Dini candidato «difficile» per almeno due poltrone. Un posto sicuro per Lorenzo Necci Nel totoministri rispuntano i «tecnici»

Dini candidato «difficile» per almeno due poltrone. Un posto sicuro per Lorenzo Necci Dini candidato «difficile» per almeno due poltrone. Un posto sicuro per Lorenzo Necci Nel totoministri rispuntano i «tecnici» / «cespugli» dei due poli adesso bocciano ipolitici ROMA. Chi farà il ministro, è questione secondaria - aveva detto già due giorni fa il presidente incaricato Maccanico - in quanto il problema principale resta il programma. E va bene. Ma ormai - se è vero che entro sabato potremmo avere un nuovo esecutivo - siamo alla fase in cui è legittimo e opportuno fare dei nomi. E la prima dìsputa, in proposito, è se debbano essere politici o tecnici. Si conosce la predilezione della destra per un governo caratterizzato da esponenti politici oppure, in subordme, «legittimato» politicamente dalla presenza di «garanti» dei vari schieramenti. I due ambasciatori nobili del Polo e dell'Ulivo, Gianni Letta e Giorgio Napolitano, si sono schermiti quando i loro nomi sono stati associati a questo ruolo di garanzia, ma certo là diatriba non si chiude per questo lì. Anzi, al contrario. Specie se a questa diarchia politica la sinistra accettasse di associare il «garante» proposto dà Fini nella persona di Pinuccio Tatarella. Ma comunque, se questa ipotesi dovesse essere definitivamente abbandonata, si potrà ripercorrere la via già battuta del governo tecnico. Ieri il ccd, per bocca di Casini, ne ha prospettato la costituzione senza chiusure pregiudiziali, a patto che ha detto - vi entrino veri tecnici che «quindi si impegnino a non candidarsi poi alle elezioni». E il verde Ripa di Meana - altro leader di cespuglio, ma dell'Olivo - ha espresso un identico sentire: tecnici veri e non politici sotto mentite spoglie. La questione però diventa di lana caprina: Dini, per esempio, è un tecnico, ma ciò non toglie che il suo governo, per la maggioranza che l'ha sostenuto, ha assunto una connotazione politica, e ora sul suo nome non pochi nel Polo storcono il naso. Di lui nei giorni scorsi si era parlato come di un candidato naturale al ministero degli Esteri, «anche per dare continuità al semestre europeo» ha detto ancora ieri il pattista Masi. Però, guarda caso, sempre ieri C asini ha caldeggiato la riconferma della Agnelli per quel prestigioso incarico e nel Polo si sa che la signora viene vista con grande favore. Va da sé che se la Agnelli resta alla Farnesina, per Dini diventa molto più difficile trovare un posto, con grande soddisfazione e piccola vendetta della destra. A meno che il presidente dimissionario non accetti di restare al Tesoro, come Raffaele Costa ha proposto. Ma anche questa non sarebbe una soluzione agevole: non si pensava infatti ad un superministero dell'economia da affidare a Ciampi? Ed è certo che Ciampi e Dini non potrebbero convivere. L'altro giorno Maccanico ha anche ricevuto Giuliano Amato, che è tanto politico quanto tecnico. A lui potrebbe essere assegnata la poltro¬ na di ministro delle Riforme istituzionali, come a dire l'incarico a più alto contenuto politico del costituendo governo. Ma c'è chi sostiene che ad Amato si penserebbe anche per il ministero dell'Interno, per il quale resta comunque in lizza anche Coronas. Un fiore all'occhiello del governo Maccanico sarebbe Ermete Realac- ci, ministro dell'Ambiente: difficile sarebbe trovare uno più tecnico e più ambientalista di lui. Ma anche qui bisogna fare i conti con i sostenitori di Baratta. Comunque il più gettonato al totoministri resta l'amministratore delegato delle FS Lorenzo Necci, amico personale di Maccanico. Si dà per certo che debba entrare nel governo, o nella sua veste di amicocollaboratore, e allora sarebbe il sottosegretario alla Presidenza, oppure per il buon lavoro svolto nelle FS e allora sua diventerebbe la poltrona di superministro delle Infrastrutture (trasporti, viabilità, reti), con l'incarico di mettere pace dove non è riuscito il prof. Caravale. [r. mas.] Veneziani: presto rivedremo Togliatti sull'«Unità» Marramao: è la dimostrazione che dietro l'intesa c'è il vuoto culturale con grande soddisfazione e piccola vendetta della destra. A meno che il presidente dimissionario non accetti di restare al Tesoro, come Raffaee Costa ha proposto. VINCENZO VISCO AUGUSTO FANTOZZI LUIGI SPAVENTA EGAETANO RASI PAANTONIO MARTINO VeneziaTogliattMarramche diec'è il vu IL TOTOMINISTRI SUSANNA AGNELLI LAMBERTO DINI GIUSEPPE GUARINO ANTONIO BALDASSARRE GIOVANNI MARIA FUCK VINCENZO VISCO AUGUSTO FANTOZZI 'SOTTOSEGRETARIO PRESIDENZA DEL CONSIGLIO" LORENZO NECCI LUIGI SPAVENTA ERMETE REALACCI GAETANO RASI PAOLO BARATTA ANTONIO MARTINO * lavoro "5 Pfamigua '" 5 ^industria """""""""b| riNTERNO ^ ^■^■MIIWB^.-..- -....^ PsanIta"' 4 Priformeistituzionali ™ TIZIANO TREU ADRIANO OSSICINI GIUSEPPE GUARINO LORENZO NECCI WILLY PASINI Lamberto Dini Sotto: Giorgio Almirante

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