«Il Paese ha le spalle abbastanza larghe per sopportare un nuovo sforzo Agnelli: Maccanico ce la farà

«Il Paese ha le spalle abbastanza larghe per sopportare un nuovo sforzo «Il Paese ha le spalle abbastanza larghe per sopportare un nuovo sforzo Agnelli: Maccanico ce la farà «Ma il governo deve pensare subito a come risanare i conti dello Stato» TORINO. «Quanto prima anticiperemo le ulteriori non grandissime correzioni da apportare ai conti dello Stato, tanto meno queste correzioni costeranno, e tanto prima potremo beneficiare del premio che ci potrà venire da una sostanziale riduzione dei tassi. Mi auguro dunque che, accanto alle grandi questioni istituzionali, il nuovo governo si muova con determinazione anche su questo fronte, decisivo per il nostro ingresso in Europa». A Gianni Agnelli bastano poche parole per indicare al presidente incaricato Antonio Maccanico («un uomo di prim'ordine») quale dovrebbe essere il percorso della politica economica del nuovo esecutivo, che etichetta «compagine eterogenea, ma unica possibile al momento»: risanamento rapido, creazione delle condizioni per il taglio del costo del denaro, convergenza verso i criteri di Maastricht per la moneta unica e, quindi, partecipazione a pieno titolo al club di Bruxelles in modo da favorire il processo virtuoso con cui si creano posti di lavoro e stabilità. Offre l'occasione il convegno che presenta al Lingotto il saggio scritto nel '16 dal senatore Giovanni Agnelli, insieme con l'economista Attilio Cabiati, proprio sul tema dell'unificazione europea. Da europeista convinto, l'Avvocato non' la manca. Difende Maastricht e la moneta unica. «La scelta che si pone per l'Italia non è stare dentro o fuori dall'Europa - ha detto il presidente della Fiat -: è darci una esplicita e chiara politica di risana- mento o, come troppo spesso è avvenuto in passato, rimanere in balia di eventi esterni ed interni, gestire alla giornata un continuo declino o, addirittura, rischiare traumatiche conseguenze». Per Agnelli, l'Europa è la risposta. Non è vero, ha detto, che la disoccupazione è figlia del Trattato di Maastricht come urlano i «su¬ perficiali» nemici dell'Unione, perché «i 18 milioni di disoccupati europei sono la conseguenza della perdita della competitività dell'economia europea». Solo con l'integrazione, ha aggiunto, sarà «possibile darsi un efficace modello di protezione sociale». E solo con l'integrazione si potranno sconfiggere i monopoli e porre le premesse per curare quei sistemi che hanno l'abitudine di spendere più di quanto producono, «col risultato di riversare debiti sulle nuove generazioni costringendole all'inattività». Così si ritorna ai consigli per il governo che arriva e per la manovra di aggiustamento che, come ritiene anche la Banca d'Italia, pare inevitabile. «Dobbiamo valutare con maggiore realismo le nostre potenzialità - ha notato Agnelli -: dal 1992 ad oggi abbiamo fatto grandi progressi nella correzione degli squilibri della finanza pubblica. Nessuno, fra i grandi, ha fatto meglio dell'Italia». L'azione di riequilibrio, ha aggiunto il presidente della Fiat, ha richiesto sforzi notevoli che, pure, «la società ha dimostrato di saper reggere». La morale è dunque che occorre andare avanti sulla strada sinora intrapresa, «senza tirare a campare». «Sono convinto che il Paese abbia le spalle sufficientemente larghe e robuste per sostenere un ulteriore sforzo - ha assicurato Agnelli - per arrivare con successo alla fine del cammino. Le nostre incertezze, il continuo rimettere in discussione la strategia non danno ai mercati l'impressione di un Paese compatto nel voler arrivare sino in fondo». In un clima «appesantito dal non brillante andamento della congiuntura», l'Italia vede indebolita la sua credibilità internazionale e i tassi si mantengono su livelli superiori alla media europea. Non se ne uscirà se non riconducendo la finanza pubblica sulla retta via. Se non fosse Maastricht a chiederlo, precisa l'Avvocato, dovremmo farlo comunque. Tanto vale procedere speditamente. Tutto il resto - i posti di lavoro, la ripresa, il denaro meno caro - seguirà naturalmente. [m. zat.] Giovanni Agnelli e l'ex presidente della Commissione europea Jacques Delors

Luoghi citati: Bruxelles, Europa, Italia, Torino