ANALISI Collezioni illegali Un mercato fiorente
Un patrimonio di reperti di inestimabile valore tra cui colonne e capitelli di epoca greca e romana ANALISI Collezioni illegali Un mercato fiorente LA scoperta dei due musei privati di origine clandestina è senz'altro clamorosa per il numero e per il valore delle opere, ma anche per la notorietà del proprietario. Illumina una situazione più diffusa di quanto si creda: il mercato sommerso di opere d'arte rubate e di reperti archeologici tratti da scavi abusivi è fiorente grazie alla forte richiesta da parte di collezionisti privati, molti dei quali stranieri. Il mestiere del «tombarolo» appartiene a una vecchia tradizione: scavare clandestinamente tombe etnische (di proprietà statale e tutelate per legge) è un'arte che si tramanda di padre in figlio. Nello smisurato e non interamente conosciuto patrimonio di beni culturali il punto debole è appunto rappresentato dalle aree archeologiche, prime quelle del Lazio, della Campania, della Calabria e della Sicilia, poco o mal sorvegliate quanto ricchissime. Dal dopoguerra decine di migliaia di pezzi sono finiti illecitamente nei negozi di antiquari poco scrupolosi, fornitori di ricchi collezionisti. Cinque anni fa provocò scalpore il furto di Ercolano, dove i ladri prelevarono indisturbati dall' Antiquarium monili e gioielli del I secolo d. C, di valore stimato sui 40-50 miliardi. I casi clamorosi fanno notizia, ma l'attività fraudolenta è continua. Oggi le statue e sculture provenienti da scavi del Lazio, della Toscana e dell'Umbria, raccolte nelle ville del famoso industriale; nel mese scorso sequestrate in Sardegna 35 monete di epoca imperiale romana e térrecotte di origine punica; a Roma ritrovati dieci dipinti rubati da istituti religiosi; a I Napoli sequestrate 14 tele e una I statua provenienti dalla chiesa di Sant'Arcangelo. Dall'estero arrivano continue conferme di esportazioni clandestine: ritrovate a Boston, presso un antiquario, 4 predelle d'altare del Cinquecento, rubate nel gennaio 1994 dalla cattedrale di Chiusi. I carabinieri del nucleo speciale perla tutela del patrimonio artistico e archeologico riescono a recuperare dal 30 al 40% dei preziosi bottini. Le statistiche sono impressionanti: in vent'anni rubate più di 300 mila opere d'arte da musei, aree archeologiche, chiese. I pezzi più comuni, come le anfore trafugate da navi romane (esistono sommozzatori specializzati) circolano impunemente. Le opere più preziose prendono spesso il volo per gli Stati Uniti. Anni fa scoppiò il «giallo» della Afrodite di Morgantina, datata 420 a.C, scomparsa dalla Sicilia e riapparsa nel Paul Getty Museum di Malibu. Altro punto debole quello dei beni storici artistici custoditi nelle chiese, cappelle, canoniche, specialmente in quelle di campagna. L'Italia conta più di 100 mila chiese storiche, ma la loro difesa è men che modesta. Si riaffaccia l'eterno problema: siamo troppo ricchi di beni storici, artistici, archeologici, in rapporto alla nostra capacita di conservarli e difenderli, in rapporto alla incultura che ha prodotto una cronica disattenzione per la nostra straordinaria eredità. Ogni tanto politici, amministratori pubblici, mezzi di informazione, scoprono che l'Italia ha 4 milioni di monumenti su 5 milioni censiti in Europa, che gli stanziamenti sono insufficienti, che le soprintendenze sono poverissime, poi si passa ad altro. Mario Fazio zio |
Persone citate: Mario Fazio, Paul Getty Museum
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