Incontro con l'attore italiano più amato dalle ragazze: «Voglio diventare come Gassman» Bova: «Non fate caso alla mia beltà»

Incontro con l'attore italiano più amato dalle ragazze: «Voglio diventare come Gassman» PERSONAGGI & PRSME ClflEMft Incontro con l'attore italiano più amato dalle ragazze: «Voglio diventare come Gassman» Bovo: «Non fate caso alla mia beltà» «Perseguitato dalle fans che aprono club io cambio casa, telefono e intanto studio» ROMA. La sua fortuna è di avere una faccia maschia che, a meno di vent'anni, gli dava già un'aria forte e potente. Campione di nuoto nella nazionale giovanile è stato preso e portato sul set da Stefano Reali che cercava un ragazzo per fargli fare la parte di uno dei fratelli Abbagnale nel film tv «Una storia italiana». «A far l'attore non ci pensavo affatto. Frequentavo l'Isef e volevo laurearmi. Superai il provino perché psicologicamente ero il più simile a quel personaggio». Salito su un treno in corsa senza neanche capire dove stesse andando, Raul Bova s'è trovato a girare un film dietro l'altro, poi «La Piovra», «Palermo Milano solo andata» che è nei cinema, «La lupa» di Gabriele La via e «Ninfa plebea» di Lina Wertmùller. Ma è con «La Piovra» che s'è scoperto un divo in ascesa. Sono nati fans club, le ragazze hanno cominciato a scrivergli, ha dovuto cambiare il telefono di casa. «Ho scoperto che c'è perfino un i44 che fornisce la mia biografia, indica i miei gusti, comunica il nome del mio agente, informa dove possono essere spedite le lettere per me». Romano, ventiquattro anni, madre sarta, padre impiegato dell'Atalia, due sorelle più grandi, la casa a Mostaccilo a pochi chilometri dalla città, Raul Bova confessa di aver cominciato a studiare recitazione quando gli hanno impedito di doppiarsi da solo. «Avevo già fatto alcune cose in tv e m'ero un po' montato la testa. Chissà perché pensavo di essere arrivato. Vedermi scartato al doppiaggio di "Piccolo, grande amore", m'è parsa una umiliazione insostenibile. E ho cominciato a studiare». A scuola? «No. Ormai ero troppo lanciato per avere il tempo di iscrivermi a una scuola. Ho preso un insegnante privato che mi segue sempre». Lei è stato consacrato da un servizio di nudi maschili, però sostiene di aver capito tardi di piacere... «Quando facevo nuoto le ragazzine non mi filavano neanche, forse perché nello sport conta chi vince. Comunque essere considerato un oggetto di piacere mi disturba. Alle lettere rispondo sempre, i regali li restituisco al mittente». Possibile che la bellezza sia addirittura un fastidio? «No, non lo è. Ma una bella faccia può distrarre, può far dimenticare che dietro c'è anche una testa. E poi la bellezza passa. Se un attore punta solo sul fisico ha una carriera troppo breve». Il suo mito? «Il primo è Robert De Niro. Poi naturalmente Marion Brando». E tra gli italiani? «Sono stati straordinari Sordi, Tognazzi, Mastroianni. Ma a me piace molto Gassman perché ha saputo fare tutto: dalla tragedia alla commedia mantenendo una sua rispettabilità. Un attore rischia sempre di screditarsi, di sbagliare scelte, di svendersi. Gassman si è salvato», [si. ro.l Raul Bova in una scena del film «Palermo Milano sola andata»

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