I bianconeri al sesto ko in un torneo che li attendeva accaniti difensori dello scudetto Juve, la sbandata: un film già visto

I bianconeri al sesto ko in un torneo che li attendeva accaniti difensori dello scudetto I bianconeri al sesto ko in un torneo che li attendeva accaniti difensori dello scudetto Juve, la sbandata: un film già visto Ai due gol del Vicenza risponde soltanto Ravanelli VICENZA DAL NOSTRO INVIATO Tra il Vicenza neopromosso e la Juventus campione d'Italia ci sono da ieri sera tre punti di differenza, praticamente una vittoria. E qualcuno si chiederà dov'è l'errore. A nostro avviso, nei tre punti. Tra la sconfitta minima dell'andata a Torino e la prestazione al Menti {il caso più clamoroso di paleostadio della serie A) tutto questo divario non s'è visto, il che spiega perché i bianconeri non si possono considerare in corsa per lo scudetto neppure con il miglior atto di fede: quando ci si esprime come una squadra di provincia, sebbene allenata benissimo, è difficile sognare. Il 2-1 non è bugiardo. Lippi sostiene che la Juventus ha comandato la partita. Comprendiamo la sua sofferenza e i suoi imbarazzi, qualcosa bisogna pur inventarsi per spiegare la sesta sconfitta in campionato, la quinta in trasferta. Ma non è andata così. La Juve ha firmato gli ultimi venti minuti con la rabbia e l'orgoglio, dopo il gol di Ravanelli, nato dall'unica incomprensione di Viviani e Maini a centrocampo. Bastano per attribuire la sconfitta agli episodi sfortunati? Il Vicenza è stato più bravo a ragionare. Nel suo caso gli esempi non vengono dall'alto. L'ex Lanerossi ha come presidente un ossesso biondo, l'ultra Delle Carbonare, cacciato dal campo a un minuto dal termine, dopo che per tutta la partita dalla panchina aveva aizzato il popolo alla sommossa. Eppure la squadra di Guidolin gioca con l'intelligente freddezza che il suo padrone (prossimo alla rissa con Vialli) non possiede. Ha infilato la difesa bianconera dopo diciassette minuti con un pallone tirato dritto per dritto, sul quale Otero si è procurato il calcio di rigore volando a terra come un passerotto impallinato da Rampulla. La Juve ne avrà provati cinquanta di lanci a quella maniera e non ne ha ricavato niente più che il mal di testa. Prima differenza: una difesa che il Vicenza ha mantenuto sempre salda, protetta e concentrata, mentre dalle parti di Rampulla tiravano spifferi assassini. I biancorossi non sono arrivati troppo spesso vicino alla porta, però ogni volta era un'azione da gol. Mentre dalla grande ' pressione finale la Juventus ha spremuto un paio di tiri su punizione e una conclusione di Conte da fuori area. La seconda è che la rete tesa dai veneti in mezzo al campo è stata tanto perfetta da innervosire i bianconeri e renderli quasi impotenti per un'ora. Maglie chiuse, il campo ridotto tatticamente a una palude, grande non più di quaranta metri dove si agitavano in venti. Una partita bonsai, in spazi strettissimi dove sarebbe stato essenziale disporre di piedi perfetti nel tessere scambi rapidi e precisi. Come la Juve non ha saputo fare. Si dirà che mancava Sousa, tenuto ancora in tribuna da Lippi. Gli assenti, nelle sconfitte, hanno sempre ragione. Ma alla Juve più del regista mancava il copione. Persino il Tridente si ammosciava in fughe senza fu¬ turo. Prova di qua, tenta di là, non c'era mai un varco ospitale in cui far passare l'azione. L'unico pericolo l'aveva creato al 26' un tiro-cross di Del Piero, piuttosto vivace nel primo tempo, sul quale Mondini non aveva un'intuizione felice. Poco ci mancava che Ravanelli non ne approfittasse. I lanci lunghi finivano sulla testa di Bjorklund o tra i piedi di Lopez, le trame strette finivano appena fuori dall'area juventina. In conclusione, dopo 45' minuti il Vicenza aveva creato una sola palla gol, sfruttata al meglio. La Juve neppure quella. E l'avvio della ripresa portava subito il sigillo dei veneti. Il raddoppio di Murgita era limpido, altre due occasioni toccate a Otero rischiavano di trasformare un match difficile in una disfatta. La Juve barcollava, la soluzione di aggiungere Lombardo al tridente regalava l'illusione di un attacco più spietato, in realtà la Signora appariva più fragile. Finché il gol di Ravanelli non dava forma all'illusione. L'ultima per questo campionato. Marco Ansaldo VICENZA (44 2) A JUVENTUS (4 3 3) MONDINI 6 J&Sk RAMPULLA 5 MENDEZ 6 TORRICELU 6 BJORKLUND 6.5 (1' s.t. LOMBARDO) 5 LOPEZ 6.5 FERRARA 5 GROSSI 6 CARRERA 5 (33's.t. AMERIND s.v. PESSOTTO 5 ROSSI MA. 7 DILIVIO 6 (23's.t. D'IGNAZIO) s.v. CONTEA. 6 VIVIANI 6.5 JUGOVIC 5.5 MAINI 6.5 DEL PIERO 5.5 LOMBARDINI 6 (44's.t. PERUZZI) s.v. MURGITA 7 VIALLI 5 OTERO 7 RAVANELLI 6 (38' s.t. BELOTTI) s.v. All.: GUIDOLIN 7 All.: LIPPI 5 1 Arbitro: MESSINA 7 Reti:p.t.: 17' Otero (rig.) s.t:2' Murgita,21' Ravanelli. Ammoniti: Rossi Ma., Jugovic, Lopez, Grossi. Espulsi: s.t. : 36' Lombardini, 44' Rampulla. Spettatori: pag. 7.894, ine. 642.540.000, abb. 12.000. quota abb. 400.650.588. Lombardo In ginocchio tra Ravanelli e il vicentino Lopez: un'immagine emblematica della sesta resa (la quinta in trasferta) della squadra bianconera

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