Vertigine del Nord e nudità dell'uomo
Vertigine del Nord e nudità dell'uomo A Torino l'universo di Fritz Baumgartner Vertigine del Nord e nudità dell'uomo TORINO \\ ELL'OPERA attuale di Fritz \\ Baumgartner ritornano le 1 deformazioni convulse che è 11 nell'arte nordica cercano di esprimere l'inquietudine, la vertigine, il terrore dell'uomo moderno, dinnanzi a una natura profondamente ostile. La sua ultima personale, alla Galleria Sant'Agostino presentata con passione da Lorenzo Mondo - ci conduce all'incontro con un violento processo di dissoluzione dei legami tra uomo e natura, quindi evidenzia i sentimenti amorosi che stringono insieme le persone tra di loro, e porta sulla tela un pietrificato paesaggio primordiale, talora animato da animali, tratteggiati in modo essenziale con un segno arabescante. Quadri come Lilithil995)oDafriis e Cloè[ 1994) ci offrono l'intenso pulsare dei corpi, nei pquali i grandi eventi hanno inciso il loro segno come un turbine da tempesta apocalittica. Vi troviamo esperienze di delirio notturno, fantasmagorìe fuori dalle logiche diffuse. E' una sorta di baluginante sogno a occhi aperti capace di scatenare le forze misteriose e potentissime della natura attraverso l'emergenza artistica. C'è in tutto questo un'idea di funzionalità epica, di forza fascinativa e primitiva dell'estetico, che appare nell'universo mentale e pittorico come un'indicazione dissonante, e follemente intensa, rispetto alla rappresentazione tipica dei processi della comunicazione di massa. Questo è un caso in cui il quadro si dà come produzione di intensità violente, che offrono a chi guarda una sensibilizzazione dell'evento, e insieme una sua ri-definizione, in una situazione esistenziale malata. I temi di fondo dell'opera di Baumgartner sono identificabili con «l'inferno», il «paradiso perdu- to», il «paesaggio dell'infanzia», impregnati nel fondo di grandiosità romantica, di ironia modernista (si veda: )'«autoritratto») che ci fanno penetrare negli stati profondi dell'esistenza storica ed individuale. Il colore deciso, dominato da rossi, da fialli accesi, indica di guardare alidea del fuoco come segno dell'istante creativo, alla notte come simbolo del ritorno alle origini primordiali. E' al fuoco, al calore, che viene associata l'idea della distruzione-trasformazione della materia in elemento volatile e lievitante. Dobbiamo arguire che il tema dell'ascesa, dello sforzo, della tensione, del metallo che si piega, vuole sottolineare il trionfo delle forze solari, dell'energia, sull'elemento inerte che sta nell'ombra delle cose e del paesaggio. Baumgartner, con . queste sue immagini che sembrano scaturire dalla luce di una diapositiva illuminata a tergo, ha capito che il mondo che frequentiamo sta diventando anch'esso pura immagine, l'irrealtà delle cose sembra aver colpito il nostro mondo come un incantesimo, così noi non lo memorizziamo, con la forza fisica che serve per dominarlo, ma attraverso pellicole, televisori, video, depliant. In tutte queste opere, anche quelle di soggetto «sacro» [Maria, Maddalena, Crocifissione, Madonna con bambino), ogni forma sembra provenire, o galleggiare, su un mare profondo di luce. L'artista, autore di uno straordinario «evangeliario», scritto e dipinto a mano, quando tocca i temi del «sacro» sembra voler illuminare il passaggio degli uomini attraverso le angosce di questo mondo e li guida verso un «cielo» dove il dolore potrà finalmente placarsi, senza spegnersi, quindi ridonare parte dell'antico splendore a promesse di pace ultraterrena, i (m. ves.] Un'opera di Baumgartner
Persone citate: Baumgartner, Fritz Baumgartner, Lorenzo Mondo
Luoghi citati: Torino
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