Sartori: lndro, conti favole E Montanelli: taci tombeur de femmes di Indro Montanelli
Sartori: lndro# conti favole Sartori: lndro# conti favole E Montanelli: taci tombeur defemmes ROMA. Se oggi a 71 anni incanta i politici con la sua proposta di riformare la Repubblica in senso semipresidenziale, quando era un giovane studioso di belle speranze riusciva a far impazzire le più belle ereditiere di Firenze parlando loro di Costituzione. E' questo il ritratto tra il serio ed il faceto di Giovanni Sartori tratteggiato dall'amico Indro Montanelli sulle pagine del Corriere della Sera, che ospitano un botta e risposta tra i due dopo che nei giorni scorsi il noto giornalista aveva già affrontato il curioso argomento in un editoriale. Il noto politologo'della Columbia University di New York ringrazia ma precisa che si tratta di una favola: «Le donne {né di allora né di oggi) dalla Costituzione non si lasciano accalappiare». Invenzioni? Montanelli non è dello stesso parere e ribatte: «Fra tutte quelle ereditiere tu finisti per prendere in moglie la più, anzi l'unica diseredata». Quella sul presunto fascino del «tombeur de femmes» non è l'unica smentita del professor Sartori. A Montanelli rimprovera amichevolmente di aver propalato come vera una falsa storia che avrebbe come protagonista Giovanni Spadolini, suo compagno di studi a Firenze. Il decano dei giornalisti aveva chiesto al politologo di riconoscere pubblicamente di «aver raccontato il falso» a proposito dell'ex presidente del Senato, il quale alla prima ginnasiale avrebbe iniziato il tema su «come avete passato la domenica?» con la frase: «Noi dissentiamo da Benedetto Croce». Per Sartori non c'è bisogno di smentite particolari, perché «quando avevamo entrambi dieci anni lui era già un enfant prodige. Neanche mi guardava, figuriamoci se mi parlava». Falso? Montanelli precisa: «Io non ho detto che fosti tu a gabellarlo per autentico. Ma a te fu attribuito da quelle buone lane dei nostri amici fiorentini. Ed io gli credetti non solo perché somigliava tanto sia a Giovanni, sia a te; ma anche perché mi faceva comodo crederlo: conteneva in uno, due ritratti: il suo e il tuo». [r. i.] Da sinistra: Giovanni Sartori e Indro Montanelli
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