Boccioni alla Guggenheim Il cavallo-casa del futurismo
Boccioni alla Guggenheim Boccioni alla Guggenheim Il cavallo-casa del futurismo w T VENEZIA I N contrappasso esemI piare. La banda futurista I sognava all'inizio del se-VJcolo le fiamme nei musei, si augurava che Venezia affondasse nelle acque e nel fango dei suoi canali come un cadavere imputridito. Ai nostri giorni, fino al 19 maggio, Palazzo Venier dei Leoni della Fondazione Guggenheim presenta ripulito, smontato, analizzato nelle sue componenti, quelle originarie e quelle modificate, l'assemblaggio Dinamismo di un cavallo in corsa + case di Boccioni, acquistato da Peggy nel 1957 direttamente da casa Marinetti dopo la prima esposizione alla Bussola di Roma da parte di Giovanni Carandente. La figlia di Marinetti, Ala, ricordava di averlo cavalcato da bambina. Oggi, alta nella saletta finale dell'ala dedicata alle esposizioni temporanee, l'opera-oggetto viene legittimamente proposta con tutta l'aura di reverenza laica di un capolavoro di oreficeria medievale o di un bronzo del Giambologna o di un modello del Bernini. Quest'aura in sé, che pure non perde per nulla la sua carica eversiva anticipante Dada non per nulla la prima fotoriproduzione è pubblicata da Prampolini in «Noi» nel 1923 -, è accresciuta dall'essere l'opera circondata da connessi dipinti e disegni. E' l'ultima comparsa di quella dialettica pittura-scultura-disegno che è il cardine centrale del pieno futurismo boccioniano nell'espressione ideale quanto nella manualità. La stessa aura è preannunciata da una fascinosa cavalcata d'omaggio di bronzetti e modelli in gesso, da Bar/e, l'animalista per eccellenza delì'800 francese, al Cavallo «meccanico» di Duchamp-Villon, attraverso Meunier e Degas, Marocchetti e Bistolfi e Troubetzkoy. Avendo collaborato all'originaria mostra veronese che ha proposto un modello «magro» e didascalico di mostra contemporanea intorno alla specificità di singoli capolavori intesi come tappe fondamentali e snodi nei percorsi del secolo, raccogliendo il contesto intorno al monumento pittorico boccioniano di Materia, ne trovo con piacere lo spirito, con l'eleganza di un catalogo una volta tanto non «mattone», con i saggi puntuali e non verbosi né divaganti, innanzitutto quello fondamentale del restauratore e analizzatore Angelucci, poi di Ester Coen e di Fred Licht. L'ampliamento dialettico dell'immagine della mostra e del discorso di contesto a partire dai monumenti equestri dell'800 finisce per sottolineare per contrasto l'eccezionalità del Cavallo di Boccioni anche nel panorama più ampio ed esplosivo delle avanguardie degli Anni 1910. Persino l'intuizione dinamica dello stupendo cavallino di Degas, parallelo bronzeo dèi cinetismo fotografico di Muybridge, persino il cubofuturismo meccanico di DuchampVillon, in cui forse è da riconoscere un frutto, anche se non esclusivo, della visione delle sculture di Boccioni alla Galene La Boètie a Parigi nel 1913, hanno ancora in sé un barlume di quel monumentalismo equino dell'800. Ed è sorprendente cogliere la consonanza retorica che lega il preludio alla mostra costituito dalla possanza simbolica e monumentale di Gigante e pigmeo di Boccioni 1910, idea per la Città che sale, e, in mostra, il bozzetto del Sauro destrier della canzone per il coevo monumento bolognese a Carducci di Bistolfi. La scheda di quest'ultima opera, di Licht, dichiara con ragione che «l'arte bistolfiana è premessa e profezia del linguaggio molto più audace di Boccioni»; è affermazione da sottoscrivere ma in riferimento ai gessi del 1912-13, anche a quelli in cui gli inserti polimaterici alzano il livello fantastico ed espressionistico, ma non contraddicono . radicalmente l'impianto plastico e simbolico di «monumento contemporaneo». H Cavallo-casa, oggetto-assemblaggio, ha rotto tutti i ponti, ha, grande e solitario nello spirito quanto nella materia, la potente, volgare, sovversiva radicalità d'espressione delle Chitarre e Violini di cartone dipinto, latta, legno, che Boccioni potè forse già vedere appesi alle pareti dell'atelier di Picasso in boulevard Raspail. mento pittorico boccioniano di Materia, ne pareti dellatelier di Picasso in boulevard Raspail. Boccioni: «Dinamismo di un cavallo in corsa più case» Opera potente e sovversiva Boccioni: «Dinamismo di un cavallo in corsa più case» Opera potente e sovversiva
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