Il leader della Cgil apre a metà mentre D'Antoni rilancia: «Il sindacato unico va fatto entro quest'anno» Cofferati: sì all'unità sindacale ma non voglio diktat dalla CisI di Paolo Patrono

Il leader della Cgil apre a metà mentre D'Antoni rilancia: «Il sindacato unico va fatto entro quest'anno» Il leader della Cgil apre a metà mentre D'Antoni rilancia: «Il sindacato unico va fatto entro quest'anno» Cofferati: sì all'unità sindacale ma non voglio diktat dalla CisI RIMIMI DAL NOSTRO INVIATO Cofferati non sbatte la porta, come Larizza. «Per la Cgil, l'unità sindacale non ha alternative» lancia dal palco del Palafiera di Rimini alla platea dei delegati Cisl che scattano in un applauso liberatorio. D'Antoni si schiude in un sorriso, che si spegne appena sente il leader della Cgil piantare numerosi paletti sulla via dell'unità, quando Cofferati respinge senza perifrasi «date mitiche», «scadenze vincolanti» come predica invece la Cisl, fissando categoricamente per quest'anno la conclusione del processo unitario. D'Antoni ha radunato per due giorni a Rimini i suoi delegati non per «sciogliere la Cisl», come aveva annunciato provocatoriamente in gennaio. Ma per imprimere slancio alla sua proposta di unità, per dare una «spallata» decisiva, mettendo al passo anche Cgil e Uil. La forzatura non gli è però, riuscita con la Uil di Larizza e anche la Cgil, prima con Epifani e ieri con il suo leader non; ha nascostole critiche, i punti ancóra in sospeso, i tanti scogli che insidiano la nascita del sindacato unico. Cofferati ha lanciato un messaggio parzialmente rassicurante a D'Antoni confermando che «nel congresso di luglio, la Cgil intende avviare la fase costituente per definire tempi e modi del sindacato unitario. Non c'è alcuna perplessità, alcuna titubanza da parte nostra. E' un fantasma che non esiste» ha detto per rincuorare una platea sconcertata dallo «strappo» con Larizza. «E' importante costruire il nuovo sindacato in questa stagione, in tempi brevi». Musica per le orecchie di D'Antoni. Ma la convergenza finisce qui, perché il segretario generale della Cgil ha poi puntigliosamente elencato tutti i problemi ancora da risolvere: carattere confederale del nuovo sindacato, che D'Antoni vorrebbe estendere anche agli autonomi; rappresentatività e democrazia interna,1 ruolo degli iscritti, autonomia e dosi via. «Problemi difficili e delicati» per Cofferati, mentre per D'Antoni sono superabili se c'è una volontà unitaria. In più, Cofferati ha stuzzicato il suo collega della Cisl puntualizzando che «non esiste primogenitura sulla strada dell'unità. Senza ner¬ vosismo, devo dire che nessuno può imporre soluzioni agli altri e nessuno deve essere lasciato ai margini del processo unitario». Insomma, la conclusione per la Cgil è che «non possiamo darci scadenze, tempi vincolanti». Nella sua replica di chiusura dell'assemblea, D'Antoni ha ripreso l'accenno di Cofferati ai «tempi brevi» per tradurlo appunto come un «realistico traguardo per il '96», difendendo la fissazione di una data precisa perché «la Cisl è pronta a mettere in gioco se stessa, io ci punto tutto, ma basta con i rinvìi, le schermaglie perché la gente non ci capisce più se continuiamo ad aspettare Godot, quest'unità sindacale di cui si parla sempre ma non si realizza mai». Per lui, quindi, «non c'è nessun ultimatum, ma come non diamo lezioni a nessuno nemmeno siamo disposti a riceverne» dice D'Antoni con uno scatto di patriottismo cislino. E poi ai cronisti, davanti a Cofferati, ribadisce che se non si raggiungerà l'obiettivo dell'unito entro quest'anno, allora vuol dire che non c'è la volontà di fare il sindacato unico. E a quel punto la Cisl farà da sola, attirando semmai la «nebulosa» degli autonomi. Ma come fare intanto per riassorbire la «frattura» con Larizza? Per Cofferati, il «gran rifiuto» a partecipare all'assemblea di Rimini del leader della Uil nasce da «uno stato d'animo. Ma l'unità ha bisogno di tutte le tre confederazioni, perciò spero si possano risolvere le divergenze che sono più su problemi di metodo che di merito». Dalla tribuna, D'Antoni la mette invece sull'ironico: «Quest'uscita di Larizza è la classica botta di gelosia. Ma voglio rassicurarlo che non c'è nessuna intesa segreta con Cofferati: il triangolo tale era e tale rimane. Comunque, da questa sortita la Uil ha guadagnato un po' di pubblicità a spese nostre. Mettiamola sul conto dell'unità. Sono sicuro che ci sarà un chiarimento fra di noi». L'occasione arriverà già domani. D premier incaricato, Antonio Maccanico, ha convocato infatti a Palazzo Chigi Cofferati, D'Antoni e Larizza, che non vorrà mancare quest'appuntamento. Paolo Patrono Dalla tribuna di Rimini frecciate a Larizza «Non essere geloso Tra di noi resta il solito triangolo» A sinistra Franco Modigliani A destra D'Antoni Larizza e Cofferati Il cancelliere tedesco Helmut Kohl

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