La tv tedesca: ecco le bugie di Wiesenthal di Emanuele Novazio

La tv tedesca; ecco le bugie di Wiesenthal IL CASO L'ex capo del Mossad conferma l'accusa: nell'operazione contro il colonnello SS lui non c'era La tv tedesca; ecco le bugie di Wiesenthal «Non partecipò alla cattura di Eichmann», «Menzogneprò nazi» DOCUMENTARIO SCANDALO BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE 1 E' battaglia - una battaglia che si annuncia aspra e farà scandalo - fra la televisione pubblica tedesca e Simon Wiesenthal, il leggendario «cacciatore di nazisti» sopravvissuto all'Olocausto che a 87 anni dirige ancora, da Vienna, il «Centro di ricerche» sui crìmini del nazionalsocialismo. E' una battaglia che - formalmente - scoppierà soltanto giovedì, quando il primo canale manderà in onda un lungo documentario dedicato alla biografia di Wiesenthal. Ma da Vienna, ieri, sono arrivate a Bonn le prime salve: la trasmissione è «totalmente negativa nei miei confronti, e destinata a fornire munizioni alle bande di neonazi», accusa l'uomo che sostiene di aver consegnato alla giustizia - in cinquant'anni - oltre mille nazisti protetti da fai- se identità. Secondo le anticipazioni diffuse ieri, «Panorama» - un vivace e spesso contestato settimanale di informazione in onda sul primo canale tedesco - incrinerà la leggenda di Simon Wiesenthal mettendo in dubbio -fra l'altro - la sua partecipazione alla cattura nel 1961 di Adolf Eichmann, il colonnello delle «SS» che fu fra i principali responsabili dello sterminio degli ebrei, durante la seconda guerra mondiale, e che nel 1962 fu processato e impiccato in Israele. «Panorama» sostiene di avere invitato in studio il protagonista del programma, che avrebbe tuttavia rifiutato, indi- gnato. Da Vienna, ieri, Wiesenthal minacciava azioni legali contro gli autori del documentario: «Giovedì i miei avvocati guarderanno la tv. Sono pronto ad avviare una causa in Germania, se nel programma ci sarà qualcosa di infamante nei miei confronti». La versione degli autori del documentario, tuttavia, è confermata da Isser Harel, l'ex capo dei servizi segreti israeliani - il «Mossad» - che guidava il commando autore della cattura di Eichmann, in Argentina. Wiesenthal ribatte di non aver mai sostenuto, in realtà, una partecipazione diretta a quell'operazione: «Non ho mai affermato di avere catturato il braccio destro di Adolf Hitler. Nei miei libri non ho mai scritto niente che non possa essere provato». Decisivo sarebbe stata - invece - il suo lavoro precedente, la caccia ad Eichmann negli Anni Cinquanta, molto prima che gli israeliani lo scoprissero e lo catturassero, dunque. «Il problema è che a quel tempo nessuno mi credeva», denuncia Wiesenthal. Da New York, tuttavia, arriva un nuovo attacco, un'altra occasione di polemica: «Nei risvolti di tutti i suoi libri, Wiesenthal ha dato ripetutamente a intendere di essere responsabile della localizzazione e della cattura di Adolf Eichmann», sostiene il direttore esecutivo del Congresso mondiale ebraico, Elan Steinberg. Ma il celebre «cacciatore di nazisti» insiste: la maggior parte delle tesi sostenute nella trasmissione tedesca, afferma, si appoggiano alle illazioni contenute in un libro pubblicato tre anni fa negli Stati Uniti da Eli Rosenbaum, capo del settore responsabile della caccia ai nazisti all'interno del Ministero della giustizia americano, e già consulente legale del Congresso mondiale ebraico. Alla base di quelle critiche, ci sarebbero le prese di posizione del direttore del centro di Vienna in favore dell'ex presidente austriaco Kurt Waldheim, diventato in seguito segretario generale delle Nazioni Unite, e accusato di aver partecipato ad azioni antiebraiche, durante la seconda guerra mondiale. In quell'occasione, Wiesenthal fu ripetutamente accusato di avere nascosto le prove del passato nazista di Waldheim, e comunque di non averlo denunciato una volta venuto a conoscenza della verità. La sua versione naturalmente è diversa: «Si sono arrabbiati perché ho avuto il coraggio di dire che Waldheim era incappato in un conflitto con la verità, e che io non ero a conoscenza di alcun documento che implicava il suo coinvolgimento in crimini di guerra». Nel 1993, Wiesenthal rinunciò tuttavia ad avviare azioni legali negli Stati Uniti contro il libro di Rosenbaum, «Tradimento»: «Sapevo che non sarei vissuto abbastanza per vedere la conclusione del processo», sostiene. «Ma la Germania è un'altra cosa». Emanuele Novazio Il cacciatore di nazisti: «Non ho mai scritto di averlo arrestato ma il mio lavoro precedente è stato decisivo» Sopra Adolf Eichmann e a lato Simon Wiesenthal il leggendario cacciatore di nazisti