«Italiani, venite alla festa di Adua»

«Dopo la caduta di Menghistu gli aiuti italiani sono calati Ci auguriamo che sia soltanto una riduzione momentanea» Invito del premier alle solenni celebrazioni del 2 marzo, nel centenario della battaglia «Italiani, venite alla festa di Adua» L'Etiopia: anche per voi fu la vittoria sul colonialismo •* „• *r iati ••• DELLA STORIA - t*W ' ■* ADDIS ABEBA. Per l'Etiopia, le prossime celebrazioni per il centesimo anniversario della battaglia di Adua rappresenteranno la commemorazione di «una vittoria contro il colonialismo non solo etiopica e africana, ma anche del popolo italiano», al pari di quella contro la successiva occupazione fascista. Lo ha dichiarato il premier etiopico Melles Zenawi. «In occasione delle solenni celebrazioni in programma per il 2 marzo, ci attendiamo perciò un'importante partecipazione dell'Italia», ha proseguito Melles, che dopo le elezioni del giugno scorso ha assunto la guida del governo di Addis Abeba, abbandonando la carica di capo provvisorio dello Stato, esercitata a partire dalla vittoria del fronte democratico rivoluzionario del popolo etiopico (fdrpe) contro il deposto regime militare, nel maggio 199L Il premier etiopico ha aggiunto che «nello spirito di amicizia» che caratterizza i rapporti itaio-etiopici si attende anche una rapida soluzione della questione dell'obelisco di Axum, trasferito in Italia nel 1937. «Vogliamo risolvere la questione in maniera razionale e non emotiva, come invece vorrebbero alcuni gruppi sciovinisti che ne fanno un uso strumentale contro il nostro stesso governo, ma l'obelisco deve tornare in Etiopia, in base a quanto previsto dall'accordo di pace del 1947 e da quello del 1956», ha detto Melles. Originario di Adua, 47 anni, già studente in Medicina all'Università di Addis Abeba, Melles ha quindi auspicato un «ulteriore miglioramento» dei rapporti itaio-etiopici. «L'Italia - ha affermato il premier - rimane tra i principali Paesi donatori dell'Etiopia, ma dopo la caduta del precedente regime militare si è registrata una drastica riduzione della sua cooperazione al nostro sviluppo, mentre quella degli altri partner occidentali è andata aumentando. Ci auguriamo che si tratti di una riduzione momentanea, e che all'atteso rilancio della cooperazione si accompagni quello degli investimenti italiani». L'Etiopia è ora retta dal nuovo sistema federale a base etnica, già parzialmente in vigore prima delle elezioni del giugno scorso e che - ha sottolineato Melles - ha dato «risultati molto positivi, pur se i nove mesi seguiti all'ultima consultazione elettorale sono un arco di tempo troppo ridotto per poter esprimere un giudizio definitivo sul suo funzionamento». In questo stesso arco di tempo, il governo di Addis Abeba ha dovuto affrontare la questione della mancata estradizione dal Sudan di tre sospetti partecipanti al fallito attentato del 26 giugno scorso nella capitale etiopica contro il presidente egiziano Hosni Mubarak, all'origine del progressivo peggioramento delle relazioni tra i due Paesi. «Dopo la recente risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Orni, che intima la consegna dei tre sospettati alla giustizia etiopica, la palla è ora nel campo di Khartoum e il problema non è più tra Etiopia e Sudan, ma tra quest'ultimo e le Nazioni Unite, alle quali competerà l'adozione di ulteriori decisioni qualora il governo sudanese continuasse a tergiversare», ha dichiarato il premier. Parallelamente all'intensa attività diplomatica per sollecitare l'intervento del Consiglio di Sicurezza nella vicenda dei tre sospetti attentatori fuggiti in Sudan, nelle ultime settimane l'Etiopia è stata impegnata anche in un'opera di mediazione tra Eritrea e Yemen per la disputa sull'arcipelago delle Hanish, nel Mar Rosso, teatro nel dicembre scorso di combattimenti fra le truppe di Asmara e di Sanaa. [Ansa] «Dopo la caduta di Menghistu gli aiuti italiani sono calati Ci auguriamo che sia soltanto una riduzione momentanea» La battaglia di Adua e il premier etiopico, Zenawi

Persone citate: Hosni Mubarak, Melles Zenawi, Zenawi