«Il pds come il psi di Craxi» Macaluso: non c'è vita democratica

«Il pds come il psi di Craxi» «Il pds come il psi di Craxi» c'eviti L'EX COMUNISTA ALL'ATTACCO IROMA L paragone è di quelli che fanno colpo ed Emanuele Macaluso, un ex comunista col gusto della battuta, lo distilla così: «Quanto a dibattito interno il pds sta imboccando la stessa strada del psi di Bettino Craxi...». Una vita nel pei, grande amico di Giorgio Napolitano, a 72 anni Emanuele Macaluso si è messo a fare il direttore di un nuovo mensile dal nome antico - Le ragioni del socialismo - che ha presentato ieri davanti ad una platea formata da ex comunisti (Napoleone Colajanni, Renzo Eoa) e socialisti di varie famiglie (Rino Formica, Gino Giugni, Ugo Intini, Antonio Ghirelli). Allora Macaluso cosa c'è che non va nel pds? «La situazione interna al partito è pesante perché non c'è vita democratica». Non le pare esagerato? «No. Prima c'era il centralismo democratico. Abolito quello, si sono formate le correnti e c'era un dibattito nelle correnti e fra le correnti. Ma ora non c'è più nulla e questa è la cosa peggiore. E non è vero che la cosa peggiore sarebbe la rivolta contro D'Alema. Magari ci fosse, perché questo segnalerebbe una passione politica...». Uno scenario fosco quello che descrive, anche perché nelle «mitiche» sezioni dell'ex pei ci sarà ancora un certo dibattito. O no? «Le sezioni non reagiscono, questo partito è svuotato perché non c'è dibattito politico». Ma cosa c'entra Bettino Craxi? «Craxi via via spense la dialettica interna. Quanto ha giocato nella sorte del psi il fatto che al suo interno non vi fossero alternative? Il pds sta imboccando questa strada: prevale una visione leaderistica e si sta spegnendo il confronto, il dibattito, lo scontro tra posizioni diverse». Sta per nascere il governo delle Grandi Intese, proprio come i settori più moderati del pds avevano invocato da mesi. Soddisfatto? «Quel che temo di più è che si faccia il governo, ma non si ar- rivi a varare le riforme. Lo temo perché vedo una frantumazione politica a destra e a sinistra. Non vedo forze capaci di coagulare intorno ad un progetto, non vedo un minimo comun denominatore». Il semipresidenzialismo alla francese va bene? «Non sono contrario per principio ad un sistema semipresidenziale alla francese. Il pro- blema è che anche a questo si sta arrivando senza una preparazione politica, senza un dibattito. Dall'oggi al domani si passa da un sistema all'altro»-. Fin qui Emanuele Macaluso. Ma nel primo numero della rivista da lui diretta c'è una sequenza di interventi e di corsivi polemici. Anche nei confronti di Massimo D'Alema. Come quello siglato N.C. (Napoleone Colajanni?) che dice tra l'altro: «Il carattere saliente della relazione di D'Alema al seminario di Pontignano è l'eclettismo. Vi si spazia da fragili ideologi francesi come Alain Mine, al cardinal Martini, alla riesumazione dell'austerità, uno dei lasciti meno felici di Enrico Berlinguer». E poi la stilettata a doppia «testata»: «Per dare incisività a questo collage, D'Alema ricorre all'uso immaginifico della parola e il suo riferimento non è Tony Blair, ma Alfredo Reichlin, da sempre cultore di un dannunzianesimo applicato alla politica che torna comodo per coprire vuoti di pensiero», [f. mar.] Emanuele Macaluso a 72 anni è diventato direttore di un nuovo mensile, «Le ragioni del socialismo»