Gainsbourg eroina per Zeffirelli, sardonico Hurt Jane Eyre, un bel film che manca di emozione

Gainsbourg eroina per Zeffirelli, sardonico Hurt PRIME CINEMA Gainsbourg eroina per Zeffirelli, sardonico Hurt Jane Eyre, un bel film che manca eli emozione NIENTE affatto bella ma brava, vibrante, intensa, con una recitazione tutta interiore, sguardi eloquenti, nobile portamento elegante, Charlotte Gainsbourg è stata benissimo scelta e diretta da Zeffirelli per interpretare una grande eroina romanzesca. «Jane Eyre», scritto da Charlotte Bronté nel 1847, è forse il romanzo più esemplare d'una letteratura ottocentesca inglese che ha prolungato a lungo la propria influenza, che anche rispecchiando realtà d'epoca ha raccontato con pathos e con romanticismo nero bambini martiri, destini di sofferenza e d'amore, castelli racchiudenti misteri, malattie fatali, eccentrici aristocratici infelici, passioni dolorose e il tipico personaggio dell'istitutrice: giovane donna colta tra ignoranti, povera tra possidenti, lavoratrice tra oziosi, più integra e dignitosa dei ricchi al cui servizio istruiva i bambini, tanto migliore da far innamorare il padrone. In particolare, «Jane Eyre» è pure una storia di educazione e formazione, il ritratto d'una ragazza nella quale intelligenza, moralità, orgoglio, ardore e indipendenza si sommano a creare una personalità affascinante che sarebbe stoltamente antistorico definire «moderna» o «protofemminista». Il film non poteva restituire la complessità e profondità del romanzo, ma ne fornisce una versione corretta, produttivamente impeccabile, ben fatta e ambientata, ben recitata da attori eccellenti: William Hurt, con la sua confusione sconnessa e la sua sardonica malinconia, è un Rochester perfetto; la governante Joan Plowright, la zia cattiva e pentita Fiona Shaw, la Jane Eyre bambina Anna Paquin, la moglie segreta e folle Maria Schneider sono brave (la top model Elle MacPherson no ma pazienza, la sua parte è minima). In qualche momento un poco scolastico, «Jane Eyre» smussa alcune parti più terribili ed aspre del romanzo, soprattutto manca di emozione: però è un piacere vedere Franco Zeffirelli, dopo gli sciagurati «Il giovane Toscanini» e «Storia d'una capinera», tornare a fare con competenza e buoni risultati il proprio cinema tradizionale, classico. Lietta Tornabuonl JANE EYRE di Franco Zeffirelli con Charlotte Gainsbourg William Hurt, Anna Paquin Dramm. Ingh./Francia/Italia, 1996 Olimpia 2 di Torino; Colosseo Chaplln, Odeon 3 di Milano Qulrlnetta di Roma Nella foto a sinistra Charlotte Gainsbourg. A destra: Monica Bellucci

Luoghi citati: Francia, Italia, Milano, Rochester, Roma, Torino