Successo per la prima replica della Bohème, due aspirine e si scatenano gli applausi Rodolfo in scena con la febbre a 38

Successo per la prima replica della Bohème, due aspirine e si scatenano gli applausi Successo per la prima replica della Bohème, due aspirine e si scatenano gli applausi Rodolfo in scena con la febbre a 38 Pavarotti: amo mettermi in gioco Il primo applauso (con brivido) della seconda Bohème se l'è aggiudicato Elda Tessore. Quando, a pochi minuti dall'inizio dell'opera, è salita sul palco per aggiornare i 1665 spettatori presenti in sala sulle condizioni di salute del Tenorissimo. «Gentili signore e signori - ha esordito sono qui per annunciarvi che Luciano Pavarotti... (pausa di sospensione, ed è qui che in sala si è diffuso un brusìo da panico)... No, no tranquilli - ha subito aggiunto il sovrintendente - sono qui per dirvi che, nonostante stamattina il tenore avesse 38 di febbre, ha deciso di cantare lo stesso». Ovazione-standing. Tutti in piedi - da Marella Agnelli a Bruno Vespa che hanno preferito evitare la "kermesse" della prima - a ringraziare Big Luciano per il suo generoso «mettersi in gioco», nonostante l'influenza galoppante. Sforzo che il Tenorissimo ha pagato con un nervosismo da pre-sipario forse supcriore a quello provato per la prima: «Era davvero spaventato spiegava l'assistente Nicoletta Mantovani -, si è svegliato completamente afono e fino all'ultimo era tentato di dare forfait. Poi si è bevuto un tè e ci ha preso insieme due aspirine. Quindi ha deciso di rischiare». E quanto ha fatto bene. «Pavarotti è stato davvero grande» sentenziavano i critici in sala. «Luciano è incredibile. Non ha mai cantato così bene» spiegava un altrettanto in forma Mirella-Mimi nell'intervallo fra il primo e il secondo atto, il più impegnativo per il Tenorissimo. E come gli è stato grato il pubblico, conoscendo lo sforzo e il rischio-immagine che ha affrontato per non deluderli, «Qui si vedono i professionisti puntualizzava Bruno Vespa l'unica cosa che non mi è piaciuta di questa "Bohème" è stata l'eccessiva severità dèi critici. Loro devono trovare un difetto a tutti i costi, sennò si sentono defraudati dal ruolo. Nessuno ha più il coraggio di dire "Ma come sono stati bravi oggi!"». Forse non saranno espressioni da critici, ma ieri pomeriggio nel foyer, durante gli intervalli, non si sentiva dire altro: in tutte le lingue magari, ma l'entusiasmo era davvero tanto. Lodavano i virtuosismi della coppia RodolfoMimi, ma pure quelli di personaggi come Musetta (Anna Rita Taliento) e il filosofo Colline (Nicolai Ghiaurov, marito della Freni), spettatori come il deputato Alessandro Meluzzi di Forza Italia, il parlamentare europeo Gipo Farassino e un buon numero di consiglieri comunali e regionali. Fra gli spettatori più soddisfatti l'elegantissima Marella Agnelli (sobrio tailleur nero con calze coprenti in tinta) che, a fine spettacolo, ha voluto scendere nel camerino di Pavarotti per complimentarsi di persona. Appena il Tenorissimo è apparso nel sotterraneo, reduce da un applauso di venti minuti, donna Marella gli è saltata con le braccia al collo: «Luciano - gli ha detto - che bel pomeriggio ci ha regalato!». E il Tenorissimo: «Siete voi che l'avete regalato a me!». Poi dritto in camerino per subire il piacevole assalto di cronisti e fan a caccia di notizie e autografi: «Ma sentite come parlo? Sono ancora afono. E' stato un miracolo. Nella vita bisogna rischiare. Solo così si provano emozioni come questa». Si vedeva che era raggiante Big Luciano, chiuso nel suo regale accappattoio rosso da postscena. Nessuno gli aveva ancora detto che la Juve aveva perso per 2 a 1. Emanuela M inucci L'annuncio dato al pubblico dalla sovrintendente Elda Tessore L'assistente del tenore: «Era quasi afono ma gli piace il rischio» Qui a fianco Elda Tessore A sinistra Mirella Freni e Luciano Pavarotti nella Bohème