il caso. «L'altra edicola»: un gioco ispirato a Stendhal I desideri degli scrittori confessioni in diretta tv

il caso. «L'altra edicola»: un gioco ispirato a Stendhal il caso. «L'altra edicola»: un gioco ispirato a Stendhal I desideri degli scrittori confessioni in diretta tv Di UE anni prima di morire Stendhal fu relegato a console nella sonnolenta Civitavecchia. La noia dell'in I carico congiurava con l'assedio della vecchiaia. L'angoscia del nulla gli pungolava la coscienza. E Henri Beyle si misurò con Dio dopo lo spavento di un attacco d'apoplessia. Sottopose all'Eterno un testamento, «I privilegi del 10 aprile 1840», una richiesta laicamente impertinente che mescolava saggezza a capricci. I ventitré desideri del grande scrittore sono stati strappati all'oblio da un'edizione Sellerio curata da Giuseppe Scaraffia, e il 12 febbraio saranno ospiti di una puntata «privilegiata» dell'Altra edicola (la trasmissione culturale condotta da Silvia Ronchey e Giuseppe Scaraffia, ogni lunedì su Raidue a mezzanotte e mezza circa). Poi diventeranno tormentone «subliminale» per tutto l'anno, reinterpretati da decine di scrittori contemporanei, chiamati snudare sé stessi e il mondo. Una sfida con Stendhal per mettere alla prova arguzia, stile, desideri. L'anziano Henri Beyle si rivolgeva a «God», un Dio sulla carta Signore del creato cristiano, ma nei fatti più simile al genio della lampada d'Aladino, per chiedergli varie cose, innanzitutto una morte rapida e indolore (e in questo fu esaudito). Ma non solo, immalinconito dalla virilità al tramonto desiderava una «mentula come l'indice, per la durezza e il movimento». Eppoi trovarsi napoleoni d'oro quanto bastano per vivere senza affanni, ispirare quattro folli passioni l'anno, otto tenere amicizie, venti cancellazioni d'odio, cinquanta sentimenti di benevolenza. Trasformarsi in animale ed essere provetto cacciatore. Diventare bello quanto il generale Jean-Francois-Joseph Debelle, che partecipò alla spedizione di Santo Domingo, e intelligente come il medico ebreo David-Ferdinand Koreff. Ovvero un gioco, vano e ironico, sgorgato dall'eterno bisogno di esorcizzare l'umana finitezza. Che però Stendhal (firmatosi Frédéric, per amore di pseudonimi) condì d'ima saggissima, aristotelica, moderazione. Cancelliamo sì gli affanni, ritroviamoci nel piacere, ma sempre a misura d'uomo. Su questo canovaccio (di cui pubblichiamo qui accanto i primi «articoli»), l'Altra edicola ha sollecitato scrittori e intellettuali sparsi in tutto il pianeta per compilare un immaginario catàlogo di desideri nascosti e personali. Davanti all'occhio indiscreto della telecamera, saranno in molti a contrattare con God. Da Michel Tournier a Banana Yoshimoto, da Montalban a Yehoshua, da Pontiggia a Rugarli, da Giorello a Einaudi, da Barbero alla Sotis. Ognuno nei modi e nelle formule che preferisce. Con provocazioni, sorprese, desiderati contrappassi. H letterato Ferroni, sfibrato dalle recenti tenzoni universitarie, chiede semestri prosciugati a cinque ore annuali, con lezioni per studenti virtuali via Internet. H teatrante Moni Ovadia invoca l'aiuto di un Dio alquanto yiddish; Daniele Luttazzi (che ha parodiato con irriverenza la Tamaro) distilla il desiderio in un surreale clito-cabaret. Mariotti chiede di essere proteiforme, ora Stendhal, ora elefante, e via per successive incarnazioni fino alla sua propria moglie. «Abbiamo voluto recuperare un testo letterario sconosciuto alla quasi totalità dei letterati - dicono Ronchey e Scaraffia -. Tutte le persone che abbiamo interpellato sono cadute dalle nuvole quando proponevamo i Privilèges, persino lo storico francese Furet. Mentre altri fingevano di conoscerli a me¬ nadito, ma poi erano in imbarazzo quando dovevano clonarli in una versione personalizzata». Un divertissement puro, notturno, faceto. Un gioco per scavare negli incoffessati meandri del desiderio di scrittori. Ma non solo. Anche un esperimento in sintonia col singolare laboratorio dell'Altra edicola. «In libreria - continuano Ronchey e Scaraffia - galoppano da bestseller i sottoprodotti televisivi, i comici che diventano scrittori cavalcando la notorietà del piccolo schermo. Noi cerchiamo di fare l'inverso, di imporre testi raffinati, sfruttando lo straordinario potere della televisione. Grazie alla trasmissione, per esempio, i libri di Giovanni Mariotti o di Giuseppe Conte sono entrati in classifica. Voghamo usare fino in fondo questo effetto boomerang, sollecitando gli autori a una produzione originale. In modo che una trasmissione culturale non solo rifletta il panorama letterario esistente, ma faccia nascere qualcosa di nuovo in forma di gioco. Adeguato ai ritmi del mezzo televisivo. Ovvero aforismi, "privilegi alla Stendhal", epigrammi, "diagrammi alla Schnitzler", invettive alla Kraus». Bruno Veri tavoli PRIVILEGI DEL IO APRILE 1840 God mi conceda il seguente brevetto: Articolo primo Mai alcun dolore grave, fino all'età più avanzata; e anche allora, nessun dolore, ma una morte per apoplessia, nel letto, durante il sonno, senza sofferenze né fisiche né morali. Ogni anno, non più di tre giorni di cattiva salute. Il corpo e le sue emanazioni, sempre inodori. Art. 2 I seguenti miracoli non saranno osservati né sospettati da altri. Articolo 21 Venti volte l'anno il privilegiato potrà indovinare il pensiero di tutte le persone circostanti, a venti passi di distanza. Centoventi volte l'anno potrà vedere quel che fa in quel momento la persona desiderata; con eccezione assoluta per la donna che amerà di più. Sono eccettuate anche le azioni sporche e disgustose. Stendhal Se potessi chiedere a Dio un privilegio, vorrei una televisione in cui potessi io stesso determinare il luogo dove si trova la telecamera. Per esempio, premerei il bottone del mio apparecchio televisivo e vedrei per un'ora o più ore o vari giorni tutto quello che accade in una stazione di servizio in California oppure in un grande magazzino di Mosca. Mi piacerebbe che la televisione fosse una telecamera che io potessi spostare in tutto il mondo e situare in questo o in quel luogo a volontà per spiare ciò che succede. Michel Tournier Come privilegio, a quest'età, vorrei godere di una memoria sempre più forte, per recuperare il passato e con il passato tutto quello e tutti quelli che io ho amato e che mi hanno amato. Ma non desidero solo un rapporto passivo con la memoria, una consolazione: vorrei una fatica. Perché io credo che la memoria sia l'unico luogo dove si possono finalmente avverare i desideri. tendhal tori a tv Nel disegno, Henri Beyle, cioè Stendhal, e in alto Silvia Ronchey e Giuseppe Scaraffia conduttori e ideatori di «L'altra edicola»

Luoghi citati: California, Civitavecchia, Mosca, Santo Domingo