Venezia, il sindaco Cacciari annuncia tempi e spesa: «Ci vorranno 160 miliardi e quattro anni di lavoro» Scalfaro «Abbiamo perso un pezzo d'Italia» di Renato Rizzo

Venezia, il sindaco Cacciari annuncia tempi e spesa: «Ci vorranno 160 miliardi e quattro anni di lavoro» Venezia, il sindaco Cacciari annuncia tempi e spesa: «Ci vorranno 160 miliardi e quattro anni di lavoro» Scalfaro: «Abbiamo perso un pezzo d'Italia» Il Presidente visita le rovine della Fenice: «Ricostruiremo il teatro» VENEZIA DAL NOSTRO INVIATO E' un antro fosco, irto di travi carbonizzate, schegge di muri, intonaci calcinati dal fuoco. Come un cratere di bomba o un relitto di sogno. Un solo, quasi incongruo, guizzo di colore dentro questa devastazione in bianco e nero: il cartiglio azzurro con la scritta «Gran Teatro La Fenice» che penzola sulla facciata. Piove, cielo basso e gelato, vento dalla laguna. La gente, sbucando dalle calli e scontrandosi con quest'angolo che pare di dopoguerra, gira la faccia dall'altra parte e accelera il passo. Ma c'è chi, stamane, è fermo qui davanti da ore: guarda il volto della tragedia e vi specchia la propria paura e la propria rabbia. E aspetta una persona a cui dirle. Sono passate da poco le 12 quando l'uomo con il cappotto blu e la sciarpa chiara lascia alle sue spalle il seguito e, accompagnato dal sindaco, si affaccia sul bordo dell'incubo: la scena è così forte che l'ottimismo diventa un ostinato sforzo della ragione. «Che disastro impressionante - mormora Oscar Luigi Scalfaro a Massimo Cacciari -. Ma questo teatro deve rinascere, il più presto possibile». Più di un auspicio, quasi una promessa che il Capo dello Stato ripete, poco dopo, alla piccola folla assiepata in strada. «Abbiamo vissuto ore tremende», dicono le persone che abitano in questa zona e che hanno visto l'inferno divampare a ridosso delle proprie case. Parlano di terrore che non si è spento con le fiamme, di pericoli che gli idranti non hanno spazzato. E, da Napoli, dove ha partecipato ad un convegno su «Tutela e promozione dei siti d'arte», giunge un'autorevole eco a questi timori: il procuratore della Repubblica di Venezia, Ennio Fortuna, guarda ai veneziani «frastornati, come privati di un congiunto o di un amico di vecchia data» e lancia l'allarme: «Tutta la città è a rischio di incendi». Una constatazione che il magistrato rende ancor più cruda con una denuncia: «Tutti conoscevano quest'alea, ma la gravità del pericolo si avverte, nella sua drammatica realtà, solo quando accadono disastri come quello di lunedì scorso che ha distrutto un teatro tanto bello che di più non si può immaginare: di una bellezza struggente e romantica, anche se forse decadente, come 0 resto della città». Di questa magia del Settecento resta, ora, soltanto un cumulo di macerie dove è arduo far palpitare una speranza. Eppure l'imperativo è: guardare oltre la quinta annerita dei muri, oltre «questo pezzo di Italia» che, come ha detto il Presiden- te, «abbiamo perduto». Nel salone della prefettura Scalfaro offre ai giornalisti giunti da ogni parte del mondo per raccontare l'incendio che ha divorato la Fenice, le parole della sua pena e del suo ottimismo: «Sono venuto qui perché ciò che è accaduto, questa ferita terribile e improvvisa, è davvero come un grande dolore, di quelli che possono capitare in una famiglia». Ricorda quelle ore, Scalfaro, in cui il rogo del teatro lasciava con il fiato sospeso l'intero Paese: «Avrei tanto desiderato venir qui prima, ma, al Quirinale, c'erano giornate che mi occupavano interamente». Affidato a Maccanico l'incarico di formare il nuovo governo, il Capo dello Stato ha voluto assolvere due impegni «sentiti e doverosi». E, così, eccolo, l'altro giorno, in Bosnia e, ieri, per stare accanto alla gente di questa città ancora attonita. «Il significato della mia presenza è semplice: sono qui per portarvi la solidarietà degli italiani. E' vero, soffrite di una ferita profonda, ma c'è anche un forte desiderio di rivedere viva la Fenice. Lo chiedono non solo Venezia e il Paese, ma lo vuole anche il mondo intero». Un sindaco, ora, riassume a Scalfaro le ansie, ma soprattutto gli impegni di una Venezia che vuol essere «un organismo vivo in grado di trarre energia dalle sventure». Cacciari traccia il cammino che la Fenice dovrà compiere per raggiungere il traguardo di una completa ricostruzione: in due anni, e con 80 miliardi, sarà realizzata «una struttura tecnicamente all'avanguardia» che le consentirà di essere agibile; occorreranno altri due anni ed un investimento analogo per trasformare il teatro «in quello che era», restituendogli l'antica immagine. Promesse ardue, ma Venezia ha davvero voglia di credere. E di ricominciare a vivere. Dal 9 febbraio è Carnevale: nella città-palcoscenico lo spettacolo deve continuare. Renato Rizzo Il procuratore Fortuna: tutta la città è a rischio di incendi «Ma l'allarme scatta solo quando accadono simili disastri» A sinistra: Scalfaro all'ingresso della Fenice. Sopra: Cacciari con Marianna Scalfaro

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