Con il nuovo governo riparte il gran valzer delle poltrone di Valeria Sacchi
Con il nuovo governo riparte il gran valzer delle poltrone Con il nuovo governo riparte il gran valzer delle poltrone Tonino Maccanico presidente del Consiglio. La prospettiva scuote il Paese, scatena il toto-nomine. Ma sono soprattutto i settori cui fanno capo gli interessi economici a trattenere il fiato. Perché oltre che accreditato esperto di riforme, Tonino è anche homo oeconomicus. La presidenza di Mediobanca (che grazie alle arti di gran negoziatore riuscì a traghettare dall'Ili di Romano Prodi al privato) unita alla parentela con lo zio Adolfo Tino e a legami storici con Enrico Cuccia, è una sorta di Legion d'Onore appuntata per sempre al suo occhiello. L i d Le prime ad essere sul chi vive sono le banche. Prendiamo la Caripio, dove il posto lasciato libero alla greppia della Fondazione da Roberto Mazzo tta è conteso da due «Giuseppi»: un ex presidente della Regione Lombardia, Giuseppe Guzzetti, e il ciellino Giuseppe Vimercati, amico dell'attuale presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. A vigilare sul ricambio sarà ora non solo Sandro Molinari, ma il prossimo ministro del Tesoro, forse l'ex presidente della Banca di Roma Pellegrino Capaldo. Meno rischi corre il Montepaschi, tutelato da un ormai consolidato influsso pidiessino, quello stesso che ha appena mandato a casa il provveditore Vincenzo Pennarola. Ma cambi di scena potrebbero prefigurarsi per il Banco di Napoli, dove il presidente della Fondazione, Gustavo Mmervini, è appena riuscito a sedare gli scontri al vertice tra Carlo Pace e Fe¬ derico Pepe. Al Banco era interessata la Comit guidata da Luigi Fausti ed Enrico Beneduce, che poi aveva deciso di soprassedere... E pure l'assetto dell'Imi, con il rientro come direttore generale dell'ex ministro del Bilancio Rainer Masera, torna a fluttuare. Molti davano per certo il seguente scenario: il presidente Luigi Arcuti che a giugno se ne va, per tornare al San Paolo di Torino e assumere la presidenza della Fondazione che Gianni Zannano deve abbandonare per legge, se vuole mantenere il timone della banca. Masera che gli succede, scansando la rotta di collisione con il vicedirettore generale Vittorio Serafino. Reggerà questo disegno? ri gE chi arriverà alla Consob, al posto di commissario lasciato libero da Mario Bessone, neopresidente della Commissione di vigilanza sui Fondi pensione? E come finirà la diatriba tra i sostenitori della privatizzazione di una Stet a pezzi, se condo una formula proposta dal presidente dell'Ili Michele Tedeschi e condivisa da Vincenzo Visco, Nino Andreatta e Vito Gnutti, e i paladini di una Stet venduta in blocco, tesi difesa da Maurizio Gasparri e certo più gradita al presidente di Stet, Ernesto Pascale? Forse piacerà a Maccanico la proposta di Francesco Giavazzi caldeggiata da Franco Debenedetti, di chiudere Tiri trasferendo le sue partecipazioni al Tesoro. Un percorso che però si scontrerà con le barricate di An. Senza contare che, se alla guida del ministero delle Infrastrutture sbarcherà Lorenzo Necci (l'unico ministro dato per certo, insieme a Luigi Spaventa al Bilancio) toccherà all'attuale amministratore delegato delle Ferrovie gestire uno dei nodi più delicati della modernizzazione del Paese: reti di comunicazione e trasporti, autostrade informatiche, cablatura. Con tutto quel che ne consegue. Maccanico alla presidenza del Consiglio è un buon supporto per il presidente di Antitrust, Giuliano Amato. Che ha appena aperto dossier scottanti come quello sul «caro telefono» di Francesco Chirichigno, sulle concessioni di Aud l tostrade all'Autogrill di Luciano Benetton e Leonardo Del Vecchio, sulle norme per le pay-tv decise da Agostino Cambino. Ed è comunque una buo- na notizia per i mercati, che vedono farsi più vicino il ribasso dei tassi, regalo che il governatore Antonio Fazio tiene in serbo per il nuovo governo. In prospettiva, torna d'attualità Supergemina. E non è un caso se il direttore generale di Paribas Italia ha, la scorsa settimana, ripreso l'argomento, aggiungendo tuttavia che la sua banca non ci starà se il progetto coinvolgerà il gruppo Rizzoli. E l'Ingegnere, avrà dei vantaggi? Qui le previsioni sono meno sicure. Facendo buon viso a cattivo gioco, alla Conferenza intergovernativa di Davos Carlo De Bene- detti si è detto contento di apprendere che, per un misterioso azionista, la Banca del Gottardo ha rastrellato il 5% di Cofide, attraverso la filiale monegasca. A suo giudizio, una banca svizzera è «più sicura di una banca pubblica», ovviamente italiana, In realtà molti sono certi che il presidente di Olivetti conosce lo scalatore, al quale avrebbe rifiutato, in prima battuta, l'ingresso nel sindacato della finanziaria capogruppo. Altri sostengono che il pacchetto non sia del 5% ma vicino al 10%. A meno che gli scalatori non siano addirittura due. Al nuovo governo guardano con speranza i sindaci d'Italia, cui non va giù il fatto che Lamberto Dini non abbia autorizzato, nella prima fase, Boc in valuta. Ancora una volta ha avuto b il buon naso il Primo Cittadino di Napoli, Antonio Bassolino, che sulla questione si è rivolto alla consulenza di Guido Rossi. Valeria Sacchi 1 Enrico Cuccia Pellegrino Capaldo Luigi Arcuti Maurizio Gasparri i Giuliano Amato Lorenzo Necci Carlo De Benedetti
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