Milano: bimba di quattro anni l'aveva accusato di molestie. I giudici: sono facilmente influenzabili «I minori? Inattendibili»

Milano: bimba di quattro anni l'aveva accusato di molestie. I giudici: sono facilmente influenzabili Milano: bimba di quattro anni l'aveva accusato di molestie. I giudici: sono facilmente influenzabili «I minori? Inattendibili» Assolto il papà accusato di violenza MILANO. «Papà mi tocca», rivelò tre anni fa una bimba alla sua cuginetta. E l'uomo, 50 anni, da affermato libero professionista si trasformò in un mostro. Le parole della figlia, quattro anni appena compiuti, gli inchiodarono addosso i sospetti degli altri, della moglie, prima di tutto, sempre più decisa a procedere nella causa di separazione che era già in corso. Ora, i giudici del tribunale di Milano lo hanno assolto dall'accusa di atti di libidine, con una sentenza destinata a costituire un clamoroso precedente. Il Collegio giudicante ha infatti stabilito che nei casi di abuso e di violenza sessuale «il minore è soggettivamente e oggettivamente né credibile né incredibile, in quanto la struttura formale, morale e psicologica della sua personalità non ha una definizione tale da consentire una valutazione cosi netta dei comportamenti e delle affermazioni». Insomma, il minore si lascerebbe influenzare, così la sua parola dev'essere suffragata da riscontri e prove certe, raccolte anche in presenza dei consulenti di parte. Adulti sempre più protetti, o bambini presi sempre meno in considerazione? Comunque, il caso della bambina milanese è destinato a far discutere, anche se la stessa protagonista ha confessato la bugia e la madre si è resa conto dell'innocenza del suo ex marito. Ora, ad equivoco chiarito, il padre potrà rivedere la figlia, con il consenso della donna. La storia era partita tre anni fa, dalla frase «papà mi tocca» che la piccola, dopo aver ascoltato i racconti di una cuginetta adolescente sulle sue prime avventure amorose, aveva rivelato come un segreto. Della denuncia che pendeva sul suo capo, l'uomo ha saputo al telefono, il giorno di Capodanno. «Non vedrai più la bambina» gli aveva detto la mogke che nel frattempo aveva anche fatto sottoporre la piccola a visita ginecologica. Dal Centro del bambino maltrattato alla polizia: neppure l'ispettore della questura, secondo gli avvocati Anna Maria Bernardini de Pace e Guglielmo Gulotta, difensori dell'imputato, sarebbe riuscito a far ripetere alla bambina quell'accusa così gra¬ ve. Ma l'uomo ha rischiato lo stesso l'arresto che il pm Pietro Forno aveva richiesto, senza ottenerlo, al gip e poi l'allontanamento da Milano, anche questo negato. Alla fine, il processo e la richiesta di una pena di 4 anni di carcere. Ma la sesta sezione del Tribunale milanese l'ha respinta optando per la piena innocenza dell'imputato e firmando così una sentenza in qualche modo rivoluzionaria. «Non vogliamo dire che tutti i processi passati fossero sbagliati - commenta l'avvocato Gulotta - ma certo questo episodio insegna che troppo spesso, nei casi di abuso sui minori, ci si lascia prendere da facili emozioni a scapito della serietà delle indagini e della ricerca della verità». [o. p.l L'episodio avvenne tre anni fa La moglie gli comunicò «Non vedrai mai più la bambina»

Persone citate: Anna Maria Bernardini, Guglielmo Gulotta, Gulotta, Pietro Forno

Luoghi citati: Milano