Denunciato a Roma il miliardario Umberto Fiorucci, ex azionista del salumifìcio Un tesoro clandestino nella villa di Maria Corbi

Denunciato a Roma il miliardario Umberto Fiorucci, ex azionista del salumifìcio Denunciato a Roma il miliardario Umberto Fiorucci, ex azionista del salumifìcio Un tesoro clandestino nella villa Un «museo» di oltre duemila pezzi Sotto accusa due commercianti d'arte ROMA. Quando la Guardia di Finanza ha fatto irruzione nella villa sull'Appia Antica di Umberto Fiorucci, miliardario, della famiglia del noto salumificio, si è trovata di fronte a un vero tesoro. Pezzi archeologici di inestimabile valore che avrebbero dovuto essere in un museo e non in una casa di un privato cittadino. Stessa scena si è presentata ai finanzieri quando hanno varcato il portone della villa dell'imprenditore a Norcia, in Umbria. Due veri e propri musèi archeologici ad uso e consumo del padrone di casa e dei suoi ospiti. Nelle librerie, nelle teche, in giardino e ovunque in giro per le due dimore di Fiorucci, erano esposti più di 2 mila reperti preziosissimi, tra cui colonne e capitelli di epoca greca e romana. Un tesoro di cui i militari del patrimonio artistico del nucleo centrale di polizia tributaria della Guardia di Finanza hanno subito disposto il sequestro. L'imprenditore è stato denunciato in stato di libertà per illecita detenzione. Nelle due ville i finanzieri hanno trovato oltre ai capitelli, teste di statue romane, vasi decorati del III e IV secolo a. C, oggetti preziosi di epoca ellenistica, gioielli in oro etruschi. Ma anche sarcofaghi, bronzetti votivi e pettorali di ornamenti sacri. Quasi tutti questi oggetti, secondo quanto appurato dagli investigatori, proveni¬ vano da scavi clandestini effettuati nelle aree archeologiche dell'Appia Antica, Veio, Cerveteri e Ostia antica. Secondo gli esperti della soprintendenza archeologica, che hanno collaborato con le Fiamme Gialle per la catalogazione dei reperti, il valore è inestimabile. Da tempo i finanzieri del nucleo artistico tenevano sotto controllo Umberto Fiorucci. Sapevano che era un collezionista e che cercava continuamente pezzi nuovi per il suo «museo». Punto di riferimento delle sue ricerche di reperti archeologici erano due antiquari di Viterbo, Modesto Ponte e Ginevra Poleggi, che sono stati denunciati per ricettazione. Adesso i due commercianti d'arte, marito e moglie, si difendono e difendono il loro cliente. «Per la verità il signor Fiorucci - ha detto Ginevra Poleggi - è un nostro cliente e spesso gli abbiamo venduto degli oggetti. Tutti oggetti, però, di regolare provenienza con tanto di fatturazione e visti di autenticità. Del fatto di essere stata denunciata come ricettatrice non so proprio nulla e, soprattutto, non ho avuto nessuna comunicazione in merito». La scorsa estate, a luglio, la Finanza visitò il negozio dei due antiquari e dopo un controllo, spiega la Poleggi, «hanno sequestrato, lasciandomeli poi in custodia giudiziaria, nove pezzi archeologici. Qualche tempo do- po, io e mio marito abbiamo ricevuto un invito a presentarci alla pretura di Viterbo, per un interrogatorio, che però non è stato fatto poiché quel giorno arrivammo con qualche minuto di ritardo». L'interrogatorio è stato rinviato a data da destinarsi. «Del resto non so proprio nulla», continua l'antiquaria. «Se di ricettazione si tratta, sarà la magistratura ad accertarlo. Io e mio marito siamo tranquilli. La nostra attività si svolge alla luce del sole». Intanto Umberto Fiorucci rimane nella sua villa insieme ai suoi tesori che gli sono stati affidati in custodia giudiziaria. E' nei guai, ma la sua famiglia sembra non avere alcuna intenzione di sostenerlo visto che si è subito affrettata a diramare un gelido comunicato dove si specifica che «Umberto Fiorucci non è più socio dell'azienda di famiglia». Sulla vicenda è intervenuto il legale di Umberto Fiorucci, Monica De Pascali. «Non è stata formulata alcuna imputazione precisa nei confronti del mio as¬ sistito - sostiene l'avvocato -. Anzi, il magistrato ha chiesto un supplemento di indagine per fare ulteriori verifiche. Questo ci sembra un segnale di disponibilità. Certamente il signor Umberto Fiorucci ha avuto rapporti, nell'ambito di tutti gli acquisti fatti, con i due antiquari di Viterbo inquisiti dalla Guardia di Finanza, ma di qui a dire che avesse acquistato materiale archeologico "protetto" ce ne passa». Maria Corbi Un patrimonio di reperti di inestimabile valore tra cui colonne e capitelli di epoca greca e romana A sinistra: i reperti archeologici sequestrati nelle ville dell'Industriale Umberto Fiorucci. Sopra: un'altra operazione della guardia di Finanza

Luoghi citati: Cerveteri, Norcia, Roma, Umbria, Viterbo