A quattro mesi dal voto rifatto quello che fu l'appartamento di Lenin Eltsin prenota il Cremlino

À quattro mesi dal voto rifatto quello che fu l'appartamento di Lenin À quattro mesi dal voto rifatto quello che fu l'appartamento di Lenin Ehsin prenota il Cremlino Ristrutturazione miliardaria: tanto resto MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Non si fa un trasloco da una casa all'altra per pochi mesi. Soprattutto se costa più di venti miliardi. Non occorre dunque Mr. Watson per dedurne che Boris Eltsin è fermamente determinato a rimanere al Cremlino per altri cinque anni. Anzi, se la salute lo assiste, per sempre. Del resto ci sono altre conferme, più dirette. Recentemente un amico molto autorevole mi raccontava che uno dei più vicini consiglieri del presidente gli ha candidamente rivelato che «sì, certo, intendiamo rimanerci a lungo». E le elezioni? «Le elezioni le vinciamo». Nonostante il basso rating di Eltsin presso il popolo sovrano? «Suvvia, questo lo dice la propaganda comunista». E la vostra che dice? «Che noi vinciamo comunque». Sulla base di questa ferrea logica hanno dato istruzioni, fin dal 1993, di sistemare l'augusto edificio del Senato che Caterina II commissionò nel 1776 all'architetto Matvej Kazakov, il famoso ((primo korpus» in cui nei tempi sovietici s'installò il Consiglio dei Ministri dell'Urss, in cui lavorarono Stalin, Krusciov, Kosyghin, Rizhkov, Pavlov, fino agli ultimi epigoni: i segretari del consiglio di sicurezza di Eltsin, Skokov, Lobov. Decadenza dei grandi destini! In attesa della sua nuova residenza Eltsin si è quindi «accontentato», in questi due anni, dell'intero quarto piano del 14° «korpus», quello che ospitava il Soviet Supremo dell'Urss. Ma prima ha dovuto sgombrare il campo. Al terzo piano, infatti, c'era l'incomoda presenza dell'appartamento-museo di Lenin. Poco male: è stato trasferito a Gorky, a 600 chilometri di distanza. La grande aula del parlamento dell'Urss l'ha trasformata nella sala per le sue conferenze stampa, il secondo e il terzo piano li ha assegnati al Guo (la Direzione principale della vigilanza), cioè alla sua guardia personale. E agli architetti ha dato ordine di ristrutturare il Senato a sua immagine e somiglianza. Se tutto va bene, dopo le verifiche dei sistemi di sicurezza, il presidente Eltsin vi si trasferirà a fine febbraio, a tre mesi e mezzo dalle elezioni che, teoricamente, dovrebbero decidere se avrà il diritto di rimanerci più a lungo. Dirà il destino, ma lui non ha dubbi. Il destino, anche se cinico e baro, da queste parti si può sempre correggere. Per altro il palazzo è stato fatto proprio per lui. Chi altri potrebbe abitarci senza fare un altro «remont»? Tutto è stato previsto. Eltsin avrà un ufficio di 7 metri per 14 (si noti, la stessa superficie che gli zar avevano riservato per sé nel Grande Palazzo del Cremlino). A fianco è già pronto il gabinetto del medico personale del presidente. Non si sa mai. Una stanza per il riposo, un'altra per i pranzi, un bagno sontuoso e una palestra di 50 metri quadri, per «tenere alto il tono fisico». Alcuni piccoli giardini, al riparo da sguardi indiscreti, per le passeggiate. E la sala Ovale del Senato, che un tempo serviva per le riunioni del Consiglio dei ministri, diventerà la sala di parata, dove il presidente riceverà le visite illustri. Infine l'apertura della porta di Nicola, proprio sotto la torre omo¬ nima, alla destra del Mausoleo di Lenin, rimasta chiusa precisamente dal 1918, quando Lenin decise di trasferire a Mosca governo e tutto il resto. Per poter entrare nel Cremlino direttamente nel palazzo del Senato, senza perdite di tempo. E, ogni tanto, per uscire sulla Piazza Rossa a fare il bagno di folla e a mostrare che l'infarto è stato recuperato egregiamente. Non c'è il minimo dubbio: quando si tratta di sistemarsi, Bo¬ ris Eltsin non bada a spese. Dei tanti interventi che il Cremlino ha subito nella sua lunga storia, questo ò il più imponente. Più cospicuo di quello dopo l'incendio del 1812, delle riparazioni dopo i combattimenti del 1917, del.restauro staliniano del 1934, e di quello - modesto - di Breznev nel 1974. Solo Krusciov tentò qualcosa di analogo, costruendo tra prudenti polemiche il palazzo dei congressi dentro le mura. Ma si trattava di un nuovo edifìcio adibito a funzioni pubbliche. Eltsin invece la ristrutturazione l'ha fatta esclusivamente per sé e per i suoi più diretti collaboratori. E ha fatto le cose davvero in grande. Nella zona «di rappresentanza», i suoi ospiti potranno ammirare quadri, sculture, opere d'arte che verranno trasferite permanentemente dalla galleria Tretjakovskaja, dal museo Pushkin, da quello del Cremlino e daU'Ermitage. I mobili sono italiani, i sanitari tedeschi, i condizionatori d'aria finlandesi, l'elettronica americana. . Basta con quei tavoli stracolmi di telefoni gialli. Ai tempi sovietici più ce n'era più il proprietario dell'ufficio era potente. Adesso sarà tutto il contrario. Boris Eltsin di telefoni ne avrà uno solo, ma da quello potrà comunicare perfino su Marte. Giuliette Chiesa

Luoghi citati: Mosca, Urss