Ferrara: il timore che dopo la separazione i bimbi finissero alla madre era il suo cruccio «li ha uccisi per troppo amore»

Ferrara: il timore che dopo la separazione i bimbi finissero alla madre era il suo cruccio Ferrara: il timore che dopo la separazione i bimbi finissero alla madre era il suo cruccio «li ha uccisi per troppo amore» La sorella delpadre killer, non voleva soffrissero FERRARA DAL NOSTRO INVIATO Sonia è tornata nel mattino grigio a Massa Fiscaglia, sulle rive di un fiume che porta le nebbie, senza passare da casa, a riprendere le cose e le memorie. E' entrata nella caserma dei carabinieri, s'è chiusa per due ore in una stanza con il maresciallo Giannuzzi e quando lui le ha chiesto qual'era il giorno che se n'era andata via, non ha saputo ricordarlo. Le fughe non hanno tempo. Ha parlato poco, ha pianto molto. Sotto al cielo basso questo paese è un po' più triste. La casa è chiusa, adesso. Davanti, c'è un giardino con i lecci. Matteo e Martina sono scesi a giocare qui, due calci al pallone nei prati spelacchiati, prima di prendere la cena e addormentarsi. Il papà. Renato Libbra, pensano gli inquirenti, potrebbe aver messo un sedativo nella minestra per aiutare il loro sonno. Racconta la sorella, Laura, che forse la decisione doveva averla presa qualche giorno prima, l'ultima volta che aveva parlato con l'avvocato, Raffaele Nibbio, per la causa di separazione. Quella volta si sfogò con suo cognato: «Sai, l'avvocato ha detto che lei i figli me li lascia. Ma che una mamma ci può ripensare, e che se ci ripensa li può riavere». Era questo il suo cruccio. Il giorno dopo, la tragedia ricompone i suoi pezzi e rimette insieme le cose e gli uomini. Sonia Arduino, la moglie, è tornata, accompagnata da due amici e una donna, su un'Ibiza rossa. C'erano solo i fotografi ad aspettarla. Il paese sembrava chiuso, fermo. Schierato. Il sindaco, Davide Brugnati, ha disposto lutto cittadino per il giorno dei funerali, martedì. Sonia punta l'indice e lo guarda da fuori, questo paese di nebbia e di pioppi, tagliato da una sola strada diritta. E Laura, la sorella di Renato, continua a piangere. Donne contro. Anche questa è una faccia della tragedia. Dice Laura: «Io non vorrei essere fraintesa. Ma Renato ha avuto un cuore grande a fare quello che ha fatto. Lui aveva paura che scappassero, ma aveva anche paura che potessero soffrire come soffriva lui. E' impazzito di dolore e nella sua follia ha cercato di salvarli così». Dice Laura che lui l'amava e che lei non più: «Questa è l'unica verità». In chiesa, don Guido Catozzi prepara l'omelia. A scuola, le maestre cercano di spiegare ai compagni di classe di Matteo e Martina quello che è successo. E nella casa, di fronte al piccolo appartamento di Renato Libbra, la vecchia vicina piange e ricorda. Maria Feloni ha 75 anni, e il tempo le ha portato via l'udito. Dice che «erano bambini molto vivaci. Pensavo che non assomigliavano molto ai genitori. La mamma non la conoscevo, ma lui sembrava un tipo chiuso, ombroso. I suoi figli erano aperti, allegri. Martina l'altro giorno era venuta qui. Mi aveva chiesto, posso venire in casa tua? No, avevo risposto. E perché? Perché ho la tosse, e ti faccio venire la malattia». Don Guido ascolta. In casa, sono rimasti gli album delle foto. Sono sempre in tre. Il babbo e i due bambini. Ridono, giocano, parlano. La mamma, non c'è mai. Come se dovesse uscire anche dalla memoria. [p. sap.l Se sono morti i miei figli è colpa dei parenti di mio marito E loro sparlano anche adesso ij Bj ■■ lui era un buon padre, ma non era un buon marito Era gelosissimo Mai miei amanti erano suefantasie mm Due immagini di Laura Libbra. A sinistra, il marito della donna Renato Libbra assieme ai due figli Martina di S anni e Matteo di 11

Persone citate: Davide Brugnati, Giannuzzi, Guido Catozzi, Laura Libbra, Raffaele Nibbio, Renato Libbra, Sonia Arduino

Luoghi citati: Ferrara, Massa Fiscaglia