«Spazio, più investimenti per l'industria italiana» I cinque saggi presentano il piano che garantirà continuità al settore

«Spazio, più investimenti per l'industria italiana» Arriva il primo progetto guidato da Rubbia «Spazio, più investimenti per l'industria italiana» I cinque saggi presentano il piano che garantirà continuità al settore ROMA DAL NOSTRO INVIATO «L'Italia deve continuare la sua corsa verso lo spazio e per farlo ci vuole una politica forte in questo campo». A dirlo è il Nobel Carlo Rubbia, presidente della «Commissione dei Cinque», che ha elaborato il documento da cui si disegnerà la rotta dell'impegno spaziale italiano nei prossimi anni. Il rapporto dei cinque saggi, nominati dal ministro della Ricerca Scientifica Giorgio Salvini, è il primo punto fermo dopo circa otto anni vissuti alla giornata. La relazione della commissione, composta oltreché dal professor Rubbia, dall'ammiraglio Giorgio Capra, dall'ingegner Marco Gerevini, dal professor Riccardo Giacconi e dal professor Antonio Ruberti, segnala in particolare la necessità di destinare adeguati flussi finanziari per la realizzazione dei programmi scientifici e per la ricerca di base, sottolineando l'esigenza di creare all'interno dell'Agenzia spaziale italiana (Asi) strutture organizzative apposite anche in vista della costituzione di uno specifico istituto nazionale di ricerca. I cinque esperti non condividono invece alcuni impegni assunti alla Conferenza europea di Tolosa, ovvero il contributo italiano alla stazione spaziale «Issa», costruita da Europa, Usa e Russia, per cui l'Italia ha già versato 140 miliardi e si è impegnata per una cifra complessiva di 2935 mi-, bardi. «Sono impegni presi dai governi precedenti - ha detto in proposito il ministro Salvini - e, anche se non li condividessimo, non possiamo cancellarli con uh segno di croce». Certo è che sarà necessario, ammette il ministro, «prospettare soluzioni adeguate per raccordare le decisioni assunte alle valide indicazioni della commissione, anche con coraggiose varianti». Questo perché l'impegno Carlo Rubbia di spesa preso rischia di azzerare le possibilità economiche dell'Asi, mentre il documento dei cinque sottolinea invece l'esigenza di dedicare investimenti ai programmi che consentono ritorni competitivi per l'industria nazionale attuando ogni idonea iniziativa per il recupero dei ritorni industriali nei confronti dell'Esa (Agenzia spaziale europea), ritorno che, nel settore del trasporto spaziale, ha l'altissimo rapporto di uno a cinque. Nel settore dei piccoli lanciatori in particolare, occorre perseguire una politica ad hoc: l'industria nazionale ha già sviluppato un notevole lavoro sia con fondi propri sia con finanziamenti pubblici raggiungendo un livello che le consente di porsi in modo credibile come leader di un programma di sviluppo di un piccolo vettore di questo tipo. Disporre di un piccolo lanciatore significa anche allargare la base di partecipazione ai programmi spaziali, cosa che appare opportuna per favorire sia gli utilizzatori scientifici sia le industrie «piccole» dal punto di vista spaziale, ma tecnologicamente avanzate. Considerando che la Bpd sta attualmente lavorando sulla configurazione denominata vettore europeo di generazione avanzata (Vega K0), capace di portare in orbita carichi fino a 300 chili e che i componenti di tale lanciatore sono sinergici con tutte le ipotesi di collaborazione internazionale, potrebbe essere concepito un programma che costerebbe circa 450 miliardi di cui 200 per il completamento del programma «step tecnologico» Vega SO. I rimanenti 250 miliardi, assieme ah'hardware e le tecnologie Vega ICO trasferibili su altri programmi, potranno, rappresentare il contributo italiano ad un lanciatore da mille chilogrammi di carico utile. Vanni Cornerò Carlo Rubbia

Luoghi citati: Europa, Italia, Roma, Russia, Tolosa, Usa