesi o feriti, le regole vengono cambiate. Così i ciechi fanno sentire la loro protesta e affermano che ci tengono ad essere chiamati «non vedenti». E la loro richiesta viene accolta. Diverso il caso quando entra in gioco la componente sessista. Alma Sabatini aveva proposto di cambiare i termini connotati maschilmente, per esempio: la «paternità» di un'opera, la «fratellanza» tra le nazioni. Ma io ritengo che non si possa imporre dall'alto una riforma linguistica cosi radicale. Per distrazione ci si potrebbe dimenticare di demaschilizzare «trasporto passeggeri» e si finirebbe per vietare l'accesso alle donne sugli automezzi o sui treni. Scherzi a parte, potrebbero sopravvivere dei maschili generici che comprometterebbero la certezza del diritto. ACHILIE ARPICO7 Tolleranza e confusione Fortuna che non ci siamo ancora fatti condizionare dalle esagerazioni del politically correct. Certo, con l'adozione di determinati stilemi linguistici, aumenta la tolleranza. Ma a volte aumenta anche la confusione. A mio parere è attuale ancora oggi il modello elaborato dal sociologo statunitense Talcott Parsons che propone il riconoscimento delle minoranze, dei loro valori. Che è favorevole all'integrazione ma non all'assimilazione completa dei «diversi» e minoranze. Qùestò'allo scopo di mantenere ben salda l'identità nazionale alla quale un esagerato relativismo culturale non può che essere dannoso. Ci deve essere una gerarchia flessibile e nessuna rigidità nel linguaggio.

Persone citate: Alma Sabatini, Parsons

Luoghi citati: America, Italia, Stati Uniti